Destiny 2 e le inquietanti minacce di morte verso Bungie

I giudici svelano le minacce di morte e gli abusi (decisamente inquietanti) della community verso gli sviluppatori di Destiny 2

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a cura di Alessandro Adinolfi

"Tenete chiusa la vostra porta". Si tratta solo di una delle tante minacce che sono arrivate ai dipendenti di Bungie, gli sviluppatori di Destiny 2. Una storia decisamente assurda, con tanti lati oscuri e che di recente si è arricchita di nuovi dettagli, grazie ai documenti in possesso della Corte che sono oramai diventati di dominio pubblico.

I dipendenti del team di sviluppo di Seattle sono stati (e probabilmente continuano a esserlo) al centro di alcuni comportamenti scorretti e illegali da parte della community. I primi episodi risalgono a giugno del 2022, quando Bungie decise di pubblicizzare Destiny 2 con lo streamer Uhmaayyze. "Subito dopo il tweet, diversi dipendenti hanno ricevuto messaggi in segreteria telefonica e SMS con contenuti razzisti", si legge nei documenti della Corte. I numeri non erano di telefoni aziendali, tutt'altro: erano quelli personali. I contenuti di questi messaggi? Molto spesso a sfondo razziale, come qualcuno che chiedeva un DLC per il gioco dove si uccidevano persone di colore.

Non mancavano poi messaggi con contenuti omofobi e insulti razzisti. L'episodio più inquietante riguarda però la consegna di una pizza: uno dei molestatori ha inviato infatti un servizio di delivery a casa di un dipendente, preceduto da un messaggio che lo invitava a "godersi la propria cena". Non è chiaro se dietro questi gesti ci sia solamente Luca Leone (cheater già in causa contro Bungie) oppure un'intera rete di persone. I messaggi e le chiamate arrivavano da numeri anonimi gestiti da una società chiamata TextNow, che ora è stata obbligata dal giudice a fornire le credenziali degli utenti (o dell'utente) che ha commesso questi abusi. L'idea poi che qualcuno avesse in mano gli indirizzi privati dei dipendenti ha portato anche ad avere paura di eventuali fenomeni di Swatting, false segnalazioni dove le forze statunitensi entrano in casa di persone convinti che ci sia un vero e proprio pericolo. Un prank disgustoso, che in alcuni casi ha anche portato a conseguenze mortali.

Non è la prima volta che il mondo dei videogiochi si trova a vivere situazioni del genere. Le molestie verso gli sviluppatori stanno prendendo sempre più piede, e sebbene si tratti di una minoranza del pubblico, è necessario che vengano presi tutti i provvedimenti per evitare che il fenomeno si ingrandisca. Servono pene più severe e più rapide per scoraggiare eventuali emulazioni.