Addio Midway, arriva Warner con l'asso pigliatutto

Midway, storico studio di sviluppo videoludico, sul punto di una vendita definitiva, in favore di Warner Bros.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Midway, nome storico nel mondo dei videogiochi, risente pesantemente della crisi, tanto da finire sul bancone dei prodotti in saldo, dopo aver dichiarato bancarotta lo scorso febbraio.

I nomi interessati all'acquisto potrebbero essere molti, ma su tutti spicca quello di Warner Bros, che ha presentato un'offerta ufficiale di 33 milioni di dollari, con i quali farebbe suoi i diritti sulle principali proprietà intellettuali dello studio, la più famosa delle quali, probabilmente, è Mortal Kombat.

Warner Bros è interessata anche agli studi di sviluppo, ma solo parzialmente: resterebbero fuori, infatti, quello di San Diego e quello di Newcastle (GB), cioè due su quattro. Alieno alle mire di Warner Bros anche TNA, un franchise collegato.

Per tirarsi fuori da certi pasticci due braccia in più potrebbero non bastare.

Non è chiaro, infine, che cosa voglia fare Warner Bros. con l'azienda, se tenerla così com'è, oppure chiuderla e sfruttarne le proprietà. In ogni caso la legge permette all'azienda fallimentare di firmare un accordo preliminare con un compratore, e allo stesso tempo continuare a trattare con altri potenziali investitori, quindi non è detto che alla fine sia Warner che si porterà a casa la torta.

Midway, infatti, afferma che ci sono altri potenziali compratori, con i quali è in trattativa, ma non si sa chi siano. L'ultimo giorno utile per presentare offerte è il prossimo 24 giugno.

Warner, da parte sua, ha già investito molto sullo sviluppo di videogiochi, come nel caso di F.E.A.R. 2: Project Origin o Lego Batman, ed è sul punto di pubblicare un nuovo titolo ispirato alla saga del Signore degli Anelli. Warner aveva tentato d'impossessarsi anche di Eidos (Tomb Raider), finita poi nelle mani di Square Enix per 120 milioni di dollari.

I problemi di Midway sono legati anche ad una denuncia per truffa e a crediti non riscossi. Ironicamente, tra i creditori c'è anche Warner Bros.