Arboria | Anteprima: un albero da salvare

Abbiamo messo anzitempo le mani su Arboria, intrigante action rogue-lite in arrivo il prossimo 7 marzo in early access su Steam.

Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Nel corso degli ultimi anni sempre più software house indie e non solo hanno abbracciato una modalità di rilascio per i propri titoli mettendoli come early access. In altre parole, hanno cominciato a pubblicare i propri lavori in una versione non definitiva, permettendo così ai vari utenti di partecipare attivamente al completamento del gioco con i loro feedback. Il prossimo 7 maggio a sbarcare con tale modalità sul celebre store di Valve sarà Arboria, un rogue-lite dark-fantasy con delle meccaniche di gioco molto simili a quelle dei souls-like.

Una formula di gioco, quindi, sulla carta tanto potenzialmente funzionale quanto al contempo anche decisamente prona a cadere nel citazionismo e nel mero tentativo di cavalcare l’onda di un genere sempre più popolare. Per meglio comprendere la natura del titolo di Dreamplant e le sue relative caratteristiche ci siamo quindi immersi negli ultimi giorni in Arboria, cercandone pregi e difetti e, soprattutto, sviscerandone le vere ambizioni. Sarà riuscita questa particolare commistione di generi a convincerci o di strada da dare per il titolo ce n’è ancora molta da fare?

Mille guerrieri, una missione

Il gameplay e la sinossi alla base di Arboria si basano su un’idea molto semplice: il regno di Durnan e il relativo Albero Padre, cuore e fulcro dell’intera civiltà degli Yotun, sono ghermiti da una forza misteriosa, che si annida nelle profondità e che sta indebolendo le radici dell’enorme e possente pianta. Il nostro compito, nei panni di un anonimo guerriero della tribù degli Yotun, sarà quindi quello di lasciare il nostro villaggio, lanciarci da una voragine e cercare di porre rimedio alla misteriosa infezione che sta minando la sopravvivenza stessa della nostra specie. Niente di eccezionale o di mai visto prima quindi, ma si tratta pur sempre di un’idea perfetta per quanto riguarda la trama alla base di un rogue-lite.

Nel caso in cui perissimo nel corso della nostra missione ci reincarneremo infatti in fretta e furia nei panni di un altro guerriero Yotun, che altro non è che una sorta di Ent meno goffo e dalle dimensioni più ridotte. Nel corso delle varie esplorazioni, oltre ad addentrarci in livelli generati proceduralmente e sanare le radici dell’Albero Padre, faremo anche incetta di armi e accessori, che verranno ovviamente persi alla nostra morte, e di una serie di risorse dalla duplice funzionalità. Con esse, infatti, potremo sia potenziare le abilità dei nostri guerrieri che aumentare la benevolenza degli Dei, che ci permetteranno quindi di ottenere di volta in volta guerrieri dalle caratteristiche e peculiarità migliori.

Arboria: un titolo valido, ma...

Pad o tastiera alla mano il tutto funziona decisamente bene e Dreamplant è infatti riuscita per l’occasione ad imbastire un sistema di controllo assolutamente riuscito. Arboria, nonostante ricordi da molto vicino il gameplay alla base dei Dark Souls, si differenzia dalle opere di From Software per tutta una piccola serie di aspetti. La gestione della stamina, innanzitutto, sarà solo un ricordo e in Arboria non avremo quindi limitazioni di nessun tipo per quanto riguarda la mobilità del nostro eroe. I guerrieri Yotun che ci troveremo ad impersonare potranno inoltre grazie alle loro capacità simbiotiche mutare i propri arti superiori in armi e scudi, consentendoci così di variare le nostre abilità interagendo con i vari strumenti trovati nel corso dei livelli. Alla fine dei conti non si tratta nulla di incredibilmente sensazionale, e Arboria non differisce poi molto dai titoli analoghi sotto tale aspetto, ma è innegabile come per quanto riguardi il gameplay il risultato sia tutto sommato soddisfacente.

Le maggiori criticità riscontrate in Arboria allo stato attuale, oltre ad una latenza decisamente considerevole di contenuti anche trattandosi di un early access, sono riscontrabili soprattutto nella direzione artistica. Certo, abbiamo attraversato solo un bioma e i primissimi livelli del titolo, ma quanto visto non ci ha per nulla colpito. I nemici non sono infatti altro che anonimi insettoni tra di loro molto simili, le ambientazioni cupe e ripetitive non accendono in nessun modo la fantasia e, infine, la “fata” che ci accompagnerà nelle avventure facendoci da guida e inventario non è decisamente piacevole per gli occhi. Certo, di tempo per migliorare ancor ce n’è ma è innegabile come il piatto e anonimo setting rovini attualmente un’esperienza che, alla fine dei conti, è già fin da ora comunque godibile.

In conclusione

Arboria allo stato attuale non è per nulla un titolo malvagio e, anzi, l’opera di Dreamplant ha saputo sorprenderci più di una volta per la fluidità e la dinamicità del sistema di gioco. Ovviamente anche sotto tale aspetto c’è molto da migliorare, vedi ad esempio un fin troppo fallace sistema di locking dei nemici, ma per essere un’early access possiamo sicuramente ritenerci soddisfatti. Dove il titolo mostra invece ora come ora il fianco alle critiche, oltre al fatto che allo stato attuale ci sono decisamente pochi contenuti, sono le scelte stilistiche, che rendono purtroppo dimenticabile un buon gameplay e un aspetto grafico, quello sì, invece riuscito. Tirando le somme è difficile consigliare Arboria allo stato attuale, per il semplice motivo che ci sono veramente pochi contenuti e si rischia quindi di vedere tutto ciò che il titolo di Dreamplant ha da offrire ora come ora in una manciata di ore. Nel caso in cui vogliate invece immergervi nelle profondità di Durnan troverete ad attendervi un buon titolo, con un gameplay in grado di regalarvi anche qualche discreta soddisfazione.

Se quanto letto vi ha particolarmente colpito potete recuperare Arboria su Steam comodamente a questo indirizzo.