Battlefield 2042 ha troppi bug: anche i cheater perdono le speranze

Battlefield 2042 sta andando così male che persino per i cheater non ne vale più la pena, i quali stanno abbandonando il gioco.

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a cura di Francesca Malacario

Battlefield 2042
ha floppato pesantemente, e su questo, purtroppo, non ci piove. Sin dal suo debutto avvenuto un paio di mesi fa, l'utenza continua ad incorrere in problemi su problemi, i quali hanno portato il titolo ad essere tra i peggiori capitoli di sempre su Metacritic (potete trovare la nostra recensione qui). I giocatori hanno iniziato repentinamente ad abbandonarlo in massa, preferendo addirittura uno dei capitoli precedenti
, e nonostante recentemente DICE abbia risolto una cifra astronomica dei bug che popolavano il prodotto, la community continua a diventare sempre più piccola; adesso persino i cheater si stanno tirando indietro.

I cheater sono ovviamente riusciti ad arrivare anche su Battlefield 2042, e non c'è di certo da stupirsi; tantissimi altri giochi sono infestati da questa piaga, per cui è “normale” che siano presenti anche sullo sparatutto di casa DICE. Ciò che realmente ci fa riflettere sulla situazione attuale del titolo è il fatto che anche questa stessa parte di utenza stia abbandonando il gioco, vedendo il modo in cui si sta sviluppando la faccenda.

Un fornitore di cheat nelle ultime ore ha escluso Battlefield 2042 dal programma, e il motivo è molto più esilarante di quanto si possa immaginare. Quello che ha portato a questa decisione, infatti, non riguarda ragioni di soldi o simili, bensì il fatto che il gioco funziona così male che i cheat non svolgono il lavoro come dovrebbero. Inoltre moltissimi utenti stanno appunto abbandonando il titolo, indi per cui sono rimasti pochissimi giocatori in cerca di programmi del genere.

Il nuovo capitolo di Battlefield non sta di certo ricevendo giustizia, ed è stato lanciato in un momento in cui, ormai è chiaro, non era pronto per essere esposto al pubblico. Ormai sono rimasti così pochi giocatori che gli sviluppatori stessi non si prendono la briga di calcolarli, e persino Steam è arrivato ad andare incontro all'utenza, offrendo rimborsi anche dopo i tempi limite per farlo; una cosa del genere non la si vedeva dal 2020, quando una situazione simile accadde per Cyberpunk 2077.

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