Craccare le console in alcuni casi può essere legale

Secondo la Corte di giustizia UE è illegale aggirare le protezioni delle console solo se l'obiettivo è l'uso di videogiochi contraffatti. La questione riguarda la querelle legale tra Nintendo e PC Box Srl.

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a cura di Dario D'Elia

Craccare le console di videogiochi in determinate circostanze può essere considerato legale. Così si esprime la Corte di giustizia dell'Unione europea sul caso che vede protagoniste Nintendo e il negozio online PC Box, ma in verità è evidente che la valutazione è applicabile anche ad altri modelli.

Tutto è iniziato al Tribunale di Milano, quando per affrontare la controversia tra il colosso giapponese e una piccola Srl specializzata nella vendita di Mod chip per Wii e DS, viene richiesto il parere della Corte di giustizia UE. L'obiettivo è "chiarire la portata della protezione giuridica di cui si può avvalere Nintendo ai sensi della direttiva sull'armonizzazione del diritto d'autore al fine di lottare contro l'elusione delle misure tecnologiche predisposte".

Mod Chip per Nintendo DS

In pratica è di fondamentale importanza cercare di delineare i confini della lotta alla pirateria, poiché i cosiddetti Mod chip permettono sia il gioco pirata, consentendo l'elusione delle protezioni, che l'uso di software indipendente. Insomma è un classico strumento, la cui responsabilità è dell'utente finale. Se ne può fare un uso scorretto oppure corretto e legale.

"PC Box commercializza le consolle originali di Nintendo con un software aggiuntivo costituito da applicazioni di produttori indipendenti (homebrews), la cui utilizzazione richiede l'installazione, sulle consolle stesse, di dispositivi di PC Box che eludono e disattivano le misure tecnologiche di protezione delle console", si legge nel documento ufficiale. Nintendo sostiene che i dispositivi di PC Box siano diretti principalmente ad eludere le misure tecnologiche di protezione dei suoi giochi.

I giudici UE rispondono che la legge fa riferimento esclusivamente alle misure tecnologiche "destinate ad impedire o ad eliminare gli atti non autorizzati di riproduzione, di comunicazione, di messa a disposizione del pubblico o di distribuzione delle opere per i quali è richiesta l'autorizzazione del titolare di un diritto d'autore".

A questo punto bisogna valutare cosa i consumatori facciano realmente con questi strumenti. Senza contare l'invito ai giudici milanesi di "verificare se altre efficaci misure di protezione possano causare minori interferenze con le attività dei terzi o minori limitazioni di tali attività, pur fornendo una protezione analoga per i diritti del titolare".

Adesso spetterà ai giudici milanesi risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte UE.

L'esito forse non è scontato, ma una piccola indagine sul reale uso di homebrews e Mod Chip possiamo farlo anche su Tom's Hardware. Per cosa li usate sulle vostre Nintendo Wii e DS?