Anthem, è tardi per reinventare ciò che è passato

Anthem annuncia di voler lavorare a dei cambiamenti radicali per il proprio gioco. Ma c'è abbastanza tempo per attuarli alle porte della nuova generazione?

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a cura di Alessandro Palladino

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Dopo numerosi rumor e speculazioni, rincarate da un leak affidabile direttamente da una fonte stretta di Kotaku, BioWare si è fatta avanti e ha dichiarato di star lavorando/voler lavorare a un rework completo del nucleo di Anthem, cercando quindi di dare nuova linfa vitale a uno dei suoi progetti più naufragati. In un post sul blog ufficiale del gioco, Casey Hudson riflette sul futuro dei Freelancer in occasione del prossimo anniversario, promettendo di avere in lavorazione grossi cambiamenti in arrivo nei prossimi mesi.

Ed è già da questa frase che sorgono degli evidenti problemi, specialmente se si riflette sul fatto che è ormai passato un lungo anno dal lancio di Anthem, pieno di promesse e progetti che non hanno mai visto veramente la luce. Rispetto a quei giorni il gioco ha sicuramente migliorato alcuni dei suoi sistemi, dando per esempio più bottino ai giocatori ed eliminando la statistica fortuna dalle equazioni delle armature. Sono stati immessi eventi stagionali e il gioco si è arricchito anche del Cataclisma tanto vociferato in fasi di pubblicizzazione del gioco, insieme a iniziative azzeccate come quelle di Halloween e Icetide.

Ma tutto questo non può certo sopperire alla totale disfatta e cancellazione dei contenuti futuri, ai problemi di connessione ancora presenti e alla scarsissima ottimizzazione dell’esperienza console che presenta gli stessi identici problemi del lancio, tra cui menzioniamo solamente l’audio che scompare e le icone vittime di caricamenti eccessivamente lunghi. Rimane anche l’assenza di uno schermo che mostri le statistiche generali dell’equipaggiamento completo, una feature essenziale per dei looter-shooter come questo e chiesta dalla community fin dal primo giorno.

Nuove armature e necessari cambiamenti alla qualità della vita del gioco hanno rappresentato in quest’anno l’unico e fragile filo con cui tenere in piedi il tessuto di Anthem, dove per un’enorme fetta del tempo il team di sviluppo è stato in totale silenzio e le community – creator compresi – si sono via via sempre più affievolite fino a scomparire dai radar di qualsiasi media o servizio di streaming. Poi è toccato agli stessi sviluppatori abbandonare la nave, dando un segnale lapidario a chiunque fosse esterno al gioco.

Un fenomeno del genere, per un Game as Service, significa cadere in un baratro da cui è estremamente difficile potersi rialzare e l’unico esempio concreto di qualcosa di vicino è il passaggio di Final Fantasy XIV a Realm Reborn, ma parliamo di uno scenario di partenza comunque notevolmente diverso e paradossalmente più vivo di Anthem. Tuttavia, con questo blog post BioWare dimostra ancora una volta di non aver capito la gravità della situazione o di non poterne fare fronte in maniera efficiente, richiedendo ai giocatori di aspettare chissà quanto per poter vedere finalmente Anthem splendere come avrebbe dovuto fare dall’inizio.

E, citiamo, “per farlo faremo quello che non abbiamo fatto la prima volta – dare a un team specializzato il tempo di testare e provare, dando priorità assoluta al gameplay”. Il che è davvero uno schiaffo verso tutta quella gente che ha pre-ordinato il gioco o che lo ha acquistato al day-one, dicendo essenzialmente che non hanno avuto tempo di testare le fondamenta del loro prodotto quando hanno deciso di lanciarlo al pubblico.

Ma sulle ragioni dietro il travagliato sviluppo di Anthem, e delle differenze tra marketing e prodotto finale, si è discusso per mesi e ognuno può trarre le proprie conclusioni, piangere il passato diventa ridondante e il futuro è l’unica cosa che importa. Ed è esattamente qui che Anthem perde la corsa, dicendo che il gioco entrerà nuovamente in pausa (nonostante ci saranno alcuni eventi come quello per l’anniversario) al fine di riuscire a modificare le colonne portanti del gameplay nei mesi a venire.

Guardando da settembre in poi, ma anche a partire da marzo/aprile, c’è davvero spazio per Anthem 2.0.? Con la nuova generazione alle porte e alcuni dei nomi più importanti dell’industria pronti a scendere in campo sulle nuove console, il salto verso PlayStation 5 e Xbox Series X rischia di essere l’ostacolo insormontabile per Anthem anche considerando la ormai certa retrocompatibilità e il prezzo stracciato a cui viene venduto.

Questo perché più che guardare al futuro, BioWare sta cercando in tutti i modi di tornare indietro nel tempo e fare uscire il gioco che sarebbe dovuto nascere un anno fa, senza tenere conto della spietata concorrenza intorno a lei. Destiny 2 sta procedendo per la sua strada e tutto sommato è riuscito a rinnovarsi in un colpo solo, The Division 2 sta programmando alcuni contenuti di spessore e perfino Fallout 76 sta per calare l’espansione narrativa più attesa dai vecchi fan.

Chissà poi quali altri titoli potrebbero comparire da qui a settembre, soprattutto quando questo sarà uno degli anni più importanti per presentazioni e comunicazione marketing. In uno scenario del genere il pubblico si dividerà troppo per tornare nel gioco e molti sono stati fin troppo scottati da Anthem, specialmente perché se passa un anno senza alcun tentativo di comunicazione o con solo novità marginali il messaggio che ne esce è quello di essersi arresi senza voler combattere, mentre il resto del mondo si muove a una velocità a cui difficilmente si può tenere testa. Motivo per cui su Anthem fino a qualche giorno fa potevate trovare le decorazioni di Natale ancora attive.

Anthem ha certamente bisogno di un rework completo, ma attuato in un’operazione come quella di Final Fantasy XIV che ne permetta di bruciarne le fondamenta e farlo risorgere in una nuova veste all’inizio della prossima generazione videoludica. Non c’è più tempo per dei cambiamenti somministrati in tempi che andrebbero bene per un gioco in buona salute, c’è bisogno di una decisa volontà di voler realizzare la visione che traspare dalle magnifiche pagine dell’artbook, la voglia di comunicare un piano preciso e chiaro, consultabile da tutti gli utenti senza i termini vaghi che hanno accompagnato Anthem dalla cancellazione della roadmap.

BioWare non deve dimostrare di essere brava a fare le patch, piuttosto quello che i giocatori chiedono è di poter vedere anche loro il futuro di Anthem in una maniera concreta, possibilmente in grado di dargli fiducia nel meraviglioso mondo incompleto che il gioco oggi presenta, sia metaforicamente che letteralmente. Rimaniamo quindi possibilisti, pregando ancora una volta di riuscire a vedere prima o poi lo shooter fantascientifico in cui sognavamo di volare ogni giorno.

Nel caso in cui voleste dare comunque fiducia a BioWare, Anthem è disponibile su Amazon a un prezzo economico o come parte di EA Access.