L'industria videoludica mondiale assiste a uno degli accordi di acquisizione più clamorosi degli ultimi anni: Electronic Arts, colosso americano dell'intrattenimento digitale, è stata acquisita per 55 miliardi di dollari da un consorzio composto dal Fondo Pubblico di Investimenti dell'Arabia Saudita, Silver Lake e Affinity Partners di Jared Kushner. La transazione rappresenta uno dei più grandi investimenti mai realizzati nel settore dell'entertainment, ma solleva interrogativi significativi sul futuro creativo di alcuni dei franchise più inclusivi e culturalmente influenti del panorama videoludico internazionale.
Il paradosso dell'inclusività sotto nuova proprietà
La questione più delicata riguarda il contrasto tra i valori progressisti che hanno caratterizzato molte produzioni EA e le politiche sociali dei nuovi proprietari. BioWare e Maxis Studios, due delle principali software house del gruppo, hanno creato rispettivamente le saghe di Mass Effect (di cui trovate la Legendary Edition su Amazon) e The Sims, riconosciute a livello mondiale non solo per la qualità ludica ma anche per l'approccio inclusivo verso la comunità LGBTQ+. Entrambe le serie permettono infatti relazioni tra personaggi dello stesso sesso, una caratteristica che le ha rese pioniere nell'ambito della rappresentazione digitale delle diversità.
Il paradosso emerge considerando che l'Arabia Saudita, attraverso il suo fondo sovrano, diventa ora azionista di riferimento di contenuti che celebrano proprio quelle diversità che rimangono illegali nel regno wahabita. Le relazioni omosessuali sono infatti tuttora perseguite penalmente nella monarchia del Golfo Persico.
I precedenti nel settore gaming
La strategia saudita nel mondo dei videogiochi non è nuova: il Fondo Pubblico di Investimenti aveva già acquisito SNK, storica casa di sviluppo giapponese. Inizialmente, anche in quel caso, erano state fornite rassicurazioni sulla totale autonomia creativa del team di sviluppo. Tuttavia, il successivo titolo della software house nipponica, Fatal Fury: City of the Wolves, ha visto l'inserimento di Cristiano Ronaldo e Salvatore Ganacci, personalità fortemente legate agli eventi promozionali sauditi.
Questo precedente alimenta le preoccupazioni sulla reale indipendenza che manterranno i creativi di Electronic Arts nelle loro scelte narrative e di design.
Le rassicurazioni del management EA
Andrew Wilson, CEO di Electronic Arts, ha pubblicato sul sito ufficiale dell'azienda una lettera dal titolo "Notizie entusiasmanti sul nostro futuro", tentando di tranquillizzare dipendenti e giocatori. "Questo momento rappresenta un riconoscimento della vostra creatività, della vostra innovazione e della vostra passione", ha dichiarato Wilson, sottolineando come i nuovi partner abbiano "profonda esperienza nel settore dello sport, del gaming e dell'intrattenimento".
Il dirigente ha ribadito che la missione aziendale "Ispirare il mondo a giocare" rimarrà invariata, così come l'impegno verso giocatori e fan globali. Wilson ha inoltre confermato la sua permanenza nel ruolo di CEO, impegnandosi a "offrire esperienze che trascendano le piattaforme e permettano ai giocatori di creare mondi, personaggi e storie audaci, interattive e profondamente connesse".
Un investimento da record con ombre geopolitiche
L'operazione segna una svolta epocale per il mercato videoludico, rappresentando uno dei più consistenti flussi di capitali mai destinati all'industria dell'intrattenimento. La presenza di Jared Kushner, genero del presidente americano Donald Trump, attraverso Affinity Partners, aggiunge una dimensione geopolitica all'accordo che va oltre i semplici aspetti commerciali.
L'alleanza tra capitali sauditi e figure dell'establishment politico statunitense testimonia l'evoluzione strategica del regno nel diversificare i propri investimenti oltre il settore energetico. Il gaming rappresenta infatti uno dei mercati più dinamici e in espansione a livello globale, con potenzialità di crescita che attraggono sempre più fondi sovrani internazionali.
Resta da vedere se le promesse di autonomia creativa si tradurranno in una reale libertà espressiva per gli sviluppatori, o se assisteremo a una graduale trasformazione dei contenuti in linea con le sensibilità culturali dei nuovi proprietari.