Big Ambitions | Anteprima - I soldi faranno la felicità?

Abbiamo visto in anteprima il trailer e le informazioni preliminari di Big Ambitions, il nuovo videogioco gestionale di Hovgaard Games

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a cura di Nicholas Mercurio

Gli affari, secondo qualcuno, non sono nulla senza una buona di ambizione da usare con chiunque. Big Ambitions, sviluppato e prodotto da Hovgaard Games, sembra infatti avere tutte le carte in regola per abbracciare questo genere di tradizione e ampliare enormemente il suo significato. Un mondo senza affari, d’altronde, è impossibile: servono investimenti per fare soldi, è necessaria una scelta economica giusta per arrivare alla fine del mese e guadagnare così tanti dollari da non sapere più dove infilarli.

Detta così potrebbe sembrarvi una classica giornata di lavoro alla Stratton Oakmont con Jordan Belfort, il celeberrimo broker che ingannò il fisco americano e divenne una star a tutti gli effetti, stimato e ammirato da chiunque sognasse di fare soldi vendendo penny stock a un valore di mercato maggiorato per poi far crollare le azioni abbassando i prezzi. In Big Ambitions, però, non sembra esserci affatto qualcosa di così analogo, né c’è qualcuno da fregare, a meno che non si voglia farlo realmente. Il panorama indipendente, come suo solito, sa sempre come raccontarsi: si è visto in questi mesi con produzioni degne di nota come Serial Cleaners, e la meraviglia è stata espansa anche con altri prodotti che hanno saputo intrattenere. In Big Ambitions, però, non c’è un’impresa di pulitori da gestire, bensì molto altro e in una misura maggiore.

Avete mai sognato di diventare qualcuno senza per forza partire alla volta di una grande e stratosferica avventura? Vi è mai capitato di voler, che so, aprire una pizzeria e poi un’altra? Lo ammetto, a me sarebbe piaciuto e spesso penso sarebbe divertente prendere una decisione del genere; poi ritorno sui miei passi e ricordo che al momento è meglio se continuo a battere compulsivamente le dita sulla tastiera per raccontarvi cosa succede nel mondo indipendente, e non solo. Tuttavia, in questo caso Big Ambitions – come accade sovente – è arrivato letteralmente come un fulmine a ciel sereno, mostrando un trailer che ho visto in anteprima e che mi ha trasmesso parecchia curiosità.

Hovgaard Games è un team danese con sede a Copenaghen, in Danimarca, ed è uno studio di sviluppo, stando alle informazioni sul loro sito ufficiale, concentrato a sviluppare videogiochi gestionali di alta qualità. Il loro ultimo lavoro, pubblicato nel 2017, risponde al nome di Startup Company, un progetto che vede il giocatore impersonare i panni di un amministratore delegato di una compagnia da portare verso il successo. Big Ambitions, come suggerisce il nome, sembra però avere un altro tipo di approccio, molto più libero, casuale e per nulla lineare. Secondo il dizionario di lingua italiana, l’ambizione è un desiderio assiduo di affermarsi e distinguersi nel mondo a ogni costo. In senso positivo, è una condizione che porta qualcuno a migliorare la propria condizione di vita, che va ben oltre il classico oggetto di conquista e di volontà governato dai sogni più reconditi.

Non ironicamente, nessuno intende adagiarsi sugli allori e smettere di guadagnare, come nessuno è intenzionato a restare a guardare mentre gli altri diventano qualcuno. Chi però si ferma, e accade sovente, è lo stesso che non ha più sogni e ha deciso di accontentarsi. Big Ambitions, al contrario di tanti altre opere che inseriscono un tema così potente, segue un altro tipo di approccio, molto più cinico ma funzionale, alquanto brutale e senza pietà alcuna. È lo stesso che spinge molti, se ci penso, a voler di più, ancora di più e a non accontentarsi mai. È un sentimento naturale: l’essere umano, infatti, esiste per migliorarsi e affinare le proprie condizioni, arrivare a nuovi obiettivi e a crearsene degli altri. Nessuno avrebbe mai pensato che dal fuoco si sarebbe ottenuta una ruota, e che da una ruota il mondo sarebbe diventato un posto del genere, nel bene e nel male, fatto di tanto capitalismo, poca umanità ma forse tanto, troppo desiderio di essere qualcuno. Succede, non si può fare a meno: è il bello della vita.

Da grandi ambizioni derivano grandi responsabilità

Non è una frase casuale, perché il contesto di gioco – davvero unico – è quello di New York, la Grande Mela, il luogo in cui i soldi girano a palate e dove la leggenda di uomo vestito da ragno in calzamaglia svetta sui grattacieli e le strade avvolgenti di una città che non dorme mai. Alicia Keys, cantautrice proprio nata nel quartiere di Hell’s Kitchen, cantava Empire State of Mind, una canzone che ha avuto un grande impatto sulla cultura pop tanto da essere condivisa in videogiochi e film di ogni genere.

New York, fondata nel 1964 con il nome di “Nuova Amsterdam”, doveva semplicemente essere un punto commerciale del Nuovo Mondo che permettesse a chiunque di raggiungerla a chiunque per racimolare qualche soldo. Invece, divenne uno dei centri nevralgici della cultura pop e non solo, trasformandosi nell’ambientazione giusta in cui dare vita a storie di qualunque tipo, alcune davvero sfaccettate e curiose. È la stessa che include Big Ambitions, in effetti, a quanto ho visto in anteprima nell’esauriente trailer dedicato alla stampa specializzata in questi ultimi giorni.

Cosa significa partire dal nulla senza molti soldi? Sacrifici. Molti sacrifici. Il giocatore, in tal senso, dovrà farne parecchi prima di diventare il magnate più ricco di New York, stimato e ammirato da chiunque, provvisto di dieci macchine di lusso, due ville sparse per la città e vari elicotteri da sfoggiare, in un turbinio di ricchezza e desiderio del lusso che persino Gianluca Vacchi non riuscirebbe mai effettivamente a raggiungere. Non sarà più la filosofia “Enjoy” a governare il mondo, bensì la più classica, moderna e cinica, che si riassume con una parola che fa tremare chiunque la pronunci: “Money”. E ne serviranno molti, così tanti che forse non basteranno per raggiungere in maniera soddisfacente tutti gli obiettivi prefissati, ma che avranno comunque un ruolo fondamentale per prosperare.

Dal trailer, in tal senso, non si ha mai effettivamente la certezza di essere realmente ricchi, ma che tutto quanto è da costruire e sistemare, da affinare e migliorare con il tempo. Se fosse stato mostrato tutto quanto, in effetti sarebbe stato forse troppo, ed è meglio così: raccontarsi in modo trattenuto per attirare l’attenzione è mossa saggia e intelligente, specie se si vuole diventare qualcuno e si cerca in continuazione un nuovo genere di approccio che sappia raccontarsi in maniera intelligente. L’obiettivo del team di sviluppo, infatti, è alquanto classico: spingere il giocatore a delineare la propria esistenza in modo libero e spensierato, come avviene in qualunque sandbox che si rispetti con lo scopo di tenere ben salde le meccaniche già collaudate in passato con Startup Company, con la sola differenza che ora tutto è pensato in grande, a una città da divorare e "da bere".

In Big Ambitions, molto più di quanto si immagini, essere qualcuno parte da chi si è sempre stati. Magari l’alter ego, nato in povertà, intende rivalersi sulla società e diventare una sorta di Bruce Wayne capace di mettere insieme supermercati, pizzerie e negozi di vestiti in giro per New York, continuando a fare attività notturna di ogni tipo anche vestito da pipistrello, o seguire un approccio diverso e dedicarsi solo agli affari, muovendosi in macchina per la città alla ricerca di nuovi luoghi da colonizzare ed espandere.

Nel trailer, oltre alla vastità di New York e le sue strade intricate e serpeggianti, c’è stata una spiegazione esauriente dedicata all’espansione delle proprie attività, alla base stessa della struttura di gioco, che è al momento solo da approfondire meglio nel futuro per capire l’opera nella sua interezza. Tornando alla libertà, che è alla base di un videogioco di questo calibro, ad avermi catturato positivamente è proprio l’evoluzione che potrebbe spingere ulteriormente il giocatore a vivere situazioni e momenti diversi e sfaccettati, abbracciando nuove idee e altre formule per accrescere il proprio potere in un mondo dominato dal denaro e dall’astuzia. In tal senso, Big Ambitions sembra essere un videogioco che insegue questo tipo di approccio per raccontarsi ed ingigantire cosa intende raccontare.

Big Ambitions è un immenso parco giochi

Analizzando meglio il trailer, ad avermi catturato immediatamente è la visuale isometrica e la possibilità di poter muovere il personaggio in totale libertà per l’ambientazione di gioco, che suggerisce un approccio diverso ma incisivo per vivere al meglio la crescita dei propri affari. Anche se non ho visto molto a riguardo, potrebbe rappresentare una scelta furba e intelligente, specie perché permetterebbe al giocatore di muoversi ovunque lo desideri, visitando peraltro strutture da acquistare e far fruttare al meglio.

Lo scopo dell’opera, in tal senso, è proprio questa: guadagnare a tal punto da non aver bisogno di pensare alla pensione, anche se qualche soldo in più, considerando le imprevedibilità della vita, non fanno mai male. Bisognerà curare il proprio conto corrente quanto i rapporti con i vari contatti sparsi per la città, acquistando camion per il trasporto di merci varie e usare una politica atta al guadagno e alla sostenibilità, che non si traduce con sperperare soldi senza ritegno. Proprio come Startup Company, il giocatore potrà contare su dipendenti e amministratori capaci di creare alternative sempre possibili e allettanti, con lo scopo di pensare al presente e al futuro senza ritrovarsi per le mani una possibile granata inesplosa.

Espandere il proprio impero, però, parte dalla sicurezza delle mura domestiche, da un divano e possibilmente da un ufficio. Curare la propria casa sarà infatti necessario per avere un luogo sotto la testa, considerando che muoversi per New York sarà uno dei principali scopi per accrescere la propria fama. Meglio avere sempre un po’ di cibo in casa, così da non perdere troppi chili fra un acquisto e l’altro, e meglio soprattutto dormire per avere le sinapsi riposate e pronte a operare in modo freddo e brutale, da veri lupi della Grande Mela intenzionati a guadagnare senza faticare troppo. La scelta di un quartier generale sarà fondamentale, e sarà meglio renderlo accogliente e confortevole per i responsabili che busseranno alla porta con il desiderio di diventare qualcuno. Agenti di commercio, broker, venditori, tuttofare e giovani alla ricerca di un obiettivo: diventare qualcuno non è mai stato così divertente come adesso. Tutto, inoltre, sarà possibile viverlo direttamente, muovendo il personaggio per il mondo di gioco. E  ammetto che questo genere di approccio potrebbe offrire un nuovo modo per interfacciarsi con opere di questo calibro, mirate a sorprendere e cambiare il genere.

Cosa aspettarsi da Big Ambitions?

Come qualunque videogioco del genere che si rispetti, anche Big Ambitions cattura per la libertà che propone. Al momento non possiamo confermarla, ma non vediamo l’ora di averlo fra le mani per capire effettivamente cosa significhi costruire un impero e farlo prosperare. Il fatto di poterlo vivere direttamente è un elemento peraltro interessante, perché permette di intuire cosa può fare comodo in un determinato momento dell’esperienza, e cosa invece potrebbe essere di troppo.

“Fin dall’inizio abbiamo temuto che il nostro obiettivo di ridefinire il genere simulativo e gestionale fosse davvero troppo ambizioso. Dopo migliaia di playtest e feedback positivi da parte dei primi sostenitori, siamo fiduciosi di poter comunicare la data di lancio dell’accesso anticipato di Big Ambitions. Una rivoluzione per il genere di simulazione e gestione”, ha detto Jonas Hovgaard, fondatore e CEO della Hovgaard Games. La pubblicazione in Accesso Anticipato di Big Ambitions è prevista per il 10 marzo 2023 su PC, in concomitanza con altre uscite. Basterà l’ambizione o servirà molto altro? Non resta che scoprirlo.