Disgaea 6 Complete, il tattico più sgangherato di sempre | Recensione

Disgaea 6 arriva su PlayStation e PC con una versione Complete rispetto a quanto visto su Nintendo Switch un anno fa

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a cura di Mario Petillo

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Per quella generazione di giocatori cresciuta a pane e tattici, Disgaea rappresenta a oggi uno degli esponenti più scanzonati e costante del genere. La serie di Atlus è riuscita, nel corso degli anni e dei capitoli, ad accompagnare il genere tattico a uno svecchiamento di tematiche e di contenuti che ha permesso anche ai neofiti di avvicinarsi gradualmente a quello che un tempo era un divertimento ad appannaggio di chi cavalcava Chocobo con Final Fantasy Tactics o si affidava a Fire Emblem, trovando poi soddisfazione in Project Triangle.

Con l'arrivo di Disgaea 6 Defiance of Destiny, un anno fa, la saga aveva dimostrato di essere arrivata a una fase di stanca, proponendo quel more of the same che contestiamo a ogni pie' sospinto, ma la possibilità di avere oggi tra le mani la sua versione Complete ci assicura un ritorno alle origini del divertimento.

Il desiderio di distruggere tutto (ancora)

Nippon Ichi Software viveva sotto la scure di un'esclusiva temporale con Nintendo, durata dodici mesi, che aveva spinto Disgaea 6 a uscire solo su Nintendo Switch: ora la possibilità di far arrivare la versione Sony e PC anche a noi è stata colta in quell'espediente che ha permesso alla software house di realizzare un capitolo che potesse essere definito Complete, quindi arricchito di tanti elementi che lo rendono sicuramente più apprezzabile della sua versione Switch. E anche per questo, oggi, siamo qui a parlarne, evitando l'effetto di un'analisi doppia.

Se siete arrivati su queste pagine significa che al sentir nominare Disgaea qualche campanello vi stia già suonando. La serie non ha mai brillato per profondità di trama, tant'è che spesso ci siamo ritrovati dinanzi a degli espedienti demenziali scritti con l'obiettivo di esserlo: il desiderio di far esaltare la comicità a volte sterile dei Prinny e un canovaccio sempre basato su personaggi che vivono la morte come se fosse un gioco è figlio di quella produzione scanzonata, come dicevamo in apertura, che è sempre stata Disgaea. Stare qui a dirvi che non troverete soddisfazione nelle numerosissime linee di dialogo dopo le prime cinque ore è scontato: non vi chiediamo di giocare per scoprire una storia avviluppante, ma per godervi un gameplay che, come sempre, si presente stratificato e tra i miglio esponenti del genere tattico.

Cosa rende Disgaea unico

Disgaea ha dalla sua la particolarità di non permettervi di avere un'esecuzione diretta degli ordini impartiti: a differenza di tanti altri tattici, la serie di NIS ha sempre consegnato nelle mani del giocatore la sospensione dell'azione, che genera un effetto solo al termine del turno, facendo muovere l'intero team a seconda delle indicazioni impartite. Questo significa esaltare la fase di preparazione e di strategia, spingendoci a prevedere in maniera assoluta qualsiasi mossa possibile da parte dell'avversario e, non meno importante, prestare capillare attenzione a ciò che andiamo a fare noi. Come in pochi altri tattici presenti sul mercato, Disgaea pretende uno studio della scacchiera all'inizio della sfida che non vi farà lasciare nulla al caso, richiedendovi quell'attenzione meticolosa di un vero stratega di battaglia, pronto a scegliere le pedine da mettere in campo e preparare l'assalto alla squadra avversaria.

Altra particolarità della serie è il desiderio di rendere esagerato qualsiasi evento: nella versione Complete viene confermato quanto avevamo già visto su Switch, ossia l'esaltazione del level cap e dei numeri dei danni inflitti, perché là dove sarebbe stato necessario ridurre tutto di qualche decina, NIS ha deciso di portarci a un livello massimo di 99.999.999, con dei danni che se paragonati agli apeiron di Final Fantasy X rendono Auron un misero spadaccino alla sua prima lezione di fioretto. Con i valori di attacco che potranno superare il miliardo, gli HP in grado di raggiungere numeri che sono illeggibili, Disgaea 6 è l'esaltazione dell'esagerato, in pieno stile caciarone e squinternato, gradito sicuramente ai più che hanno seguito l'evoluzione del Darklord fino a oggi.

C'è, infine, una meccanica che è figlia dell'espediente narrativo affidato a Zed, il lord che gioca con la morte come se fosse un hobby: in grado di rinascere sempre più potente, l'essere supremo può affidare anche ai membri della sua squadra il dono della reincarnazione, concedendo loro la possibilità di morire, tramite la Dark Assembly, e rinascere ripartendo dal livello base. Farlo significa, però, ritrovarsi con dei parametri di partenza più alti, proprio come accade in quella sgangherata trama di Disgaea 6, esaltando sempre di più il grinding e portandoci a ore e ore di gioco (chiedete alla mia PSP, ad esempio, a quanto ammontavano le ore con Afternoon of Darkness).

Come nei migliori gacha

Al di là di quella che è la main story di Disgaea 6, che richiederà comunque un buon quantitativo di ore, superiore alle trenta, sarà possibile infilarsi anche in delle battaglie all'interno dei vari oggetti del vostro inventario. Questo perché qualsiasi suppellettile stiate portando insieme a voi in giro sul campo di battaglia potrà essere potenziata affrontando delle battaglie procedurali che si dipaneranno alla decisione di entrare in una spada o in qualsiasi altro componente dell'inventario. A venirvi in aiuto, nel caso in cui non ne possiate di affrontare ore e ore di combattimento, ci sarà una modalità Automatica (mutuata in maniera più intelligente dei gacha mobile): il sistema vi permetterà di costruire un canovaccio di combattimento, così da istruire l'IA e permetterle di agire come se foste voi stessi a giocare e vincere. Che è quello che conta, dopotutto.

Arrivando a quelle migliorie tecniche che devono appartenere a una versione Complete segnaliamo la presenza oramai costante di una modalità performance e una fedeltà, che, come potete oramai immaginare, puntano alla fluidità dei 60fps penalizzando di poco la risoluzione e, viceversa, assicurano i 30fps donandoci un maggior dettaglio dei modelli 3D.

L'aspetto più particolarmente dubbioso di questa produzione è proprio la sua natura da titolo mobile: Disgaea, così come tanti altri tattici, vive per la sua natura effimera, da partita rapida e indolore, da strategia sì ragionata, ma che nasce e muore nel desiderio di un attimo. Prima ho citato, non a caso, l'esperienza con Afternoon of Darkness su PSP, ma allo stesso modo potrei dire di The War of the Lions, di Tactics Ogre e così via. Titoli che in portabilità hanno espresso tutto il loro potenziale. Su PlayStation 5 la resa di Disgaea viene un po' meno, perché se da un lato abbiamo l'esaltazione e la quintessenza del disordine, dall'altro lato manca l'immediatezza della portabilità e del giocare ovunque si voglia. Un compromesso che potrà essere rintracciato nella pulizia dell'intero aspetto tecnico, liberatosi di alcune difficoltà espresse dalla versione Nintendo.