Crysis Remastered Trilogy | Recensione

Crysis ritorna e lo fa con la Crysis Remastered Trilogy, un'edizione che comprende i tre capitoli canonici con diverse migliorie grafiche.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Ci gira Crysis? Questa domanda è divenuto un vero e proprio tormentone (per non dire meme) dell'Internet. In effetti Crysis è sempre stata la serie benchmark per antonomasia, capace di mettere a dura prova i PC da gioco e mostrare un impatto visivo semplicemente sbalorditivo, motivo che annulla completamente la sorpresa dell'arrivo di una Crysis Remastered Trilogy, capace di sfruttare le tecnologie moderne. In realtà Crysis è anche stata una serie interessante sotto molteplici punti di vista, in particolar modo per il il gameplay che prometteva diversi approcci strategici e componente narrativa tutto sommato interessante, anche se forse un po' problematica nella composizione generale.

Lo scopo della Crysis Remastered Trilogy, però, è prima di tutto quello attirare nuovi giocatori e in particolar modo dare la possibilità, a tutti coloro che hanno avuto modo di giocare gli originali su Xbox 360/PS3, di rigiocarli in maniera più soddisfacente. Da questo punto di vista l'obbiettivo è stato centrato pienamente: Crysis meritava una seconda vita, anche se rimane il rammarico di un'edizione che poteva comprendere qualcosina in più.

Crysis Remastered Trilogy e la Nanotuta

Crysis è una serie atipica, lo dimostra il fatto che la trilogia principale comprende tre protagonisti differenti (Nomad, Alcatraz e Prophet), collegati da un percorso narrativo comunque lineare e delineato, ma ambientato in periodi differenti e con . Nel corso degli anni Crysis ha visto un folto interesse da parte degli appassionati nello studio della lore, tutt'altro che banale e superficiale, motivo che spinge, ancora oggi, alla continua richiesta di un quarto capitolo.

La scelta di cambiare personaggio da utilizzare è in realtà legato al fatto che il vero protagonista di tutta la vicenda non è altro che la Nanotuta, la speciale armatura indossata che permette di svolgere azioni impensabili per un comune soldato. Il motivo di tanta importanza è legato a doppio filo con la vicenda, motivo che ci impossibilita nel raccontarvelo per non rovinarvi la sorpresa.

Crysis è comunque un franchise fantascientifico dalle sfaccettature narrative interessanti, ricco di colpi di scena e con personaggi ben scritti. Non per altro rimangono le migliori produzione Crytek in assoluto, non solo per il comparto tecnico mosso dall'impressionante CryENGINE, ma anche e soprattutto per un universo di gioco ben pensato e bilanciato. Una di quelle esperienze che meritano di essere giocate e godute, capaci di intrattenere e lasciare nell'immaginario dei giocatori una storia di buon livello.

Combattimento a campo aperto

Crysis ha da sempre avuto la capacità di garantire una moltitudini di approcci durante l'esplorazione, dopo tutto la Nanotuta consente di fare praticamente qualsiasi cosa, da salti improbabili fino ad afferrare e lanciare via i nostri nemici.

Ogni missione è sostanzialmente un'enorme zona liberamente percorribile, composta da avamposti e pattuglie di nemici. Possiamo decidere se affrontare il nemico a viso aperto oppure utilizzare la mimetizzazione della tuta per accerchiare il nemico e coglierlo di sorpresa. Abbiamo, quindi, una serie di opzioni a nostra discrezione che ci permettono di valutare determinate scelte strategiche. Sempre in merito al contesto "tattico", Crysis 2 e 3 comprendono anche un sistema di potenziamento della Nanotuta, utile per sbloccare nuove abilità (attive e passive) che garantiscono ulteriori migliorie, rendendo il gameplay più profondo e meno lineare.

Se da una parte la varietà consente di rendere l'azione di gioco più dinamica e meno tediosa, dall'altra è necessario sottolineare un'intelligenza artificiale dei nemici piuttosto arretrata e ancorata ai vecchi dogmi del passato. Difficilmente i nemici effettuano delle tattiche d'accerchiamento, al massimo provano a evitare i colpi, ma nella maggior parte dei casi rimangono persino fermi a spararci. Le cose migliorano nel terzo capitolo, ma l'I.A. rimane comunque indietro rispetto a molti FPS sul mercato, anche datati.

A compensare questo, per fortuna, ci pensa un ottimo gunplay per quanto concerne i sequel: solido e divertente, che farà felici chi ama destreggiarsi con decine di bocche da fuoco differenti e con svariate possibilità di personalizzazione. A soffrire è, invece, il primo Crysis, che come raccontato nella recensione dell'anno scorso, soffre di meccaniche di shooting legnose e poco fluide.

Ci gira eccome, Crysis

Abbiamo provato Crysis Remastered Trilogy su Xbox Series X (niente paura, arriverà un articolo dedicato alle prestazioni PC) e ne siamo rimasti piacevolmente convinti. La risoluzione parte da una base di 4K dinamici, mantenendo quasi sempre i 4K, almeno nei momenti meno concitati.  I 60 FPS, invece, sono solidi su tutti e tre i giochi e non abbiamo constatato cali di sorta nella nostra avventura. Rispetto alle edizioni originali per Xbox 360 e PS3, abbiamo chiaramente migliorie nelle texture, nell'illuminazione e negli effetti particellari. Ci saremmo aspettati modalità grafiche aggiuntive (come per la prima remastered) per Crysis 2 e Crysis 3, ma nulla di tutto ciò è stato introdotto. Un vero peccato. Per lo meno è stato svolto un lavoro aggiuntivo alla remastered del primo capitolo uscito l'anno scorso, ora ottimizzato decisamente meglio, anche grazie all'introduzione del DLSS.

Nel complesso i miglioramenti apportati alla versione PC rimangono superficiali, se non per la piacevole aggiunta del ray tracing (in minor forma) e del DLSS. I miglioramenti next-gen rispetto alle versioni originali sono già più interessanti, ma non permettono di raggiungere (chiaramente) le top performance dei PC top di gamma. Crysis rimane comunque bellissimo da vedere, ovunque lo si giochi.