Smentita - AESVI: illegale a breve la vendita di videogiochi per adulti a minorenni

Al momento, il livello di classificazione PEGI risulta essere consigliato e non obbligatorio ma a giorni, verrà imposto per legge dalla AESVI.

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a cura di Alessandro Niro

Ci scusiamo immensamente con i lettori di Game Division, ma la notizia risulta errata. A causa di un errore di interpretazione della fonte sulle parole di Thalita Malagò, dobbiamo ritrattare quanto scritto. La vendita di giochi per adulti a minorenni non sarà considerata illegale, bensì la classificazione PEGI tra pochi giorni, diverrà obbligatoria.

AESVI sta stilando un nuovo regolamento che verrà pubblicato tra pochi giorni.

Notizia originale

Uno dei problemi di maggior rilievo inerenti i videogiochi risiede nella classificazione PEGI. Al momento, tale livello di classificazione risulta essere consigliato e non obbligatorio ma, a giorni, verrà imposto per legge. Ad annunciarlo è stata Thalita Malagò - direttrice generale dell'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani (AESVI) - nel corso di un'intervista concessa a DDay.it.

"La Legge Cinema del 2016" ha spiegato Malagò "ha fissato il principio generale, ispirandosi al sistema PEGI; dopo circa tre anni, siamo pervenuti a un regolamento vero e proprio che disciplina la materia della classificazione, firmato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni e scritto in collaborazione con gli operatori del settore, tra cui AESVI, all’interno di un apposito tavolo di co-regolamentazione." Con la Legge Cinema del 2016 era stata riconosciuta la validità del sistema PEGI. Attraverso l'apposito regolamento AGCOM, prosegue Malagò, "questo recepimento verrà sancito definitivamente per legge, in ossequio al principio generale di obbligo di classificazione dei videogiochi distribuiti sul mercato italiano".

Questo significa principalmente che quando il nuovo regolamento dell'AESVI entrerà ufficialmente in vigore, diventerà illegale ad esempio, vendere un videogioco con PEGI 18 ad un minorenne in Italia. Si tratta di un cambiamento decisamente importante, volto alla tutela dei minori, al quale l'intera catena di vendita dovrà necessariamente adattarsi. Secondo i dati in possesso della stessa AESVI, almeno il 20% dei videogiocatori italiani sono minorenni.

Rimangono comunque alcuni dubbi sul caso. Non è chiaro ad esempio, come verranno puniti coloro che non rispetteranno tale obbligo. Malagò preferisce non divulgare ulteriori informazioni  sino alla pubblicazione ufficiale del testo del regolamento, che dovrebbe avvenire, a detta sua, "a giorni". L'iniziativa ha il pieno appoggio dei produttori, che non temono la potenziale perdita di acquirenti. A quanto pare, sono tra i primi a voler vedere riconosciuta l'obbligatorietà del sistema PEGI.

Ricordiamo che la classificazione PEGI è un metodo di classificazione valido su tutto il territorio europeo e viene impiegato per classificare i videogiochi mediante cinque differenti categorie di età, indicate da cinque bollini, apposti in basso a sinistra sulle copertine dei videogiochi: due verdi (3 e 7 anni), due gialli (12 e 16 anni) e uno rosso (18 anni).

A quanto pare, il nuovo sistema di classificazione tra pochi giorni risulterà non più un consiglio ma un obbligo. Siete d'accordo anche voi con Thalita Malagò? O preferivate rimanesse un puro consiglio e far avere in mano ai vostri figli, una copia di GTA 5 o Wolfenstein: Youngblood con il quale farli divertire?

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