Activision vuole fraggare EA per il caso Call of Duty

Activision ha rivisto la propria causa contro Jason West e Vince Zampella, ex boss di Infinity Ward, includendo la rivale Electronic Arts. L'editore chiede un risarcimento di 400 milioni di dollari.

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a cura di Manolo De Agostini

Activision ha inserito tra gli imputati della causa contro Jason West e Vince Zampella, ex boss di Infinity Ward, la rivale Electronic Arts. L'editore si sarebbe infatti "macchiato" di una condotta illecita ai più alti livelli, che avrebbe coinvolto anche l'amministratore John Riccitiello.

La vicenda ha radici profonde. West e Zampella sono usciti da Activision e altrettanto hanno fatto una ventina di talenti del team di Infinity Ward, storico studio di sviluppo di Call of Duty. Oggi i due hanno fondato Respawn Entertainment, che pubblicherà giochi sotto etichetta EA Partners.

Secondo Activision, EA avrebbe cospirato con West e Zampella in modo da incoraggiarli a rompere il loro contratto - che durava altri due anni. Nella denuncia originaria, depositata nel mese di marzo, Activision accusava i due dirigenti di aver avuto incontri con EA mentre erano ancora loro impiegati. Secondo la software house gli incontri sarebbero iniziati a luglio 2009, otto mesi prima che i due fossero allontanati.

EA avrebbe inoltre "cospirato per creare una società composta da dipendenti chiave di Activision, tra cui designer, programmatori, artisti e altri dello studio di sviluppo Infinity Ward, depredandolo di talenti e potenzialmente ritardando l'uscita dei futuri giochi Call of Duty".

West e Zampella avrebbero favorito insubordinazioni e scarsa cooperazione da parte del proprio personale, rifiutandosi di lavorare con Treyarch, l'altro studio che si alterna con Infinity Ward nello sviluppo dei titoli della serie. I due si sarebbero inoltre rifiutati di consegnare ad Activision la lista dei dipendenti meritevoli di gratifiche (sottoforma di azioni), consigliando alla software house di darle a loro, privando così il personale di un meritato premio e scatenando le ire degli sviluppatori verso Activision.

Una volta uscita da Activision, EA avrebbe complottato per sottrarre impiegati a Infiniy Ward. "La condotta illegale è stata porta avanti dai livelli più alti di EA, incluso il CEO John Riccitiello, il capo delle operazioni finanziarie John Schappert, con il supporto diretto di un'agenzia per talenti di alto profilo, la Creative Artists Agency, un precedentemente membro del consiglio di amministrazione e un ex avvocato di Activision".

Secondo la software house, EA voleva distruggere Infinity Ward, principale avversario delle serie Battlefield e Medal of Honor. Tra gli episodi citati da Activision per illustrare la condotta non adeguata di West e Zampella, la software house cita nelle carte il rilascio di un video di Modern Warfare 2 lo stesso giorno in cui Treyarch presentò un video sui contenuti di un DLC di Call of Duty: World at War. West all'epoca si giustificò citando lo scarso coordinamento con Treyarch. Tuttavia alcuni messaggi tra lo stesso West e un dipendente lascerebbero trasparire un'altra verità.

"Treyarch ha pubblicato il video sul DLC", scriveva un dipendente a West, che gli rispose: "Abbiamo comunicato il nostro video? Gli schiacciamo e distruggiamo con il nostro video". "L'abbiamo già fatto. E...l'abbiamo già fatto", gli scrisse il dipendente. West concluse con un "bene".

Activision chiede un risarcimento danni di 400 milioni di dollari a EA, West e Zampella. Secondo il publisher tutto questo gli ha causato una perdita nei profitti, avuto danni da "ritardi e interruzioni" e lo ha portato a sostenere costi per la ricostruzione di Infinity Ward.

Activision rivuole anche il soldi già versati a West e Zampella, bollati come "due dipendenti infedeli". Ricordiamo che i due, mesi fa, hanno depositato una causa contro Activision (Modern Warfare 3 si gioca in tribunale, che tristezza).