Anonymous: guerra a Sony, per vendicare GeoHot

Il gruppo di hacker Anonymous ha preso di mira Sony, colpevole di voler limitare la libertà di espressione, portando in tribunale gli hacker di PS3 e così facendo violando la privacy degli utenti. Gli attacchi sarebbero già partiti.

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a cura di Manolo De Agostini

Anonymous contro Sony. Il gruppo di hacker nato dal "caso Wikileaks" e diventato famoso per aver coordinato attacchi contro siti web di istituzioni e aziende ritenute un pericolo per la libertà, ha deciso di scagliarsi contro la casa nipponica. I pirati informatici hanno pubblicato una lettera spiegando che l'azione legale di Sony contro i colleghi che hanno aggirato le difese di Playstation 3 non rimarrà impunita.

"Congratulazioni! State ricevendo attenzione dagli Anonymous. Le recenti azioni legali contro i colleghi e cittadini di Internet, GeoHot e Graf_Chokolo, vi hanno macchiato di un reato imperdonabile contro la libertà di parola e quella su Internet, fonte primaria del libero svago".

"Avete abusato del sistema giudiziario per censurare le informazioni su come funzionano i vostri prodotti. I vostri clienti sono diventati delle vittime solo per il possesso e la condivisione di queste notizie e continuate a colpire chi ricerca queste informazioni. In questo modo avete violato la privacy di migliaia di persone innocenti che hanno solamente perseguito la libera distribuzione delle notizie. La vostra azione è motivata dall'avidità aziendale e dal desiderio di controllo totale sui comportamenti degli individui che acquistano e usano i vostri prodotti".

"Le vostre pratiche commerciali corrotte sono indicative di una filosofia aziendale che vorrebbe negare ai consumatori il diritto di usare i prodotti - che hanno pagato e che giustamente detengono - nel modo in cui vogliono. Dovete forse avvertire i vostri clienti che stanno solamente noleggiando i vostri prodotti? Alla luce di quest'assalto ai diritti e alla libertà di espressione, Anonymous vi informa che anche voi avete solamente affittato i vostri domini web. Dopo aver calpestato i diritti di Anonymous, ora sarete voi a essere calpestati".

"Se non siete d'accordo con le nostre azioni, siamo fiduciosi che possiate comprenderne le motivazioni. Voi avete la proprietà dei vostri domini. Avete pagato, con il vostro denaro, per averli. Ora Anonymous sta attaccando la vostra proprietà privata, perché non siamo d'accordo con le vostre azioni. E ciò sembra, diciamo, sbagliato. Vi suona familiare?"

"Permetteteci di insegnarvi alcune importanti lezioni che vostra madre ha dimenticato d'impartirvi: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; l'informazione è libera; tutto questo ci appartiene. Per sempre".

"Per quanto riguarda i "giudici" e i soggetti complici, che hanno permesso queste vigliaccherie: voi non siete migliori di Sony ai nostri occhi e rimanete colpevoli di minare il benessere della popolazione e sovvertire il vostro mandato giudiziario".

L'offensiva degli Anonymous a Sony sarebbe già partita, con attacchi DDoS che hanno avuto come obiettivi i siti Sony.com, Playstation.com, il PS Store (via PC) e il servizio PlayStation Network (PSN) - quest'ultimo entrato misteriosamente in fase di manutenzione. Gli attacchi non avrebbero portato al crollo totale dei siti, ma l'accesso era altamente rallentato e sostanzialmente non si poteva navigare correttamente.

L'azienda nipponica non deve più difendersi solamente dagli hacker che stanno continuando a eludere le difese della propria console, ma ora anche dagli Anonymous. Un 2011 nero, sotto questo punto di vista, ma Sony non sembra decisa ad arretrare di un passo.

L'azienda ha più volte dichiarato che intende proteggere la sua proprietà intellettuale, e ha tutto il diritto di farlo. Il popolo di Internet e la comunità hacker sono decisamente contrari, e qui entra in gioco il sistema giudiziario: cos'è possibile fare con il prodotto acquistato? Si può arrivare persino a fare l'hacking, minando l'intero business collegato a quel prodotto? Difficile stabilirlo, ma non sembra carino.

A ogni modo va anche riconosciuto che Sony, pur difendendosi da quella che reputa un'azione ostile, ha gestito il caso in maniera "troppo decisa" e la rimozione della possibilità di installare Linux è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A volte serve un po' di diplomazia, specie con le teste calde del mondo dell'hacking. Tieni i tuoi amici vicino... e i tuoi nemici… ancora più vicino.