Dragon Ball Z: Kakarot, abbiamo provato le prime ore di gioco

Abbiamo avuto modo di provare Dragon Ball Z Kakarot, il nuovo action GDR di Bandai Namco: ecco cosa ne pensiamo delle prime ore di gioco.

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a cura di Yuri Polverino

La memorabile saga di Dragon Ball ha, negli anni, goduto di una molteplice serie di incarnazioni videoludiche, la maggior parte delle quali declinazioni di piacchiaduro più o meno dinamici. Il recente FighterZ, per esempio, è il perfetto esponente del genere: originale, potente e visivamente ammaliante, rappresenta ad oggi probabilmente il non plus ultra per quanto concerne i fighting game ambientati nell'universo Z. Il mondo e i personaggi partoriti dal geniale Toriyama hanno evidentemente un appeal particolare e soprattutto immortale nei confronti della community di appassionati, che nonostante il tempo rimangono sempre affezionati e fedeli, entusiasti del prossimo gioco in uscita. Motivo per il quale, probabilmente, Bandai Namco ha chiamato in causa i ragazzi di CyberConnect2 per sviluppare Kakarot, un action adventure che ripercorrerà, per l'ennesima volta, gli avvenimenti scatenati dall'arrivo di Radish sulla terra.

Dragon Ball Z: Kakarot è sicuramente un progetto interessante e che nel corso dei mesi è riuscito ad attirare la nostra attenzione: in virtù dell'uscita ormai prossima, siamo stati invitati negli uffici italiani di Bandai Namco Italia per provare le prime 3/4 ore di gioco, utili a poter apprezzare non solo il sistema di combattimento e la messa in scena delle sequenze più iconiche, ma anche la struttura dell'open world e la componente RPG della produzione. Un hands on di luci e ombre, che mette in evidenza pregi e difetti di un gioco che, però, ha tutte le carte in regola per soddisfare il palato esigente dei fan.

Partiamo da un elemento che è da ritenersi imprescindibile quando si parla di Dragon Ball Z, ovvero il modo in cui gli avvenimenti del manga e dell'anima sono riproposti a schermo. Ebbene, in questo senso Kakarot ha il grande merito di non sbagliare neanche un colpo, a partire dalla rappresentazione del mondo di gioco, passando per il design dei protagonisti e terminando con la spettacolarità delle scene d'intermezzo, alle volte persino migliori di quelle originali. Un'altra cosa assolutamente degna di nota è il fatto che, per quel che abbiamo visto e provato, non vengono fatti tagli allo scorrere degli eventi, anzi forse per la prima volta giocheremo letteralmente ogni fase della storia, come per esempio l'allenamento di Gohan che intercorre fra la morte di Radish e l'arrivo di Vegeta e Nappa. Dragon Ball Z: Kakarot insomma sembra avere l'ambizione di farci rivivere la saga Z in ogni suo dettaglio, aggiungendo anche qualche contenuto inedito. Tenendo presente infine che per arrivare allo scontro fra Goku e Vegeta potete metterci anche fra le 4 e le 8 ore, se dedicate molto tempo alle fasi esplorative, allora siamo molto curiosi di scoprire come verranno sviscerate gli archi narrativi successivi, notoriamente più longevi di quello che, di fatto, è il prologo.

A proposito di fasi esplorative: Dragon Ball Z: Kakarot è appunto un action adventure che non dedica tempo e spazio al solo combattimento, al contrario condisce la formula con un pizzico di open world e alcune dinamiche rpg. Partendo dal mondo aperto, ad oggi è proprio la parte che scoraggia di più, non tanto per il "come" quanto più per il "cosa". Nello fattispecie, è bene notare con l'open world messo in piedi dal CyberConnect sia molto divertente da esplorare, ma non altrettanto soddisfacente da "completare". Molte missioni secondarie o attività varie sono ripetitive e aggiungono poco alla formula, eccezion fatta per l'acquisizione di "sfere" che serviranno a far crescere determinati aspetti del personaggio. In attesa di vedere quindi come si evolverà la struttura nei capitoli successivi, ad oggi dobbiamo esprimere il lecito dubbio sulla qualità di tutto ciò che non è "trama principale", la quale peraltro si può affrontare evitando tutte le varie quest collaterali, dovendo però fare i conti con una difficoltà maggiore, data dal basso livello del personaggio.

Facendo riferimento a quanto detto poc'anzi, soffermiamoci quindi sugli scontri, molto dinamici e piuttosto divertenti, caratterizzati principalmente da comandi non difficili da metabolizzare e una spettacolarità di base decisamente trascinante. Ovviamente il tutto si svolge su tre dimensioni e non in due come in FighterZ, e le possibilità diventano quindi maggiori: si può quindi correre verso l'avversario, utilizzare il teletrasporto e caricare il ki per attivare gli attacchi speciali. Al contempo però bisognerà difendersi, e anche in questo caso le dinamiche sono piuttosto semplici, avendo un solo comando dedito alla parata e tempi di risposta piuttosto dilatati.

I combattimenti con i boss, da quel che abbiamo visto, sembrano i più duri e articolati, oltre che ad essere di fatto i più spettacolari, impreziositi dai vari attacchi speciali unici dei personaggi. Ci sarà tempo e modo dunque di valutare con attenzione anche cosa succederà quando dovremo fronteggiare non Vegeta, ma Freezer, Cell e Bu, ma nonostante questo la battaglia con il principe dei Sayan si è dimostrata palpitante e difficile al punto giusto ma, soprattutto, un perfetto omaggio al materiale originale.

Tirando le somme di questa corposa anteprima, Dragon Ball Z: Kakarot si conferma una produzione godibile, che rende al meglio quando si parla di caratterizzazione, combattimento e scene d'intermezzo, mentre ad oggi presta un po' il fianco per quanto concerne la qualità dell'open world. In questi paragrafi abbiamo volutamente non menzionato la parte RPG che necessità più ore prima di poter essere analizzata, anche solo in modo basilare. Appuntamento a gennaio dunque, momento nel quale, finalmente, potremo sprigionare tutta la nostra forza Sayan e raccontarvi nel dettaglio tutte le sfaccettature di Dragon Ball: Z Kakarot.

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