Daemon X Machina, Anteprima

In attesa della nostra recensione completa di Daemon X Machina, vi raccontiamo le prime ore assieme all'erede spirituale di Armored Core.

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a cura di Andrea Maiellano

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In questa generazione videoludica costellata da seguiti spirituali di storiche proprietà intellettuali del passato, e da un onnipresente “fattore nostalgia”, non sorprende che Daemon X Machina abbia attirato verso di se un’attenzione mediatica così massiccia, d’altronde stiamo parlando di una produzione esclusiva per Nintendo Switch che si pone l’importante obiettivo di colmare il vuoto lasciato, oltre sei anni fa, dalla celebre serie di Armored Core. Con il celebre Kenichiro Tsukada, producer dell’iconica serie dedicata ai Mecha di From Software, a capo del Marvelous Team i tasselli per comporre un ritorno in grande stile, di questo peculiare genere videoludico, sembrano tutti al posto giusto anche se alcune tech demo rilasciate nei mesi scorsi hanno alimentato alcuni, importanti, dubbi in merito alla buona riuscita dell’operazione. Proprio per sfatare, o avvalorare, alcuni di questi dubbi abbiamo deciso di condividere le nostre prime impressioni dopo aver speso qualche ora assieme a Daemon X Machina, in attesa di potervi fornire una recensione completa che possa definire se ci troviamo davvero di fronte all’erede di Armored Core che gli amanti dei Mecha stanno aspettando dal 2013.

I primi minuti di Daemon X Machina si prodigano nel mostrarci uno degli elementi chiave della nuova produzione di Maarvelous: l’elevata personalizzazione. Prima di inoltrarci all’universo di gioco, difatti, il titolo ci offre una scelta davvero completa di opzioni di personalizzazione da cui attingere per creare il nostro alter ego virtuale. Dalle caratteristiche più comuni (quali la scelta del sesso, della corporatura o della capigliatura), fino alla possibilità di modificare dettagli quali la lunghezza delle sopracciglia o la carnosità delle labbra, l’editor del pilota proposto da Daemon X Machina risulta davvero ben confezionato e in grado di creare personaggi unici e ben caratterizzati. 

Una volta terminata la creazione del nostro personaggio, e dopo averlo di seguito battezzato, Daemon X Machina ci introduce, attraverso una breve cinematica, all’hub centrale della produzione di Marvelous: un enorme Hangar dove il nostro Mecha iniziale stazionerà in bella vista. Quest’area di dimensioni contenute, pensata principalmente per l’interazione con altri giocatori durante le sessioni online, può essere esplorata liberamente utilizzando il nostro pilota, interagendo con i vari terminali sparpagliati nell’hangar per accedere alle varie modalità di gioco. Il computer centrale, che svolge il ruolo di menu pre-missione, ci permette di accedere, oltre che ai vari incarichi a disposizione, alla personalizzazione del nostro Mecha, vero fiore all’occhiello di Daemon X Machina.

Come accennavamo poc’anzi, infatti, Marvelous si è concentrata particolarmente sull’aspetto dedicato alla personalizzazione dei Mecha presenti in Daemon X Machina, seppur in maniera maggiormente estetica e meno punitiva rispetto a quell'Armored Core di cui vuole raccogliere l’eredità storica. Ogni “robottone” potrà essere personalizzato in ogni sua parte con un ventaglio di opzioni che spazia dalle più comuni parti anatomiche fino a una pletora di livree, decal e vernici in grado di saziare i gusti di chiunque si approcci al titolo. Per quanto riguarda l’armamentario, elemento maggiormente collegato alle meccaniche di gioco, con quattro diverse armi primarie personalizzabili, e una scelta di strumenti offensivi per le spalle del Mecha o per controllare al meglio il campo di battaglia, le opzioni di certo non mancano ma quello che è trasparito in queste prime ore di gioco è un approccio meno punitivo in merito alla scelta di un arsenale bilanciato per il proprio robot. Gli indicatori dedicati alle varie parti non risultano molto chiari e non abbiamo riscontrato particolari malus, durante le nostre missioni, testando alcune build davvero “eccentriche” e sbilanciate per il nostro Mecha.

Risulta invece molto intrigante la possibilità di potenziare, oltre che personalizzare, l’armamentario del nostro pilota. In Daemon X Machina potremo, infatti, scendere dal nostro Mecha durante le missioni per esplorare il campo di battaglia, o affrontare le minacce avversarie, utilizzando il nostro personaggio. Seppur, come già visto per i robot, le opzioni a disposizioni sono numerose, nelle prime ore di gioco non abbiamo riscontrato momenti in cui questa peculiare possibilità venisse sfruttata appieno ma attendiamo di addentrarci nelle fasi più avanzate dell’avventura per comprendere se questa piacevolissima meccanica sia stata sfruttata in maniera intelligente dal team di sviluppo.

Una volta abbandonata la sezione dedicata alla personalizzazione è tempo di lanciarci sul campo di battaglia scegliendo uno degli incarichi disponibili. In questi frangenti Daemon X Machina rimarca la volontà di non dilungarsi eccessivamente nell’illustrare l’universo di gioco all’utente, appoggiandosi a brevi cinematiche d’intermezzo e lasciando il gravoso compito del narrare le vicende a una serie di documenti multimediali accessibili attraverso i terminali disposti nell’hangar. Una scelta peculiare e che potrebbe far storcere il naso all’utenza più smaliziata ma in grado di assottigliare i “tempi morti” del gioco che inevitabilmente si andranno a creare durante le lunghe sessioni di “tuning” del vostro Mecha. 

Una volta ricevute le informazioni preliminari, e giunti sul campo di battaglia, Daemon X Machina mostra tutti gli stilemi distintivi di questo peculiare genere videoludico, seppur con qualche preliminare dubbio. Muovere il Mecha risulta piacevole e confortevole, in volo i controlli restituiscono un feeling armonioso e credibile mentre gli spostamenti terrestri risultano, anch’essi, molto reattivi e precisi. Volendo essere puntigliosi potremmo quasi dire che viene a mancare quel feeling di pesantezza che un Mecha dovrebbe restituire, per lo meno, quando calca il terreno ma, comprendendo la natura maggiormente arcade e accessibile della produzione di Marvelous,  non possiamo considerarlo un vero e proprio difetto. Molto interessante, invece, la gestione degli scontri a fuoco che si appoggia a un intelligente sistema di auto mira per ovviare al comfort non ottimale offerto dai Joy-Con di Nintendo Switch.

Questo peculiare sistema di puntamento si attiverà ogni qualvolta un nemico si avvicinerà al centro del nostro campo visivo. In questi frangenti ogni proiettile che spareremo, si dirigerà automaticamente verso l’avversario che potrà sfruttare movimenti rapidi e coperture offerte dalla mappa di gioco per evitare di essere colpito. Seppur, descritta a parole, sembri una semplificazione a tratti eccessiva del gameplay, in realtà permette all’azione di gioco di rimanere frenetica offrendo un gameplay dinamico e mai frustrante. Se, infine, considerate che questo sistema di “tracking” varierà la sua accuratezza in base agli upgrade che installerete sul vostro Mecha, potete comprendere maggiormente come sia una parte fondamentale delle meccaniche di gioco su cui ruota Daemon X Machina.

Quello che, invece, si è rivelato un punto debole durante queste prime ore con Daemon X Machina è indubbiamente la varietà delle missioni. Per quanto siano suddivise in obiettivi di priorità differenti e, per certi versi, provino a incentivare il giocatore all’esplorazione delle mappe di gioco, il loop basato sull’analizzare un’area, eliminare tutti i nemici e, eventualmente, affrontare un boss di fine livello, ci è sembrato eccessivamente ridondante. Se poi consideriamo un livello di difficoltà non particolarmente ostico e una deriva maggiormente arcade per quanto riguarda gli upgrade del nostro Mecha, e il loro impatto nella buona riuscita di una missione, viene da se che la varietà delle missioni, nelle fasi avanzate dell’avventura, potrà effettivamente fare la differenza per rendere Daemon X Machina il titolo che quell’utenza orfana di Armored core aspetta da anni.

Per quanto riguarda lo spinoso argomento del comparto tecnico di Daemon X Machina vogliamo rassicurarvi che i feedback raccolti dal team di sviluppo a seguito delle “Missioni Prototipo”, rilasciate alcuni mesi fa, sono stati ascoltati. Il frame rate del titolo è decisamente migliorato e, in queste prime ore di gioco, si è rivelato stabile in entrambe le modalità d’uso offerte da Nintendo Switch. Il prezzo da pagare è stato un downgrade grafico piuttosto evidente che andremo ad analizzare approfonditamente in fase di recensione ma, indubbiamente, la nuova produzione di Marvelous si sta rivelando una piacevole sorpresa che speriamo possa raggiungere pienamente gli obiettivi che si è prefissata.

Se siete già convinti in merito alla bontà di Daemon X Machina potete prenotarlo qui.