L'industria videoludica si trova nel pieno di un dibattito che divide sviluppatori, publisher e community: l'utilizzo dell'intelligenza artificiale generativa nello sviluppo dei giochi. Al centro della discussione c'è ora Arc Raiders, l'extraction shooter di Embark Studios pubblicato da Nexon che ha venduto oltre 4 milioni di copie in meno di due settimane dal lancio. Il CEO di Nexon, Junghun Lee, ha rilanciato con una dichiarazione destinata a far discutere: secondo lui, i giocatori dovrebbero "assumere che ogni compagnia di videogiochi stia già utilizzando l'AI", posizionando questa tecnologia come un elemento ormai imprescindibile del processo di sviluppo moderno.
La posizione di Nexon emerge in risposta alle polemiche scatenate dalla dichiarazione presente sulla pagina Steam di Arc Raiders, dove si avverte esplicitamente che durante lo sviluppo il team "potrebbe utilizzare strumenti procedurali e basati sull'AI per assistere nella creazione dei contenuti". Una trasparenza apprezzabile ma che ha sollevato interrogativi nella community, preoccupata per l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla creatività umana e sui posti di lavoro nel settore. Embark Studios ha cercato di chiarire specificando che il gioco "non utilizza in alcun modo AI generativa", distinguendo tra machine learning per le animazioni dei droni multi-zampa e sistemi generativi veri e propri.
Tuttavia, il design director Virgil Watkins ha confermato l'utilizzo di un sistema text-to-speech basato su AI per il ping system del gioco, spiegando che vengono "assunti e contrattati doppiatori" le cui voci vengono poi elaborate dall'intelligenza artificiale per generare dinamicamente i nomi di ogni oggetto, località e direzione cardinale. Questo approccio permette di evitare sessioni di registrazione continue ogni volta che viene aggiunto un nuovo item, migliorando drasticamente l'efficienza nella gestione del live service. Una soluzione tecnica che solleva questioni etiche sul futuro del doppiaggio nei videogiochi, un tema particolarmente sentito in Italia dove la tradizione del doppiaggio di qualità è storicamente radicata.
Lee ha rafforzato la sua posizione nell'intervista a Game*Spark, sottolineando come l'AI migliori "l'efficienza sia nella produzione dei giochi che nelle operazioni di live service", posizionandola come un vantaggio competitivo imprescindibile. La dichiarazione del CEO di Nexon sembra trovare riscontro nel panorama industriale attuale: il CEO di EA Andrew Wilson ha definito l'AI "il nucleo stesso del nostro business", mentre Square Enix ha recentemente implementato licenziamenti di massa riorganizzandosi per essere "aggressiva nell'applicazione dell'AI". Anche Glen Schofield, creatore di Dead Space, ha dettagliato i suoi piani per "sistemare" l'industria attraverso l'uso dell'AI generativa nello sviluppo.
Non tutti i colossi dell'industria seguono questa direzione. Nintendo rappresenta l'eccezione più significativa: Shigeru Miyamoto ha sottolineato che la compagnia preferisce andare in una "direzione diversa" rispetto al resto dell'industria videoludica quando si tratta di intelligenza artificiale. Un approccio che riflette la filosofia tradizionale della casa di Kyoto, sempre più orientata verso l'innovazione nel gameplay e nel design piuttosto che nell'adozione di tecnologie emergenti per ridurre i costi di produzione.