Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition, un capolavoro senza Tempo | Recensione

Uno dei migliori JRPG per PlayStation fa il suo ritorno in una remaster dalla buona sostanza.

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a cura di Marco Patrizi

Editor

Se c’è un periodo storico a cui molti appassionati di JRPG ricollegano gran parte dei loro ricordi più cari è sicuramente quello a cavallo tra gli ultimi anni ‘90 e i primi del 2000, quando in particolare su PlayStation c’è stata una densa produzione di titoli entrati nell'olimpo del medium. Non parliamo solo della terza generazione di Final Fantasy, ma anche di titoli del calibro di Suikoden II, Grandia, Star Ocean: The Second Story, The Legend of Dragoon, Vagrant Story… Erano altri tempi però, tempi in cui la pur crescente popolarità di questo genere non garantiva la commercializzazione in tutto il mondo, e in particolare in Europa non sono mai arrivati diversi altri titoli importanti.

Square Enix è sempre stata molto attiva nel riproporre i suoi classici di maggior successo, ma recentemente sta includendo nella sua lineup anche le riedizioni di titoli più di nicchia. Negli ultimi tempi abbiamo avuto l’occasione di mettere le mani su titoli fermatisi agli USA, come SaGa Frontier e Legend of Mana; sperando che prima o poi arrivi anche il turno di Xenogears e Parasite Eve.

Con questa Radical Dreamers Edition, Square Enix ci propone un’edizione rimasterizzata e arricchita di Chrono Cross, uno dei giochi in realtà più conosciuti e acclamati di quell'epoca d’oro, ma che per qualche ragione non è mai riuscito ad approdare nel nostro mercato. Gran parte della sua notorietà è dovuta al fatto di essere il sequel (anche se non tutti i fan sono d’accordo sulla definizione) di quel capolavoro che è Chrono Trigger, ma di per sé Chrono Cross è stato in effetti uno dei migliori JRPG usciti per PS1, benché non privo di difetti.

Una cicatrice nel tempo

Se conoscete già il gioco originale saltate pure i prossimi paragrafi. Se invece siete profani della serie, sappiate che Chrono Cross non è un seguito diretto nel senso classico del termine, ma la sua storia si intreccia trasversalmente con quella di Chrono Trigger. È comunque possibile goderselo senza aver necessariamente giocato al capitolo precedente, anche se ovviamente vi perderete diversi dettagli della visione d’insieme. Dobbiamo però sottolineare che se non avete ancora giocato a Chrono Trigger, dovreste a prescindere fermare tutto quello che state facendo e rimediare quanto prima a questa lacuna; è disponibile su molte piattaforme, tra cui Steam e mobile.

La storia di Chrono Cross ci mette nei panni di Serge, giovane e silenzioso protagonista che senza apparente motivo viene trasportato in una versione alternativa del suo mondo, un universo parallelo dove scopre di essere morto 10 anni fa. Dopo questa rivelazione, si ritroverà a collaborare con la turbolenta ladra avventuriera Kid, con cui partirà alla ricerca della mistica Frozen Flame e di Lynx, un minaccioso metaumano legato misteriosamente al destino di Serge. Nel suo tentativo di tornare nella sua dimensione, il protagonista si ritroverà coinvolto in un’avventura che rivelerà il suo vero ruolo nella tela di quel duplice mondo.

Questa è solo una mera sinossi di una delle storie più affascinanti mai create per un gioco di questo genere, e se siete degli amanti delle trame articolate che man mano che si prosegue si rivelano enormemente più complesse di quanto vi aspettaste, dovreste assolutamente gettarvici a capofitto. Uno dei pochi nei che ci sentiamo di segnalare è una certa incostanza di ritmo narrativo: a volte passa diverso tempo senza aver chiaro il prossimo obbiettivo, mentre gran parte dei dettagli più importanti e sconvolgenti vengono rivelati verso la fine dell’avventura (tendenza tipica delle produzioni giapponesi), generando una certa confusione. Fortunatamente Square Enix ha preso la decisione (non banale per una remaster) di tradurre il gioco in diverse lingue, italiano compreso.

A differenza di Chrono Trigger, che si concentra sui viaggi temporali in diverse epoche, Chrono Cross radica la propria progressione narrativa sui viaggi dimensionali. I due mondi paralleli, infatti, si sono sviluppati con delle differenze; un oggetto o un personaggio assente in uno potrebbe essere presente nell'altro, e viceversa. Nelle fasi avanzate del gioco, alcuni personaggi che si uniranno al party avranno anche la singolare opportunità di confrontarsi con i sé stessi del mondo alternativo.

Una delle caratteristiche migliori della trama di Chrono Cross, tuttavia, è la sua non-linearità. In diverse occasioni il gioco ci pone di fronte a delle decisioni che costituiscono dei veri bivi narrativi; a seconda della nostra scelta, alcuni tratti di storia saranno diversi, e con essi anche i personaggi reclutabili. Questo ovviamente ha l’effetto di spingerci a rigiocare più volte per scoprire le diverse varianti e “collezionare” tutti i personaggi tramite New Game+.

Proprio la grande varietà di personaggi è a ben vedere una delle poche note stonate dell’apparato narrativo. Nel gioco sono infatti reclutabili più di 40 personaggi e com’è intuibile a ben pochi di essi viene dedicato un approfondimento soddisfacente.

Battaglia di elementi

Anche nel gameplay Chrono Cross dimostra la sua volontà di non adagiarsi sugli allori, introducendo un battle system completamente rinnovato rispetto al predecessore. A ogni turno i personaggi hanno a disposizione dei punti di stamina e tre diversi tipi di attacco: debole, medio e forte; con l’aumentare della potenza cala il grado di precisione, ma più se ne portano a segno e più questa aumenta. Ruolo centrale viene ricoperto dagli elementi, che caratterizzano sia magie di attacco che di difesa, ma anche gli stessi personaggi. Alleati e nemici hanno un elemento innato che li caratterizza, quindi sarà indispensabile tenerne conto per ottimizzare i turni e distribuire le magie al party.

Il sistema di gioco è in realtà molto più complesso di così, ma descriverlo in tutti i suoi dettagli e sfumature ha davvero poco senso. Vi basti sapere che si tratta di un battle system sufficientemente complesso che richiede una buona dose di pianificazione, soprattutto in occasione dei boss. Tanto che si tratta probabilmente del primo JRPG in cui abbiamo trovato la possibilità di fuggire anche dalle boss fight, per riorganizzarsi e riprovare, senza essere costretti a caricare l’ultimo salvataggio.

Un aspetto da Chrono Trigger però è stato mantenuto: i nemici sono visibili negli ambienti e gran parte di essi sono potenzialmente evitabili; un aspetto che snellisce significativamente l’esperienza, soprattutto considerando che si tratta di un gioco che fa molto poco affidamento al grinding.

Sognatori radicali

Uno degli aspetti più interessanti di questa remaster, specialmente per i fan dell’originale, è l’inclusione di Radical Dreamers – Le Trésor Interdit, una sorta di visual novel testuale che venne pubblicata solo in Giappone. E quando diciamo testuale intendiamo in senso letterale: gli eventi, le descrizioni e i dialoghi vengono espressi tramite semplice testo, con poche immagini statiche e tracce musicali di sottofondo; anche le nostre azioni, comprese quelle in combattimento, vengono eseguite selezionando da un menu di opzioni. Per completarlo bastano una manciata di ore, ma ricominciandolo vengono sbloccate nuove scelte da intraprendere che porteranno a differenti finali.

Non è facile descrivere come Radical Dreamers si colloca nella cornice della serie, soprattutto senza fare spoiler. Bisogna considerare che è nato ben prima dell’uscita di Chrono Cross e doveva essere una sorta di seguito di una possibile linea temporale di Chrono Trigger (chi ci ha giocato avrà capito a cosa ci riferiamo). È in Radical Dreamers che si vedono per la prima volta Serge e Kid, e ci sono diversi elementi che lo collegano direttamente al predecessore, come la presenza del personaggio Magus. Pertanto raccomandiamo di giocarci se avete già completato Chrono Trigger.

Solo in seguito venne preso come fondamento per la creazione di Chrono Cross, che però espanse e modificò l’incipit della storia e la portò a ben altri livelli. Chrono Cross è diventato dunque il capitolo canonico che si lega a Chrono Trigger, mentre Radical Dreamer è rimasto relegato a una sorta di “What if” di un differente universo parallelo. Non aspettatevi dunque un capitolo che aggiunge dettagli interessanti della lore canonica della serie.

Come potrete immaginare, data la sua natura, non si può dire che sia invecchiato bene per gli standard moderni. Se però apprezzate le avventure narrative sul genere di D&D o i librogame, potrete riscoprire un giochino semplice e potenzialmente divertente, che offre una storia alternativa interessante. Pur non aggiungendo molto all'esperienza del gioco principale, è un piccolo tocco gradito da parte di Square Enix, che si è anche presa la briga di tradurlo per l’occidente.

La prova del tempo

Contenuti a parte, l’aggiornamento più importante di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition riguarda ovviamente il comparto visivo. Come già visto per Final Fantasy VIII Remastered, questa versione contiene modelli poligonali in HD che fanno la loro figura sullo schermo, sempre considerando che si tratta di un gioco per PlayStation. Per l’occasione, Nobuteru Yuuki (character designer del gioco originale) ha creato dei nuovi artwork in alta definizione per i personaggi, che vediamo nelle finestre di dialogo e nel menu; oltre ad essere molto espressivi e un’autentica gioia per gli occhi, sapranno strapparvi più di un sorriso nostalgico, a cominciare dal menu principale. Ci spiace solo che non sia stata predisposta una galleria di immagini per ammirarli come si deve.

La sfida più grande, come prevedibile, è costituita dagli sfondi pre-renderizzati che sono stati trattati con un filtro che attenua l’effetto di stretching, anche se ovviamente non riesce a fare miracoli. L’effetto è altalenante a seconda delle location, e se in alcuni casi la sfocatura è fastidiosamente percettibile, come nella mappa del mondo, in generale siamo di fronte a un risultato accettabile. Discorso diverso per i filmati FMV che rimangono sostanzialmente ancorati alla qualità del formato per cui sono stati concepiti, ormai obsoleta.

Se tuttavia, per qualche motivo, preferite un’esperienza più rétro possibile, il gioco dà comunque la possibilità di disattivare queste rifiniture grafiche.

Il ritorno del maestro

Per curare al meglio il comparto sonoro di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition, Square Enix ha chiesto la collaborazione di Yasunori Mitsuda, l’eccelso compositore del gioco originale, che ha voluto dare al progetto un contributo sostanzioso, non limitandosi a rifinire la qualità audio delle tracce. Quella di Chrono Cross è infatti una delle sue colonne sonore più iconiche, alla quale è comprensibilmente affezionato, tanto da avergli dedicato un intero concerto nel 2019 in occasione del 20° anniversario del gioco.

Per la remaster sono stati aggiunti 7 arrangiamenti di brani e una nuova canzone intitolata “Dreams of the Past, Memories of My Soul”, eseguita dall’incantevole voce di Aisling McGlynn del gruppo corale Anúna.

A completare il pacchetto troviamo le ormai comuni, ma sempre apprezzabili feature che vengono incontro ai differenti approcci dei giocatori, attivabili comodamente con la pressione di un tasto.

Per procedere più spediti nell'esplorazione è possibile velocizzare l’azione di gioco (funzione  già presente anche nell'originale, ma solo dopo aver completato il gioco la prima volta). È possibile disattivare gli scontri con i nemici evitabili, quindi anche toccandoli negli ambienti non innescherete i combattimenti. E se proprio volete sfrecciare attraverso il gioco risparmiandovi il suo livello di sfida (cosa che vi sconsigliamo), esiste una funzione per semplificare i combattimenti che renderà i nemici delle autentiche talpe incapaci di colpirvi.

È presente una funzione di salvataggio automatico, ma per qualche ragione che ci sfugge non è possibile salvare in qualunque momento durante l’esplorazione, quindi dovrete sempre affidarvi ai punti di salvataggio.