5 saghe scomparse dalla storia dei videogiochi

La storia dei videogiochi? Un collage ricco di capolavori, ma anche di opere finite nel dimenticatoio: eccone alcune da riscoprire insieme!

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Ci sono titoli destinati a scrivere pagine centrali, fondamentali nella ricca storia dei videogiochi: opere capaci di (ri)definire un medium in continua e costante evoluzione, che proprio grazie agli elementi che li caratterizzano riescono a colpire e a lasciare una traccia indelebile anche per anni e anni. È grazie a capolavori del genere che oggi siamo di fronte a uno scenario capace, nonostante tutto, di emozionare il mondo intero. Ancora e sempre di più.

Allo stesso tempo non mancano decine e decine di esempi di occasioni mancate, di prodotti poco fortunati o che semplicemente si sono trovati incapaci di affrontare la prova del tempo. Stiamo parlando del resto di un’industria che, dagli anni Settanta a oggi, non ha mai smesso di andare avanti: ogni passo falso, insomma, può portare a conseguenze spesso irreversibili. Quel che vogliamo fare oggi è riportare alla memoria alcuni di questi esempi, rievocando quella magia che un tempo opere del genere sono davvero riuscite a trasmettere.

Rispolverando alcuni angoli della nostra memoria abbiamo selezionato cinque saghe (purtroppo) scomparse dalla storia dei videogiochi: un viaggio nel passato che, speriamo, riesca a strapparvi un sorriso e una buona dose di sana nostalgia. Pronti?

5 franchise scomparsi dalla storia del videogioco

Clock Tower

Iniziamo con una serie che per tutto ciò che ha dato avrebbe sicuramente meritato tanta, tanta fortuna in più rispetto a quella che ha avuto: stiamo parlando di Clock Tower, franchise nato nel 1995 a opera della defunta Human Entertainment. Una saga che ha avuto il merito di definire molti degli aspetti che, negli anni seguenti, sarebbero divenuti degli standard del genere survival horror.

Il concept di base è semplice ma, a suo modo, davvero geniale: l'idea è di catapultare il giocatore/spettatore in un film horror, facendogli vivere in prima persona un’esperienza di puro terrore. Dovremo infatti sfruttare l’ambiente circostante per nasconderci e sfuggire ai nemici, in un’avventura che presenta fino a 20 finali sulla base delle scelte del giocatore: qualcosa di molto innovativo per i tempi, che porterà a due sequel (usciti tra nel 1997 e nel 2002) che purtroppo non raggiungeranno il successo del primo capitolo.

Un’opera con un lascito molto importante m a che, purtroppo, non ha superato la prova del tempo finendo nel dimenticatoio. Quel che resta è il bel ricordo di un prodotto che poteva dare di più, ma che a qualcuno è senza dubbio rimasto nel cuore. Un esempio? Qualche anno fa è stata lanciata una campagna Kickstarter per Project Scissors: NightCry, erede spirituale di Clock Tower col quale condivide molti dei caratteri che hanno reso celebre l’horror di Human Entertainment. Un progetto che il pubblico ha accolto a braccia aperte, con l’obiettivo di 300.000$ raggiunto e superato nel giro di pochi giorni. E chissà che, in futuro, non arriveremo ad assistere a qualche altra bella sorpresa.

Mercenaries

Cambiamo ora completamente genere con un’altra saga che, nonostante tutto, siamo convinti che avrebbe meritato un bel po’ di attenzione e di fortuna in più. Direttamente da Pandemic Studios ecco Mercenaries: uno scatenatissimo collage di azione, frenesia e pura e semplice follia che… Beh, riesce a regalare ore e ore di divertimento a chiunque sia alla ricerca di un prodotto del genere.

Uscito nel 2005, Mercenaries: Playground of Destruction ci porta nel cuore delle due coree, dove la mancata riunificazione ha portato allo scoppio di un nuovo conflitto tra due potenze che non hanno intenzione né ragione di soccombere. In questa cornice vestiremo i panni di tre mercenari - Chris Jacobs, Jennifer Mui e Mattias Nilsson - incaricati di porre fine alla pazzia del leader nordcoreano Choi Song. Con tutti i mezzi possibili e immaginabili.

Ciò che rende Mercenaries una serie unica nel suo genere è l’incredibile varietà di armi, veicoli e strade che potremo prendere per portare a termine le nostre missioni: tra un’esplosione e l’altra, inoltre, scorgeremo anche qualche interessante e coinvolgente barlume di trama. Nel 2008 uscirà un sequel che porterà i nostri antieroi in Venezuela, capace a suo modo di rendere ancora più folle una serie già di suo molto particolare. E da lì… Più nulla.

Già perché, nonostante il buon successo di pubblico, con gli anni la serie di Pandemic ha fatto perdere le proprie tracce. Il progetto Mercs Inc - avventura multiplayer online basata sul franchise - fu cancellato ancor prima di nascere, e il terzo capitolo dal titolo No Limits ha purtroppo subito lo stesso destino. Che il 2023 possa essere l’anno buono per un ritorno in grande stile?

Legacy of Kain

È il 1997 quando il mondo accoglie il primo capitolo di un franchise che, nel giro di pochissimo tempo, riuscirà a catturare il cuore dei videogiocatori di tutto il mondo. Quella saga risponde al nome di Legacy of Kain, prodotta da Crystal Dynamics e in grado con ben cinque capitoli di gettare le basi per una storia che non esitiamo a definire unica.

La serie narra le vicende di Kain e Raziel, due vampiri di quella terra di Nosgoth dove sta imperversando un crudo conflitto tra l'Antica Razza e gli Hylden. Una guerra: è questo il punto di inizio della nostra avventura, che nel corso degli anni Crystal Dynamics andrà ad approfondire dando vita a una delle storie più avvincenti della storia recente di questo medium.

Il secondo capitolo, Soul Reaver, è con tutta probabilità il punto più alto raggiunto da una saga che dal 2004 non ha più dato segni di vita. Legacy of Kain: Defiance, peraltro unico capitolo a metterci nei panni di entrambi i protagonisti, è infatti l’ultima occasione in cui abbiamo potuto ammirare la saga. Un franchise che i fan non hanno però dimenticato, come attestano le più di 100.000 richieste di un ritorno che tutti noi speriamo possa avvenire davvero.

Parasite Eve

Torniamo per un attimo nell’ecosistema dei survival horror, con un titolo molto diverso da quello citato in precedenza. Il primo capitolo di Parasite Eve, uscito nel 1998 e sviluppato dall’allora Squaresoft, ha segnato molti di noi regalando un’indimenticabile esperienza di puro terrore. Un’opera con cui lo studio di Final Fantasy ha voluto sperimentare un concept del tutto nuovo, che una buona parte di pubblico dimostrò di apprezzare per tutta una serie di ragioni.

Stiamo parlando di un Action RPG dove alle meccaniche da gioco di ruolo, e quindi tutto un processo di crescita ed evoluzione del personaggio, troviamo affiancate una serie di piccole novità che ai tempi furono considerate all’avanguardia. L’utilizzo di filmati Full Motion Video per introdurre le location riusciva ad esempio a rendere ancora più immersiva l’esperienza complessiva, impreziosita da una stupenda colonna sonora curata da Yōko Shimomura.

Il gioco ci mette nei panni dell’agente di polizia Aya Brea, in un’avventura della durata di sei giorni nella città di New York: l’obiettivo della nostra protagonista sarà di sconfiggere Eve, una donna che sta cercando di distruggere l’umanità provocandone la combustione spontanea. Parasite Eve raggiunse un buon successo di pubblico e anche il sequel, pubblicato nel 2000, ottenne risultati importanti. Un terzo capitolo uscirà dieci anni dopo come spin-off: intitolato The 3rd Birthday, il gioco ha risvegliato la passione di molti appassionati, ma purtroppo non ha portato a ulteriori sviluppi negli anni seguenti. Un ritorno a oggi sembra poco probabile, ma sarebbe senza dubbio una piacevole sorpresa.

Tenchu

Chiudiamo con un’altra saga che, nonostante un potenziale incredibile, non è riuscita a lasciare l’impronta che avrebbe meritato nella storia di questo medium: Tenchu, opera firmata Acquire il cui debutto risale al febbraio 1998. Tenchu: Stealth Assassins ci trasporta nel cuore del Giappone feudale dove vestiremo i panni di due ninja del clan Azuma, Rikimaru e Ayame.

I nostri protagonisti si troveranno a intraprendere un viaggio per sconfiggere il malvagio Lord Mei-Oh in una trama che, passo dopo passo, riesce a colpire e catturare in maniera sempre più coinvolgente il fortunato videogiocatore. Si tratta infatti di una piccola perla sotto molti punti di vista, e sono davvero pochi i titoli che negli anni sono stati in grado di rievocare quel tipo di atmosfera in modo così azzeccato.

Negli anni seguenti il franchise si è arricchito di diversi sequel che vanno ad ampliare la storia di Tenchu, fino ad arrivare al 2009: anno in cui FromSoftware curò lo sviluppo dell’ultimo capitolo della serie, uscito su PSP. Da allora si sono purtroppo perse le tracce della serie, con tanti appassionati che accoglierebbero volentieri il ritorno di una delle avventure più interessanti dell’era della prima PlayStation. Le probabilità non sono molte ma, anche qui, un po’ di ottimismo (e di pazienza) potrebbe portare a sorprese inattese.

Abbiamo esplorato insieme alcuni di quei titoli che, per mille ragioni differenti, non sono riusciti a lasciare la traccia che meritavano nella storia di questo medium. Videogiochi a loro modo unici ma che, purtroppo, il tempo ha finito per punire in maniera spesso fin troppo crudele. Verrebbe da chiedersi a come sarebbero andate le cose se il destino, o chi per lui, avesse deciso di giocare in modo diverso: con tutta probabilità non lo sapremo mai, ma è anche vero che l’industria del videogioco ci ha abituato a sorprese e a grandi colpi di scena.

Vi lasciamo invitandovi, come sempre, a dirci la vostra: quali sono quei franchise a cui eravate particolarmente legati ma che, con il passare del tempo, hanno fatto perdere le loro tracce? Raccontatecelo nei commenti, non vediamo l’ora di conoscere le tante piccole storie che ci hanno reso i giocatori che siamo oggi.