Questo weekend si è conclusa la prima asta di Konami dedicata agli NFT di Castlevania. Molto criticati dai giocatori, in realtà la vendita è stata un vero e proprio successo. Il publisher e sviluppatore nipponico infatti è riuscito a vendere tutti i token non fungibili, che però a quanto pare non sono finiti nelle mani dei giocatori di alcuni speculatori.
Gli NFT sono molto spesso accostati ad un concetto di "scarsità digitale". Un token non fungibile può essere emesso in pochissime quantità ed è quello che è accaduto con quelli di Castlevania. Una parte di coloro che hanno acquistato i vari token hanno già deciso di rimetterli in vendita, sfruttando OpenSea, la stessa piattaforma scelta da Konami per l'asta "originale".
Non sappiamo, almeno allo stato attuale, quanti NFT siano finiti nelle mani dei veri fan di Castlevania e quali nelle mani invece degli speculatori. Quello di cui siamo sicuri, però, sono le cifre. Al momento della stesura di questa notizia, per acquistare un BGM del terzo capitolo sono necessari 328.470 Dollari, almeno per averlo subito. Così come le musiche, vendute tra i 9.000 e i 17.000 Dollari. Cifre sicuramente importanti, che dimostrano la rarità dei token non fungibili e di quanto l'intera iniziativa abbia diversi punti in comune con il mercato dell'arte più classica, con investitori e speculatori pronti a fare una scommessa per guadagnare in futuro.
Gli NFT di Castlevania non saranno un esperimento isolato. Nel corso dei prossimi mesi è molto probabile che Konami deciderà di emettere altri token non fungibili, magari basati su ulteriori franchise come Silent Hill, Metal Gear Solid e Pro Evolution Soccer. Deciderà il mercato, ovviamente, se saranno un successo oppure no, al netto delle critiche dei fan e dei giocatori ma visto questo precedente specifico è molto improbabile che le prossime iniziative risulteranno in un flop simile a quello di Ubisoft.
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