I Dambusters

Quale superlativo potrebbe adattarsi a Call of Duty? É semplicemente il miglior titolo del suo genere mai prodotto. I controlli si imparano in pochi momenti, grafica e suono sono i migliori mai viste, i diversi livelli di difficoltà sono ben equilibrati e l'assortimento di personaggi (un paramilitare statunitense, un incursore inglese e un ufficiale russo) offre un vario campo di modus operandi e un'ampissima scelta nel tipo di armamento.

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a cura di Tom's Hardware

I Dambusters

Una volta che i paracadutisti statunitensi arrivano al comando britannico, la missione mantiene lo spirito delle precedenti: l’obiettivo è quello di catturare e mantenere il controllo del famoso Ponte Pegasus, al momento dello sbarco. Il problema è l’assenza di Lord Lovat, del suo maglione bianco e del suo fucile da caccia (che conoscerete dalla missione “The longest day”). Le missioni diventano un po’ più immaginarie, sebbene mantengano una certa fedeltà al contesto storico. In successione abbiamo: un attacco a una diga nella Ruhr, che fu bombardata dalla famosa squadriglia della RAF conosciuta come “Dambuster”, i rompi argini; quindi dovrete gestire un incursione nella Tirpitz, una delle navi da guerra più moderne della Germania, con lo scopo di sabotarla.

La cosa che ci è piaciuta di più di queste missioni è che permettono al giocatore di sperimentare diversi ambienti e contesti. Abbiamo ripetuto più volte gli addestramenti solo per goderci i panorami e gli effetti luminosi del gioco. C’è anche la possibilità di osservare, non certo come uno spettatore, il traffico costituito da camion, automobili, motociclette e side-car nemici. La scelta dell’arma è fondamentale, se si vuole uscirne vivi. L’ultima missione richiede la distruzione di una base piena di razzi V2..