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Battletoads | Recensione: il beat'em up ritorna su Xbox e PC

I Battletoads sono tornati, dopo oltre due decadi, con un Beat em up divertente, solido e in grado di rendergli giustizia.

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a cura di Andrea Maiellano

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In sintesi

I Battletoads sono tornati, dopo oltre due decadi, con un Beat em up divertente, solido e in grado di rendergli giustizia

Battletoads è uno di quei brand videoludici dalla storia davvero peculiare. Figlio di quell’ondata, d’inizio anni 90, che vedeva ogni animale presente in natura come papabile candidato per diventare antropomorfo e, conseguentemente, salvare il mondo, o l’universo in taluni casi, il brand conta all’attivo solo tre giochi principali, dei quali solo il primo capitolo fu, realmente, degno di nota. Classe 1991, Battletoads era un solidissimo Beat’em up adornato da un level design ispirato e che mescolava, alle classiche meccaniche del genere, elementi platform e livelli a scorrimento obbligato (le celebri corse a bordo delle moto volanti). Un mix che, impregnato da un tasso di sfida piuttosto elevato per quegli anni, lo fecero passare alla storia videoludica come uno di quei titoli che fecero “la storia del videogioco dei primi anni 90”. 

Dopo oltre due decadi di silenzio, dove il terzetto di rane apparve solamente in raccolte antologiche o come guest star in celebri picchiaduro, Microsoft presentò il reboot della serie durante l’E3 del 2019, mostrando un prodotto che, almeno apparentemente, sembrava riprendere tutti quegli elementi che i fan avevano amato nel primo capitolo. Dopo qualche giorno speso assieme a Pimple, Zitz e Rash, possiamo dirvi che Battletoads è indubbiamente tornato e che il trio di rane ha finalmente un’identità meno anonima che in passato e che potrebbe permettergli, con il giusto tempo, di entrare nel cuore delle nuove generazioni di videogiocatori.

Ritorno alla realtà

Da oramai 26 anni i Battletoads sono famosi in tutto il loro mondo. Passano le giornate a sconfiggere temibili criminali e a partecipare a celebrazioni in loro onore, in puro stile Hollywood degli anni novanta. Sono ricchi, celebri, muscolosi, attraenti e sanno pure volare… l’unico vero problema è che tutto questo è solo una realtà simulata di un cabinato da sala giochi, abbandonato dentro un bunker, nella quale sono rimasti rinchiusi per oltre due decadi. 

Rinvenuti da una ditta di costruzioni, intenta nella demolizione del bunker oramai dismesso, i Battletoads ricevono un sonoro schiaffo dalla realtà: non sono eroi, nessuno li conosce e, per sopravvivere nel mondo reale, dovranno trovarsi un lavoro e reintegrarsi nella società. Pimple inizia una carriera da massaggiatore, Zitz si dedica al più noioso dei lavori d’ufficio mentre Rash, il meno fortunato, si ritrova a fare da assistente personale ai personaggi della Rare che vengono ospitati alle varie fiere del settore. Rash, annoiato dalla quotidianità del mondo normale, si dedica nella ricerca della Regina Oscura, convincendo i suoi fratelli nel lanciarsi in un viaggio pregno di situazioni surreali e un alto tasso di demenzialità, che gli permetta di mostrare al mondo intero che loro sono degli eroi e meritano di essere celebrati come tali. 

Il canovaccio ideato da Dlala Studios è indubbiamente azzeccato e riesce perfettamente a giustificare sia l’operazione di Reboot per il brand che a rimuovere quella patina da “eroi anonimi anni 90” che i Battletoads si sarebbero trascinati dietro in un’epoca, la nostra, che non gli apparteneva più. La caratterizzazione dei personaggi è brillante e le battute (specialmente in lingua originale) offrono il giusto mix di ilarità e vetriolo. Le cinematiche, tutte disegnate a mano con uno stile artistico analogo ai cartoni demenziali di matrice americana, si sposano perfettamente con le atmosfere offerte dalla produzione, offrendo il giusto piglio a un comparto narrativo che riesce a convincere proprio grazie al suo costante “non volersi prendere sul serio”.

Battletoads contro tutti!

Preso coscienza dell’ottimo restyle artistico effettuato da Dlala Studios e Rare, non bisogna dimenticarsi che Battletoads è, prima di tutto, un Beat’em up a scorrimento e, al netto di qualche lieve sbavatura che andremo ad approfondire, in questo settore si pone come uno dei “primi della classe”. Iniziando dal combat-system ogni rospo avrà a disposizione tre tipologie di attacco: un melee standard, una tecnica per scagliare i nemici in aria e un’abilità di sfondamento delle difese avversarie. Questo ventaglio di offensive viene implementato in maniera molto intelligente attraverso una buona caratterizzazione dei nemici, che richiederanno al giocatore di miscelare le varie tipologie di attacco per poter uscire vincitore dai vari scontri. 

A rendere più varia l’azione di gioco, inoltre, sono state introdotte alcune nuove abilità che permetteranno ai Battletoads di avere un maggior controllo del campo dio battaglia. Premendo LT si potrà assumere la posizione di lancio che, in combinazione con i tasti X,Y e B, permetterà ai rospi di: utilizzare la loro lingua per attirare a se i nemici storditi, sfruttare gli avversari più pesanti come “gancio” per spostarsi rapidamente sul campo di battaglia o sputare della gomma da masticare, il cui cool down si caricherà automaticamente durante gli scontri, che andrà a incollare, momentaneamente, i nemici al suolo, rendendoli vulnerabili a ogni attacco. La possibilità di schivare (premendo RT), in aggiunta ad alcuni indicatori atti a segnalare quando sta partendo un’offensiva nemica, va a porsi come la classica “ciliegina sulla torta” in un combat-system che, in Battletoads, si è mostrato ben stratificato, facile da apprendere ma complesso da padroneggiare.

La meccanica di Game Over, presente in Battletoads, è una conseguenza diretta della sua modalità cooperativa. Se si gioca in totale solitudine, il giocatore potrà selezionare rapidamente, attraverso la pressione delle frecce direzionali, quale rospo utilizzare. Ognuno dei tre eroi è dotato di caratteristiche peculiari: Pimple è pesante nei movimenti ma i suoi attacchi generano danni maggiori, Zitz è molto agile e ottimo per combo rapide e feroci mentre Rash si pone come il personaggio più bilanciato del terzetto. Ogni qualvolta uno dei rospi passerà a miglior vita, un nuovo Battletoads entrerà sul campo di battaglia e un countdown comparirà sull’icona dell’eroe appena sconfitto. Non ci sono “vite” in Battletoads e se il giocatore sarà in grado di sopravvivere fino a che il countdown scende a zero, ognuno dei rospi tornerà disponibile con la “barra della vita” dimezzata. Come da prassi, se tutti e tre gli eroi finiranno K.O. si ripartirà dall’ultimo Check Point raggiunto in precedenza. Un sistema intelligente e ben bilanciato, che mostra il suo ottimo potenziale quando ci si ritrova a giocare insieme a degli amici.

Battletoads, però, non si sorregge solamente su di un ottimo combat-system. A rendere meno tediosa la ciclicità con cui si passa da brevi camminate a caotici combattimenti, vengono in soccorso delle soluzioni di gameplay molto intelligenti e in grado di variare, sapientemente, l’azione di gioco. Innanzitutto le fasi di transizione fra i vari scontri sono sempre adornati da delle semplici, ma intelligenti, soluzioni ludiche. Si passa da brevi fasi platform, a semplici puzzle ambientali, fino ad arrivare a simpatiche soluzioni esplorative, atte a permettere al giocatore di reperire dei collezionabili nascosti abilmente nei vari livelli di gioco. Il tutto alternato da piccoli minigiochi e alcune sezioni a bordo delle storiche Turbo-bici.

Tutti in sella!

Ah… le Turbo-bici. Croce e delizia dei giocatori di inizio anni 90. Quante maledizioni sono state lanciate cercando di superare quel dannato terzo livello nel primo, storico, Battletoads. Quanti record sono stati conseguiti negli anni successivi grazie a prove di destrezza al limite dell’umano… poteva un elemento così distintivo, non essere presente in questo reboot di Battletoads? Ovviamente no e i ragazzi di Dlala Studios sono stati in grado, anche in questo caso, di donargli una dimensione del tutto nuova e attuale. Accantonate lo stress post traumatico da scorrimento orizzontale, perché le rinnovate sezioni a bordo delle Turbo-bici sono un concentrato di divertimento, adrenalina e, soprattutto, difficoltà bilanciata.

Lo scorrimento orizzontale è stato completamente accantonato in virtù di un redesign in stile gioco di guida. I rospi potranno essere mossi orizzontalmente per evitare, o saltare, i vari ostacoli che si staglieranno sull’orizzonte. A rendere maggiormente dinamica l’azione di gioco è stata introdotta una meccanica di schivata rapida, assegnata a LT e RT, che permette al giocatore di spostarsi fra le varie corsie in maniera decisamente più rapida che sterzando normalmente.

La difficoltà è stata, indubbiamente, bilanciata rispetto al passato, offrendo una curva di adattamento maggiore che permetterà al giocatore di ambientarsi alla velocità sempre crescente delle varie fasi, permettendogli di reagire prontamente e senza spiacevoli “effetti sorpresa”. restano comunque delle sezioni molto ispirate, che richiedono una prontezza di riflessi notevole e che non offrono margini di errore. É richiesta una buona dose di precisione, specialmente se si vorranno raccogliere i vari collezionabili sparsi sui percorsi, ma il sistema di check point, che restituirà ogni “vita” persa in precedenza, si pone come una meccanica ben strutturata e in grado di non generare eccessiva frustrazione nel susseguirsi delle, inevitabili, schermate di Game Over che si pareranno dinnanzi agli occhi del giocatore.

Rospi, caos, riff e ripetizione

Iniziando a tirare le somme in merito a Battletoads, non possiamo non appuntare un paio di difetti che sono sopraggiunti durante la nostra analisi della nuova produzione di Dlala Studios. Innanzitutto, per quanto gli sviluppatori si siano adoperati a render il più possibile varie le differenti fasi di gioco, si avverte una, a tratti, eccessiva ripetitività delle situazioni proposte. Siamo consapevoli che richiedere varietà a un Beat’em up non sia una cosa facile… ma in troppe occasioni anche le fasi esplorative hanno mostrato il fianco a una ridondanza eccessiva di puzzle ambientali sempre uguali e collezzionabili occultati in maniere troppo simili fra loro. 

In molti frangenti, invece, non possiamo ignorare l’eccessiva caoticità di alcune sezioni di gioco, dove l’eccessivo numero di avversari a schermo si rivela poco utile ai fini della creazione, da parte del giocatore, di azioni di gioco ragionate e coreografiche… rischiando di ridurre il tutto a delle sessioni di button smashing poco ispirate e divertenti. Un peccato, specialmente considerando l’ottima meccanica legata alla valutazione dello stile di gioco atta a premiare quegli utenti che si impegnano nel variare il proprio stile di combattimento nelle numerose battaglie presenti in Battletoads.

In termini di stile artistico c’è ben poco da eccepire. Le animazioni dei Battletoads e dei vari nemici sono tutte ben realizzate, ispirate e ricche di siparietti ilari e ispiratissimi. Piccole aggiunte come le “provocazioni”, differenti per i vari rospi, sono dettagli che difficilmente si trovano in produzioni analoghe e che mostrano la cura dei dettagli riposta dagli sviluppatori. L’unica nota, lievemente, stonata è un character design di nemici e boss poco ispirato.  Ci sono tantissime tipologie di avversari, non fraintendeteci, ma Battletoads tende a presentarceli tutti troppo rapidamente, rendendoli eccessivamente ridondanti nelle fasi più avanzate dell’avventura. Il comparto audio, invece, si rivela azzeccatissimo. Con una pletora di riff a sostenere il ritmo di gioco e un doppiaggio, nella sola lingua inglese, ben recitato e ricco di dialoghi ispirati e pungenti. Peccato che la localizzazione dei testi in italiano, per quanto ottima in termini di linee di testo, sia stata edulcorata in alcuni punti, rendendo meno divertenti alcuni scambi di battute.

Voto Recensione di Battletoads - Xbox One


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Level design di ottimo livello.

  • - Comparto artistico di prim’ordine.

  • - Combat-system immediato ma complesso da padroneggiare.

  • - Soluzioni di gioco semper ispirate e divertenti.

Contro

  • - Alcune situazioni si rivelano troppo ridondanti.

  • - L’eccessiva caoticità di alcune fasi tende a sminuire il potenziale dell’ottimo combat-system

Commento

I Battletoads sono tornati… e lo hanno fatto nella miglior forma possibile per l’attuale panorama videoludico. La nuova produzione di Dlala Studios, difatti, è un Beat’em up solido e divertente, in grado di intrattenere per ore gli amanti del genere, o i fan della serie, e di ridare il giusto lustro a dei personaggi iconici che necessitavano un nuovo contesto per ritornare in auge. Al netto di alcuni difetti, Battletoads si pone come un’ottima ripartenza per la serie che ora deve solo superare la prova del pubblico per poter ritornare in auge come oltre due decadi fa. Speriamo di vedere in tempi brevi un seguito che espanda tutti gli aspetti positivi di questo reboot, ne elimini le poche sbavature presenti e riporti nell’iconografia videoludica Rash Pimple e Zitz.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Battletoads - Xbox One

Battletoads - Xbox One