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Blacksad: Under The Skin | Recensione

La recensione di Blacksad: Under The Skin, la trasposizione videoludica del fumetto con protagonista un gatto antropomorfo e investigatore a New York

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a cura di Matteo Lusso

New York, anni '50. Il proprietario di una palestra è rinvenuto morto, impiccato proprio sopra il ring dove allenava una giovane promessa della boxe, ora irreperibile. Sembra un caso semplice per l'investigatore privato John Blacksad, che però si troverà ben presto invischiato in vicende criminali dalle forti tinte noir e hard boiled.

Blacksad, un gatto investigatore

Questa è la premessa di Blacksad: Under The Skin, trasposizione videoludica a cura di Pendulo Studios e YS Interactive, dell'omonima serie di fumetti gialli in cui i personaggi sono animali antropomorfi - che si affianca così anche al gioco di tavolo. Il nostro protagonista è infatti un gatto nero dalle fattezze umane che è stato assunto dalla figlia della persona, o meglio lince, morta suicida. Non bisogna però farsi ingannare dalla presenza di animali parlanti, perché la trama è narrata in modo efficace con tanti tasselli da scoprire e unire con il nostro intuito, che portano a continui colpi di scena e rendono l'avventura sempre più intricata e matura.

Esploriamo infatti una città razzista e senza perdono, potendo contare su pochi amici ma, in compenso, incontriamo tanti nemici. In maniera abbastanza palese, il carattere di ogni personaggio dipende principalmente dall'animale che rappresenta. Uno degli amici più fidati di Blacksad è infatti un pastore tedesco, nonché suo "aggancio" in polizia. A parte ciò, la caratterizzazione dei vari protagonisti e antagonisti è comunque davvero riuscita, pur cadendo in qualche cliché del genere poliziesco e investigativo. Abbiamo appunto il personaggio insospettabile, il fuggitivo che non si trova, le varie mafie con i propri capi dal comportamento calcolatore oppure irruento e così via; nulla di troppo originale a primo impatto, ma si tratta comunque di un gruppetto molto interessante che permette alla storia di evolversi portando nuovi dubbi e poche risposte per ogni indizio che troviamo. Per fortuna Blacksad: Under The Skin è un videogioco autoconclusivo che non si interrompe all'improvviso con un cliffhanger e ci dà tutte le risposte una volta giunti al finale - raggiunto in all'incirca una decina di ore.

Pad alla mano, Blacksad presenta la moderna impostazione, ormai divenuta classica, dei titoli narrativi: esattamente come la serie The Walking Dead della defunta Telltale, per esempio, ci muoviamo liberamente per i vari scenari tridimensionali, interagendo con oggetti e persone. Naturalmente, data la natura investigativa del gioco, Blacksad annota sul proprio taccuino tutto quello che riesce a scoprire sulle persone che incontra e nuove prove sono ottenute "unendo" gli indizi che troviamo.

A questo proposito, benché sulla carta il gameplay sembra lasciare spazio alle intuizioni del giocatore, l'avanzamento è comunque molto lineare. Una chiarissima icona ci segnala tutto ciò con cui possiamo interagire, siano dettagli insignificanti o elementi fondamentali, riducendo l'esplorazione a un mero controllo di ogni angolo. Ciò che scopriamo - delle frasi che rappresentano il nostro indizio - vanno poi uniti come tasselli di un puzzle. Non ci sono penalità se si sbaglia, quindi, anche nel remoto caso di non capire cosa si collega a cosa, è sufficiente andare a tentativi. Ciò riduce in parte l'immersività ma, perlomeno, restano pur sempre i dialoghi a risposta multipla. A seconda delle nostre scelte, prendiamo quindi delle decisioni che avranno effetto in futuro; il problema è che l'impatto sulla storia è spesso marginale. Anzi, a volte non esiste proprio la possibilità di decidere, dato che rispondere in un certo modo o non riuscire a completare correttamente un Quick Time Event - fortunatamente inseriti in modo tale da non essere troppo improvvisi o complessi - porta semplicemente alla morte del protagonista o di un altro personaggio fondamentale, costringendoci a ripartire dall'ultimo checkpoint.

Nonostante tutto, la narrazione di Blacksad: Under The Skin è più che riuscita. Ci sono sono continui risvolti e nuovi elementi che si aggiungono al caso, dandoci un senso di fierezza quando riusciamo a capire cosa sta succedendo prima che ce lo sveli il gioco. A ciò si aggiunge poi un buon doppiaggio in inglese - tutti i testi di Blacksad sono però tradotti in italiano - che riesce a dare la giusta enfasi ai momenti clou, con la voce fuori campo del protagonista che di volta in volta commenta gli avvenimenti principali con un tocco di sarcasmo e pessimismo. Ottima inoltre la colonna sonora: le svariate tracce sono elaborate e si adattano perfettamente a questo noir.

Stilisticamente parlando, a parte i già citati animali antropomorfi, Blacksad: Under The Skin opta per uno stile realistico a partire dalla metropoli di New York fino al più piccolo degli oggetti. Inaspettatamente, la saturazione dell'immagine è molto accesa grazie ai colori vividi della scena che fa da contrasto alla cupa narrazione. A livello puramente tecnico, la resa dei livelli e dei personaggi è discreta ma non eccezionale: alcuni personaggi sono nettamente più curati di altri meno importanti, mentre nei primi piani le texture non sono abbastanza definite. Bisogna però considerare che in questo modo gli sviluppatori sono riusciti a dare, volontariamente o involontariamente, lo stile del fumetto al gioco, anche se nel complesso la grafica appare abbastanza arretrata. Peccato poi per le animazioni facciali: se il protagonista Blacksad è sufficientemente espressivo e il proprio volta riesce a far capire cosa gli passa per la testa, questo vale molto meno per gli altri personaggi la cui mimica facciale appare molto meno fluida.

Ci sono inoltre delle limitazioni a nostro avviso un po' anacronistiche, come il limite dei 30 fotogrammi al secondo, e qualche bug piuttosto fastidioso. Spesso l'audio salta parzialmente o totalmente quando cambia la scena. Inoltre, il gioco ci avvisa quando possiamo usare il "cervello" di Blacksad per unire uno o più indizi - una facilitazione di troppo a nostro avviso - ma è capitato che in realtà non ci fosse nulla da collegare.

Insomma, Blacksad: Under The Skin non è un videogioco perfetto e, per certi versi, è anche fin troppo guidato. Però la storia raccontata è molto interessante e non è facile dipanare la matassa di bugie e inganni legati a quello che in apparenza è solo un suicidio fino a che non si arriva all'inaspettato finale.

Blacksad: Under The Skin è disponibile all'acquisto per PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch su Amazon. Inoltre, perché non leggere anche il fumetto acquistando la raccolta con tutte le storie pubblicate?

Voto Recensione di Blacksad: Under The Skin - PC


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia davvero interessante, che si mantiene viva fino alla fine.

  • - Personaggi ben caratterizzati.

Contro

  • - Più lineare e guidato di quanto non sembri.

  • - Qualche problema tecnico di troppo.

Commento

Blacksad: Under The Skin si gioca con piacere, soprattutto grazie a una trama stimolante e ricca di colpi di scena. Avanza però in maniera molto lineare dando meno peso alle scelte e azioni del giocatore di quanto ci si aspetti, nonostante il gameplay cerchi di mascherare tutto ciò lasciando a noi il (semplice) onere di unire gli indizi scoperti. Anche graficamente non è al top, ma il risultato finale è accettabile per il tipo di gioco e anzi, sopra la media. A parte qualche problema legato perlopiù al comparto audio, si tratta comunque di un titolo apprezzabile per i fan del fumetto o da chi adora questo genere di storie.

Informazioni sul prodotto

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Blacksad: Under The Skin - PC