Castlevania Requiem: Symphony of the Night & Rondo of Blood Recensione, due grandi classici anche su PS4!

Due grandi classici Konami finalmente su PlayStation 4, ecco a voi la recensione di Castlevania Requiem: Symphony of the Night & Rondo of Blood!

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Ci sarebbe veramente tanto, tantissimo da dire su Castlevania: una serie iniziata nel lontano 1986 capace, nel corso degli anni, di appassionare migliaia e migliaia di giocatori da tutto il mondo. Uno dei prodotti di punta di Konami insomma che oggi, a distanza di diversi anni, approda anche su PlayStation 4 con due tra i capitoli meglio riusciti dell’intera saga.

Castlevania Requiem è infatti la collection che contiene Symphony of the Night e Rondo of Blood, usciti rispettivamente nel 1997 sulla prima PlayStation e nel 1993 su PC Engine: due titoli che non hanno bisogno di presentazioni e che fanno qui la loro comparsa in un’edizione che può contare in primis sull’upscaling 4K o 1080p, oltre che a qualche altra caratteristica che andremo ad approfondire in questa recensione. Pronti ad una nuova lotta contro le forze del male?

Il ritorno della sinfonia…

Iniziamo con un breve sommario degli eventi che andremo a vivere nel corso di queste due fantastiche avventure. In Rondo of Blood – noto in Giappone col titolo Akumajō Dracula X Chi no Rondo – torniamo indietro fino all’anno 1792, quando il Conte Dracula torna in vita per sconvolgere il periodo di pace e prosperità che si era creato. A seguito del rapimento della sua amata Annette, toccherà a Richter Belmont e alla giovane e coraggiosa Maria Renard prendere in mano la situazione in un’avventura tutta da vivere. Sequel di Rondo of Blood è Symphony of the Night, riconosciuto ancora oggi come uno dei capolavori che hanno definito l’intero universo di Castlevania. Ambientato cinque anni dopo gli eventi del suo predecessore, il gioco ci mette nei panni di Alucard – figlio del perfido Conte – e di Maria intenti ad indagare sulla misteriosa scomparsa di Richter.

Partiamo subito con una premessa: questa collection, utile soprattutto a coloro che vogliono scoprire per la prima volta queste due perle dal valore indiscusso, non è altro che la riproposizione delle versioni già pubblicate su PSP undici anni fa con qualche piccola modifica. Ciò si traduce dunque in una localizzazione differente rispetto all’originale per Symphony of the Night: nuovi dialoghi e un nuovo doppiaggio, più fedele nel significato a quello giapponese.

Coloro che si aspettavano qualcosa in più rispetto ad un semplice porting, come peraltro ribadito da Konami a più riprese, rimarranno purtroppo abbastanza delusi: non perché i due giochi non siano all’altezza, ma perché non aggiungono nulla a ciò che già abbiamo visto e ammirato anni addietro. Il valore dei titoli come detto è comunque indiscutibile, e se Rondo of Blood potrebbe apparire ad alcuni come un gioco invecchiato in parte delle sue sezioni – affermazione in ogni caso opinabile, in quanto ancora oggi fa la sua ottima figura – il suo successore è sempre magnifico come ce lo ricordavamo.

Symphony of the Night, rispetto al più lineare prequel, punta in maniera ancora più decisa sull’esplorazione del castello: un fattore che rende la longevità generale molto elevata, e che vi darà dunque modo di godervi ore e ore di azione e divertimento in una delle location più suggestive mai concepite per un videogioco. Altro punto di forza del titolo è il comparto sonoro, che grazie ad una cura davvero minuziosa rende l’esperienza complessiva qualcosa di davvero indimenticabile, qualcosa che ogni giocatore deve necessariamente vivere almeno una volta.

Sempre parlando del comparto audio va citata una delle novità introdotte da questo Castlevania Requiem: molti degli effetti sonori saranno infatti riprodotti dagli altoparlanti presenti sul nostro DualShock 4, rendendo l’esperienza ancora più immersiva e dinamica. Altra aggiunta quantomai gradita sono i trofei, ben quarantaquattro in totale, che rappresentano un’ulteriore sfida che soltanto i giocatori più impavidi riusciranno a vincere: entrambi i giochi metteranno infatti alla prova voi e la vostra pazienza, e in casi come questi ottenere il trofeo platino non sarà proprio una passeggiata.

Per gli amanti del vintage ancora più vintage è inoltre disponibile tutta una serie di impostazioni, che permetteranno al giocatore di modificare la schermata di gioco con filtri, interlacciamento, riverbero e quant’altro: tutto ciò che serve e anche di più per ottenere l’esperienza retrogaming perfetta. Sarà anche possibile scegliere, oltre alle dimensioni della schermata di gioco, tra cinque sfondi in alta definizione e uno totalmente nero.

La definizione di un genere.

Caratteristica di Symphony of the Night è anche l’introduzione di meccaniche GDR che, nonostante a prima vista possano sembrare superficiali, con l’avanzare della nostra avventura si riveleranno sempre più articolate: il sistema di crescita del personaggio, come da canone per i classici del genere, ci porterà ad arricchire sempre di più le nostre abilità ed il nostro armamentario. Per chi volesse potenziare al massimo il proprio personaggio la strada è davvero lunga, ma alla fine del percorso restituirà un protagonista in grado di sconfiggere tutti i nemici dando dimostrazione delle grandi abilità ottenute: elemento mica da poco, dato che per avere la meglio su molti dei boss presenti nel gioco ci troveremo spesso e volentieri a sudare le proverbiali sette camicie. Far crescere il nostro personaggio sarà dunque un requisito necessario per portare a termine la nostra missione, senza se e senza ma.

Nonostante sia meno noto al pubblico mainstream, Rondo of Blood è uno dei titoli più ricercati dagli appassionati della saga e, da un certo punto di vista, anche tra i più rilevanti nella sua storia. Si tratta infatti del primo episodio della serie a puntare su una non linearità di fondo per consentire al giocatore di vivere la sua avventura in modi diversi e dando così una svolta chiara e netta alla serie. Il suo sequel è invece, con tutta probabilità, il capostipite di ciò che noi oggi chiamiamo “Metroidvania”: un genere capace di fondere più stili e del quale la sinfonia di Konami è forse l’esempio migliore che sia mai stato concepito, capace peraltro di influenzare e non poco molte altre produzioni nate in seguito. Il consiglio rivolto ai neofiti della serie è dunque quello di armarsi di pazienza e buona volontà con la consapevolezza che, superato il possibile scoglio iniziale legato alla comunque veneranda età dei due titoli, troveranno ad attenderli non una, ma ben due avventure davvero imperdibili.

Proprio in questi giorni è uscita su Netflix la seconda stagione della serie animata di Castlevania: un altro modo, insieme alla “nuova” collection appena pubblicata, di tuffarci completamente in una delle storie più avvincenti mai raccontate nel mondo dei videogiochi. Almeno per il momento, non vi sono informazioni sull’approdo di Requiem su altre piattaforme o su una possibile edizione fisica: nel frattempo lo trovate su PlayStation Store al prezzo di 19.99 euro, e se non l’avete mai fatto non perdete l’occasione per vivere e riscoprire queste due opere. Non ve ne pentirete.

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