... cartacce e scorie radioattive del dopoguerra comprese

La recensione di Yooka-Laylee, il ritorno del platform "collectathon" 3D per eccellenza nella sua incarnazione Switch.

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a cura di Jacopo Retrosi

Equilibrio e bilanciamento, a Yooka-Laylee mancano in egual misura: le sfide si rivelano spesso inutilmente macchinose, tirate senza ritegno per lunghe, con tanto di trial and error forzatissimi. Le capacità del giocatore sono inoltre castrate da fastidiose barre dell'energia e timer (nemmeno segnalati a schermo) che non servono a granché se non imporre dei (discubili) vincoli, eppure dopo una manciata di ore si può già spiccare il volo a proprio piacimento, rompendo buona parte dei puzzle. Ci sono pochi mondi (solo 5, l'hub principale non ha molto da offrire) e ancora meno occasioni per sfruttare appieno le abilità dei due protagonisti, interessanti sulla carta ma proposte in maniera troppo frettolosa perché si riesca a metabolizzarle appieno.

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Playtonic ha fatto salti mortali per confezionare un'esperienza quanto più fedele agli stampini griffati Rare, proposito in cui è riuscita magnificamente, ma ha finito per introdurre falle di design assenti (o comunque non così evidenti) ai tempi del Nintendo 64, lasciando invece al loro posto un paio di scheletri nell'armadio.

Stando alle dichiarazioni del team di sviluppo, la versione Switch è stata cucita su misura in base al feedback ricevuto in questi mesi, soprattutto in risposta alle lamentele riguardanti la telecamera e il sistema di controllo. Spulciando in rete i miglioramenti sono subito visibili, tuttavia Joy-Con alla mano è altrettanto palese che ci troviamo ancora a distanze siderali da un Super Mario Odyssey a caso.

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Tornano i minigiochi, anche in multiplayer

Paragone scorretto? Vero, ma parliamo di produzioni simili uscite a distanza di qualche mese e in giro per casa si sente tuttora distintamente la puzza di Cappy. In Yooka-Laylee purtroppo non sempre il giocatore riesce a muoversi come vorrebbe, non ha quella sicurezza e quella precisione di cui invece non si avverte certo la mancanza in compagnia dell'idraulico.

Le movenze di Yooka sono scivolose e scattose, specie quando rotola (i puzzle incentrati su questa particolare abilità sono un incubo), e la telecamera imbizzarita non aiuta con i suoi continui sussulti, anche nella nuova modalità manuale. Tutto ok finché si gironzola a vuoto, ma non appena il percorso si fa tortuoso e bisogna darsi una mossa vien voglia di azzannare il pad. Il perfetto connubio però si raggiunge quando l'azione si sposta nei cieli. È imbarazzante: pilotare un boeing in fase di decollo sarebbe più agevole, e sicuramente meno frustrante.

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Capital B proprio non regge il confronto con Gruntilda

E dire che basterebbe rendere i controlli più reattivi e meno "adesso funziono, adesso no" per risolvere molte delle grane evidenziate. Così come per altri dei difetti minori che si accavallano nel corso dell'avventura: scalini microscopici insormontabili, pendii che annullano qualunque risposta agli input, nemici che non si sa mai se conviene colpirli o evitare per via dell'assenza di feedback o segnali di qualche tipo, dialoghi in-game che non impediscono a eventuali minacce di parcheggiare il loro fondoschiena sul nostro avatar, facendoci perdere salute al termine della chiacchierata... l'elenco è lungo e tutt'altro che lusinghiero.

Il porting se non altro è stato realizzato con doviziosa perizia. Yooka-Laylee su Switch gira alla grande, riducendo sensibilmente il distacco dalle piattaforme rivali. La risoluzione ridotta, ombre meno definite e il frame rate limitato a 30 fotogrammi al secondo sono sacrifici inevitabili, ma vengono compensati da una presentazione fluida e impeccabile (salvo un paio di rare occasioni), anche in modalità portatile.

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Modelli, filtri, effetti, animazioni, pochi sono stati i compromessi per traghettare questo imponente open world realizzato con Unity sulla console Nintendo e le differenze si notano appena: l'impatto visivo è notevole e le atmosfere avvolgenti. Se solo potessimo contare su un maggior numero di livelli da ammirare. In ogni caso, davvero un ottimo lavoro da parte di Playtonic.

Gliene abbiamo dette di cotte e di crude, eppure proprio non riusciamo a prendercela così a male con Yooka-Laylee. La nostalgia è una brutta bestia ma alle volte può aiutare a fare il punto della situazione. Controlli problematici? Telecamera addormentata? Formula di gioco tanto variopinta quanto approssimativa? Level design tanto creativo quanto ingarbugliato? Tanti colpi di genio quante inspiegabili lacune?... Ciao Banjo, è da un bel po' che non ci si vede.

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Inutile girarci intorno, il titolo Playtonic è figlio della stessa saga che ci eravamo lasciati alle spalle quasi 20 anni fa e non è che abbia fatto poi molto per distinguersi dai suoi illustri antenati; più un terzo capitolo che un nuovo inizio dunque? Non proprio. Diverse le migliorie, carine alcune novità, ma anche un sacco di passi indietro e un bel po' di potenziale inespresso.

I fan volevano Banjo-Threeie e un certo senso l'hanno ottenuto, ma Playtonic poteva (e doveva) osare di più, evolvere il proprio repertorio, soddisfare i fan senza lasciare il resto del mondo fuori dal coro. Proprio i fan di sicuro si divertiranno un mondo con questo platform d'altri tempi, ma tutti gli altri non potranno fare a meno di notare le ruggini (volutamente ignorate) di una formula vecchia, sia dentro che fuori, mal armonizzata agli standard odierni e incapace di reggere il confronto con i pezzi da novanta degli ultimi anni, che hanno riscritto, espanso e migliorato i suoi vetusti canoni, specie in casa Nintendo.

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Ciononostante è proprio su Switch che Yooka-Laylee funziona al meglio, vuoi per un bacino d'utenza particolarmente affezionato al genere, oppure perché si tratta di un'esperienza che ben si sposa sia a lunghe sedute impegnate che a sessioni mordi e fuggi tra una pausa e l'altra (il fiore all'occhiello del piccolo hardware nipponico).

Un universo vasto, coloratissimo e pieno di sorprese, condito da un cast rumoroso (letteralmente) e con una spiccata tendenza a infrangere la quarta parete, attorno al cui nucleo vorticano meccaniche che non si fanno problemi a vomitare al giocatori pregi e difetti, gli stessi (più o meno) che hanno reso la sua fonte d'ispirazione un cult. Premiarlo per l'approccio conservativo o criticarlo per non essersi distaccato a sufficienza dalla tradizione? Elogiarne i meriti o permettere alle "svirgolate d'autore" di affondare la baracca? A voi la scelta.

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Ah, i quiz... Dannati quiz!

Noi tutto sommato ci siamo divertiti e siamo convinti che Yooka-Laylee sia degno di un posticino nella vostra collezione (a proposito, dov'è l'edizione retail per Switch?), ma contemporaneamente avremmo voluto spaccargli la faccia. Più volte.