Company of Heroes 3 | Provato - Più grande e più grosso!

Siamo volati a Londra per provare l'attesissimo Company of Heroes 3 di Relic Entertainment: ecco cosa ne pensiamo!

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

La settimana scorsa sono volato a Londra per prendere parte a un evento dedicato alla stampa per Company of Heroes 3. Se seguite il genere degli strategici in tempo reale potrete facilmente capire la curiosità e la voglia di provare finalmente con mano l’atteso titolo che mi attanagliavano nei giorni precedenti il press tour. Dopo due grandissimi episodi, e la fortunata esperienza con Age of Empires 4, Relic è infatti finalmente quasi pronta a tornare sulla celebre saga, che ormai quindici anni fa ha saputo innovare come poche altre un genere storico come quello dei RTS. Delle premesse e delle aspettative quindi alte, corroborate anche dall’avvincente hands-on di qualche mese fa, che ho potuto finalmente mettere alla prova: si sarà Company of Heroes 3 a una manciata di mesi dal lancio rivelato all’altezza?

Due campagne e tantissimi contenuti

La prima cosa che Relic ci ha tenuto a mostrarmi, una volta messo piede in una location creata a puntino per l’occasione, è come Company of Heroes 3 sarà decisamente il più grande di sempre. Due campagne rispetto all’unica del precedente episodio, 52 (!) differenti mappe contro le 22 del secondo capitolo e 120 unità uniche in confronto alle 42 viste su Company of Heroes 2: questi sono solo alcuni incredibili numeri che mostrano come lo studio canadese abbia intenzione di proporre mai come ora un’esperienza corposa e colma di cose da fare. Ovviamente, senza la qualità la quantità poco conta, ma, come vi racconteremo a breve, la coperta di Company of Heroes 3 sembra abbastanza lunga da non lasciare nulla scoperto. Se come me attendete quindi con trepidazione il prossimo 23 febbraio, data di lancio ufficiale del titolo, insomma, non avete troppo di cui prepararvi. Andiamo però con ordine.

La novità principale di questo nuovo capitolo, più che nel numero di contenuti più che duplicato, è però da andarsi a ricercare nella prima campagna. La modalità a giocatore singolo che prende il nome di Italian Dynamic Campaign contiene infatti al suo interno, oltre alle classiche missioni da RTS a cui siamo abituati, anche nientepopodimeno che una mappa di gioco alla Total War su cui passeremo diverso tempo aiutando gli Alleati a riconquistare la nostra amata penisola. Non aspettatevi certo la profondità e il numero di meccaniche presenti negli episodi della celebre serie di The Creative Assembly, ma tra villaggi da conquistare, decisioni da prendere, unità navali e aree e molto altro ancora, quanto imbastito da Relic a riguardo ha già saputo catturare la nostra attenzione anche in questo provato.

La liberazione dell’Italia avviene infatti in Company of Heroes 3 proprio fisicamente, spostando le unità sempre un centimetro avanti, strappando pian piano lembi di terreno alle truppe avversarie. Una riconquista in cui saremo supportati da diverse fazioni, come gli americani, gli inglesi e i partigiani italiani, ognuna delle quali avrà però dei punti di vista differenti sul come condurre la campagna. Proprio in questi scontri di visione si costruisce un semplice ma efficace sistema di relazione, che ci permette di stringere un rapporto più stretto con la fazione che approva maggiormente le nostre azioni sul campo di battaglia. Ottenere la fiducia degli americani piuttosto degli inglesi dà inoltre accesso anche a unità, tecnologie e buff differenti, rendendo quindi le nostre scelte tattiche ancor più cruciali all’interno del gioco, oltre che a rendere tale campagna di Company of Heroes 3 altamente rigiocabile.

Attenzione in ogni caso ad alzare troppo le aspettative per questa nuova mappa dinamica: sebbene nelle mie ore di prova sia rimasto tutto sommato soddisfatto dalla sua realizzazione, è innegabile di come si tratti di un qualcosa di accessorio al gameplay tradizionale della serie e che non pare avere la velleità di arrivare ai medesimi livelli di quanto visto a riguardo in titoli analoghi. L’espansione delle meccaniche, come ad esempio le unità aeree che sono arrivate solo negli ultimissimi istanti del nostro provato, e un livello di difficoltà tarato verso l’alto potrebbero benissimo aumentare esponenzialmente l’appeal nella versione finale di Company of Heroes 3, rendendola un’altra amatissima meccanica della serie. Per ora è però impossibile esporsi ulteriormente sulla tematica.

L’altra campagna presente nel gioco è invece decisamente più tradizionale, essendo lineare e maggiormente incentrata su quella che è la narrazione. A rendere ancora il tutto più interessante è uno scenario completamente differente rispetto a quello italiano, ossia il nord Africa. Un cambio di ambientazione che, oltre a cambiare quelli che sono gli attori in campo permettendoci di fare la conoscenza con i temutissimi Afrika Corps, riesce anche a offrire un qualcosa di differente sul piano di gameplay, con la guerra di posizione tipica dei Company of Heroes che diventa qui più veloce e mobile a causa delle grandi distese desertiche. Anche in tal caso non ho potuto scendere a fondo nella bontà della narrazione, che pare avere più di un qualcosa da dire grazie a sottotrame e il fatto che prenderemo il comando nientepopodimeno che delle truppe tedesche, ma la missione che ho potuto provare mi ha convinto sia come mappa che come ritmo. Insomma, una campagna che pare avere tutti gli stilemi delle modalità a giocatore singolo di un RTS e più di un asso nella propria manica. Anche in tal caso, però, fino al prossimo 23 febbraio è veramente difficile sbilanciarsi ulteriormente.

Pausa tattica e altre novità

Spostandoci su quello che è il gameplay sul campo di battaglia, posso invece fin da ora garantirvi come Company of Heroes 3 abbia anche questa volta fatto centro. Certo, il tutto può e anzi deve essere convalidato sul lungo termine, ma le cinque ore abbondanti di gioco fatte a Londra mi hanno più che rassicurato a riguardo. Il terzo episodio della saga, infatti, sotto questo punto di vista riesce sia a riaccogliere con i dovuti onori i fan storici della serie, facendoli fin da subito sentire a casa, sia a dare il benvenuto ai nuovi giocatori, con qualche novità niente male che rende l’apprendimento delle meccaniche di gioco meno ripido.

La più evidente di queste nuove meccaniche è sicuramente quella relativa alla pausa tattica, una feature che, per motivi facilmente immaginabili, sarà utilizzabile solo nelle modalità a giocatore singolo. La pausa tattica, infatti, consente di stoppare completamente il gioco, dando tempo all’utente di meglio decidere le proprie mosse e pianificare con maggior cura quelli che sono gli spostamenti delle varie truppe. Una meccanica assolutamente opzionale, che può essere usata o meno a completa discrezione del giocatore, e pensata soprattutto per i neofiti, sebbene possa tornare di grande aiuto anche per gli strateghi più navigati. L’enorme mole di unità diverse e le altre novità di Company of Heroes 3 rendono infatti la pausa tattica un qualcosa di estremamente utile anche per gli esperti della saga, che possono così studiare con maggior cura caratteristiche e potenzialità di tutte le aggiunte di questo terzo capitolo. Una novità, quindi, allo stato dell’arte, capace di offrire un qualcosa in più a praticamente chiunque e, al contempo, assolutamente non invadente, data la sua natura assolutamente opzionale.

In Company of Heroes 3 fanno poi inoltre la loro comparsa tante altre novità, anche più sostanziose in ambito gameplay. La verticalità ha ad esempio ora un impatto decisamente maggiore, dando a chi possiede il cosiddetto highground dei bonus consistenti rispetto agli avversari. Un miglioramento evidente, che alimenta la vena strategica del titolo con tutta una serie di nuovi ragionamenti da fare e che rende le mappe di gioco e la guerra di posizione ancor più cruciali. Anche il tank riding, ossia la possibilità di far salire le unità a piedi sui carrarmati, dona una ventata d’aria fresca al sistema di gioco, questo giro volta più a stanare avversari che ad arroccarsi in qualche posizione tattica. Unire le potenzialità dei fucilieri con quelle di un tank permette infatti di massimizzare le caratteristiche di entrambi, aumentando così la possibilità di fare breccia tra le forze nemiche. Non posso poi non citare un’altra volta tutte quelle che sono le nuove truppe, che non ho ovviamente toccato con mano nella loro interezza, ma che per quanto visto mi hanno convinto, soprattutto per la loro varietà. L’artiglieria indiana, ad esempio, riesce con le sue peculiarità a rivelarsi una mina vagante, capace di incidere negli equilibri di gioco.

Oltre a questi e altri miglioramenti, il gameplay di Company of Heroes 3 è esattamente quello che mi aspettavo. Il tattico sistema di gioco, basato sulla guerra di posizione, è infatti assuefacente come sempre, con la battaglia che infervora casa dopo casa, centimetro dopo centimetro. Un quadro complessivo che sembra convincente come sempre, in grado soprattutto di non deludere gli esigenti palati dei fan della saga. Se Relic riuscirà a sistemare tutti i piccoli problemini, grafici e non solo, che abbiamo riscontrato in questa prova da qui al 23 febbraio, ci sarà insomma di cui divertirsi.

Lato tecnico, sebbene non sappia quanto fosse corrazzata la configurazione su cui ho provato il gioco, Company of Heroes 3 non ha mostrato il fianco a rallentamenti di sorta, restando solido anche nei momenti più concitati. Riuscito pare anche l’impianto grafico-artistico, con la realizzazione di esplosioni e della distruzione degli ambienti che dona un quid in più al tutto.

Company of Heroes 3: in conclusione

Più grande, più grosso e più cattivo: questo hands-on londinese di Company of Heroes 3 mi ha lasciato delle ottime sensazioni, con il futuro titolo di Relic che pare avere tutte le carte in regola per rivelarsi non solo un degno episodio della saga, ma anche uno dei migliori RTS degli ultimi anni. Il gameplay è infatti fin da ora solido e il numero di contenuti estasiante: se tutti si riveleranno della qualità di quanto visto la settimana scorsa, ci sarà insomma poco di cui lamentarsi. La palla passa ora al talentuoso studio canadese, con la speranza che sappiano sistemare in questi ultimi mesi che ancora ci separano dal lancio quei piccoli bug e problemini grafici che abbiamo riscontato. Il futuro, in ogni caso, pare ben più che roseo.