Bungie non si allinea alle politiche di PlayStation

Le ultime posizioni di PlayStation in merito all'aborto non corrispondono alla visione di Bungie: ecco le parole del team di sviluppo.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Nel corso delle ultime settimane PlayStation è stata protagonista in negativo sul web, a causa di alcune dichiarazioni del suo CEO Jim Ryan in merito all'aborto. Oltre agli utenti, ci ha pensato anche Bungie a gettare un po' di benzina sul fuoco, con una presa di posizione decisamente forte.

Andiamo con ordine: nelle ultime settimane Ryan ha dichiarato che PlayStation non impedirà a nessuno di prendere posizioni anti abortiste. Una dichiarazione che ha sollevato un po' di proteste, soprattutto quando Ted Price (presidente di Insomniac Games) ha rilanciato, specificando che non approverà nessun tipo di dichiarazione in merito ai diritti sulla riproduzione. Bungie, dal canto suo, ha deciso di schierarsi comunque, forte della sua posizione da indipendente.

"Lo ammetto, sono solo un community manager, ma sono sicuro di quello che sto per dire. Noi siamo e continueremo a essere Bungie. Non ci sarà mai niente che potrà impedirci di batterci per ciò che è giusto", le parole del Community Manager di Bungie dichiarate in risposta a un utente che si chiedeva come le posizioni del team di sviluppo potessero cambiare dopo l'acquisizione di Sony, avvenuta nel corso degli ultimi mesi per un totale di 3 miliardi di Dollari. La posizione è stata poi confermata anche dal CEO del team di sviluppo Pete Parson, che ha dichiarato come il team continuerà comunque a rilasciare dichiarazioni in merito a temi politici importanti.

Nel corso degli ultimi anni Bungie ha basato molto la sua comunicazione su cause importanti e temi sociali. Oltre all'aborto, il team di sviluppo si è anche schierato con il movimento Black Lives Matters, che nell'estate del 2020 ha visto grandi rivolte a causa dei comportamenti della polizia locale statunitense nei confronti delle persone di colore. Temi come l'aborto, il razzismo e ovviamente le diseguaglianze sociali continueranno dunque a essere un tema centrale del team di sviluppo statunitense, che non impedirà a nessuno di esporsi in merito.