Baldo: The Guardian Owls non è perfetto, ma tocca il cuore | Recensione

Baldo è senza dubbio il titolo indipendente tra i più attesi dell'anno, soprattutto in Italia visto che ci ha lavorato il team italiano di Naps Team. Siamo di fronte allo Zelda italiano?

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a cura di Marco Locatelli

Dopo la presentazione durante un Nintendo Direct Indie World lo scorso anno, Baldo: The Guardian Owls – action adventure in stile Zelda con una direzione artistica ispirata alle opere dello Studio Ghibli – è diventato probabilmente il titolo indipendente tra i più attesi dell'anno, soprattutto in Italia. Dietro al suo sviluppo ci sono infatti i ragazzi (Domenico Barba e Fabio Capone intervistati qua, più un compositore per le musiche) di Naps Team di Messina, gente che ha cominciato a realizzare videogiochi 30 anni fa. Gente che i videogiochi li conosce molto bene.

Ma bando alla ciance. Partiamo immediatamente da quello che molti di voi vorranno sapere subito: Baldo è il nuovo Zelda tutto italiano? Non proprio, ma considerato che ci hanno lavorato praticamente tre persone, è sicuramente un mezzo miracolo.

Un nonno irresponsabile o un nipote coraggioso?

Baldo getta il giocatore immediatamente nella mischia, senza troppi complimenti e non fornendo particolari presentazioni del mondo di gioco, dei personaggi o del contesto narrativo. E così sarà sempre: il nuovo pargolo dei Naps Team non è uno di quei titoli che accompagna per mano, ma lascia al giocatore il compito di studiare, esplorare, imparare, provare e sbagliare. Di continuo.

Il protagonista (che ovviamente di nome fa) Baldo – in compagnia dell'inseparabile amica Luna – su richiesta del nonno (un po' irresponsabile, dobbiamo dirlo) viene inviato alla ricerca di antichi manufatti che svelerebbero l'ubicazione del Villaggio dei Gufi Guardiani, da sempre il “chiodo fisso” dell'anziano signore e ora tramandato al biondo nipote. La trama è ovviamente intrecciata alla (tipica) profezia dell'eroe dal cuore puro che salverà tutti.

Pur con la sua linearità e semplicità, la trama di Baldo è una fiaba d'altri tempi, delicata, che ci ha saputo catturare e stupire, e non sono nemmeno mancati i colpi di scena. Dialoghi e scene di intermezzo non sono evidentemente la forza della narrativa di questo titolo - un po' “timido” sotto questo punto di vista - che mostra, invece, la sua capacità di saper raccontare grazie ad un mondo magico vibrante, vivace, ricco di atmosfere evocative, colorato, mai scontato e, sì, ispirato ai tratti dello Studio Ghibli ma capace di elevarsi con una sua personalità, un carattere tutto suo, un carattere italiano.

Baldo e l'arte di arrangiarsi

Che Baldo sia tosto lo si capisce subito. Ad esempio, nei primi minuti di gioco non si hanno strumenti per difendersi: unica arma sono i vasi o altri oggetti presenti negli scenari, che possono essere lanciati per eliminare i nemici di turno. Una filosofia tutt'altro che generosa quella dei ragazzi di Naps Team, che farà un po' da leitmotiv per tutto il corso dell'avventura: in Baldo il giocatore deve imparare l'arte dell'arrangiarsi. E lo deve fare in fretta, senza tutorial o altre forme di aiuto a venirgli incontro.

Nessuna indicazione sulla mappa suggerisce la direzione da prendere per completare una missione, spesso capiterà di non capire cosa fare e dove andare (se siete alla ricerca di un titolo intuitivo, cercate altrove), e ogni piccolo dettaglio farà la differenza sulla possibilità o meno di proseguire nell'avventura. Più dell'azione, in Baldo conta lo spirito di osservazione. Insomma, nonostante l'aspetto "puccioso", il nuovo arrivato di Naps Team è tutt'altro che un titolo semplice e immediato. Ma tanto è l'impegno tanta sarà la soddisfazione. Cercare di capire come proseguire è parte integrante dell'esperienza di gioco e ogni piccola scoperta, ogni piccola tessera del mosaico sarà uno stimolo a proseguire. Stesso discorso per boss fight e i tanti enigmi ambientali, mai banali e spesso molto stimolanti.

Purtroppo a volte capita che la difficoltà nell'esplorazione venga esacerbata da una certa problematicità nell'interpretare gli strumenti dati al giocatore, come la mappa e la minimappa: troppo approssimative e grezze nella loro realizzazione, e per questo motivo risulta davvero molto difficile, anche per i giocatori più esperti, riuscire ad orientarsi all'interno del vasto mondo di gioco. Qualche dettaglio e un sistema di geodata maggiormente raffinati avrebbero decisamente reso meno frustrante la fase esplorativa.

Bello da vedere, bello da ascoltare. Ma quei maledetti bug...

Boschi, castelli, ville infestate dai fantasmi, prigioni abbandonate, lande innevate, deserti e tantissimo altro ancora vi aspetterà nel mondo – colorato e variegato – di Baldo. Un worldbuilding e una direzione artistica che (anche considerato che ci hanno lavorato solo due persone) ci ha davvero lasciato di stucco. Baldo è una continua e sorprendente scoperta, ogni angolo nasconde una sfida, un enigma, un passaggio nascosto, una soluzione a quella che è una missione secondaria magari dimenticata.

Purtroppo ci sono diverse imprecisioni a livello di level design che in certi momenti minano sensibilmente l'esperienza di gioco, come dei “buchi” tra i muri o aree dove è possibile incastrarsi tra oggetti o bloccarsi senza possibilità di proseguire.

La presenza di numerosi bug e glitch ha inevitabilmente minato la qualità complessiva del prodotto e, anche se i ragazzi di Naps Team stanno già lavorando alacremente a fix e patch, ormai il danno è stato fatto. Manca inoltre nella versione PC la possibilità di modificare le impostazioni grafiche (ciò dovrebbe essere risolto con una seconda patch) e ad ogni riavvio è necessario re-impostare la lingua. Un grande plauso al sottofondo musicale, curato dal compositore Gianluca Cucchiara, praticamente l'unica persona esterna al duo Naps Team ad aver lavorato a Baldo. Un valore aggiunto non da poco. Anche qua ci sentiamo di fare un appunto: vista la qualità delle tracce, avremmo preferito ancora maggior spazio alle musiche di Cucchiara.