Edge of Eternity, tentativi di kolossal | Anteprima

Edge of Eternity è un jRPG indie fatto da uno studio occidentale. Vi sembra strano? Scopritene di più nella nostra anteprima.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Indie, jRPG e studio di sviluppo occidentale: sulla carta sembrano tre variabili tra di loro difficilmente amalgamabili, tre caratteristiche che difficilmente ci aspetteremo di trovare in un unico prodotto. Midgar Studio, software house transalpina, ha però deciso con il suo Edge of Eternity di tentare l’impossibile e sta infatti cercando di ricreare un jRPG di livello dotato di tutti gli stilemi del caso, come un impianto grafico di primo ordine, una storia intrigante e un mondo fantasy colmo di cose da fare. Un progetto che, partito con neanche una decina di persone al timone, ha raccolto strada facendo collaborazioni di tutto rispetto, con la soundtrack del titolo che è ad esempio curata nientepopodimeno che da Yasunori Mitsuda, compositore della colonna sonora di opere dal calibro di Chrono Cross e Xenogears. Complice la recente uscita del sesto capitolo, l’ultimo prima del rilascio ufficiale del titolo e dalla sua uscita dalla fase di early access, ci siamo nei giorni scorsi avventurati nel magico mondo di Edge of Eternity per meglio cercare di capire le potenzialità di quest’ambiziosissima opera.

Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:

Edge of Eternity: un'avventura early access

I primi istanti di gioco dell’opera di Midgar Studio non sono purtroppo dei migliori. Le prime cose che balzano all’occhio, e che ad oggi accompagnano tutto il resto del gioco, sono infatti delle animazioni di bassa qualità e una cura nella realizzazione dei personaggi parecchio latitante. Lamentarsi di tali aspetti in una produzione indie potrebbe forse sembrare ingeneroso, ma quando si cerca di alzare di molto l’asticella e si vuole aspirare a posizionarsi in un mercato differente è giusto sottolineare come bisogna essere in grado di farlo sotto ogni singolo aspetto ed è evidente come in tali casi eventuali sbavature risaltano decisamente di più. Per riprendere la novella di Icaro, se si vuole toccare il sole bisogna avere i giusti mezzi.

Tali mancanze sono poi riscontrabili anche in un aspetto tecnico e in un’ottimizzazione ancora parecchio approssimativi, con artefatti grafici che sono all’ordine del giorno, pop-up presenti in gran numero anche con dettagli al massimo e compenetrazioni poligonali in ogni dove. Un altro emblema della natura acerba del titolo sono poi i dialoghi che, ad oggi, sono presentati in differenti modalità nel corso del gioco, cambiando di tanto in tanto e senza particolare motivo da normali sottotitoli ai classici box con una rappresentazione 2D del personaggio a fianco. Una chiara dichiarazione di lavori ancora in corso.

Sia chiaro: Edge of Eternity offre anche diversi scorci decisamente belli da vedere, come potete del resto osservare anche voi dalle immagini a corredo di questa recensione, ma gli aspetti ancora da rifinire da qui al lancio ufficiale del gioco sono diversi. La natura da work in progress, del resto stiamo parlando di un early access, è quindi evidente soprattutto sul piano tecnico, visto che su quello contenutistico la musica è invece fortunatamente differente.

Alla pugna

Senza strafare, Edge of Eternity è infatti fin da ora un buon jRPG, dotato di tutti i crismi e le caratteristiche del caso. Particolarmente intriganti sono soprattutto le battaglie, che si sviluppano tra il classico leitmotiv del genere e delle meccaniche da strategico a turni. Oltre a poter attaccare, difendersi e castare magie, quando la barra del’ATB del singolo personaggio sarà piena esso può infatti anche spostarsi negli esagoni adiacenti, cercando così di sfuggire agli attacchi avversari o, perché no, attuare delle manovre a tenaglia. Un qualcosa di particolarmente riuscito, che riesce a far distinguere l’opera di Midgar Studio dalla massa e a non farle assumere su questo aspetto i contorni di un qualcosa senza arte né parte. Decisamente da rivedere è invece la telecamera di gioco durante gli scontri.

Molto interessante è anche il sistema di potenziamento dei vari personaggi e, soprattutto, delle loro armi. Attraverso dei reticoli proprietari di ogni singolo strumento d’offesa è infatti possibile modellare profondamente quelle che sono le caratteristiche di ogni eroe, facendoli assumere abilità e skill sempre differenti in base alle gemme che decideremo di investire in essi. Un qualcosa di funzionale e divertente sia sulla carta che alla prova dei fatti.

Un mondo da esplorare

Per quanto riguarda le ambientazioni e il mondo di gioco di Edge of Eternity, lamentarsi del lavoro fatto da Midgar Studio sarebbe quantomeno ingeneroso. Nonostante Heryon, il pianeta dove si svolgono le vicende dell’opera, possa ricordare tematiche e zone già viste in altri esponenti del genere, è innegabile come il tutto sia stato realizzato con cura. Impatto visivo, vegetazione e centri rurali: il tutto concorre infatti a rendere l’idea di un mondo di gioco attraente, anche se talvolta fin troppo colmo di dettagli e stucchevole.

Magistrale, infine, la colonna sonora di Yasunori Mitsuda, che riesce a toccare le giuste corde in qualsivoglia situazione e a regalare al giocatore diversi vortici d’emozioni in base alla fase di gioco. Uno dei principali punti di forza di Edge of Eternity, a mani bassissime

In conclusione

Edge of Eternity è, insomma, un gioco colmo di potenziale, che sembrerebbe avere tutte le carte in tavola per rivelarsi un jRPG degno di essere giocato e apprezzato. I mostri sacri del genere sono ovviamente lontani e irraggiungibili, ma come opera creata da una manciata di persone le qualità sono innegabili. Resta molto lavoro da fare per quanto riguarda il lato tecnico, che è purtroppo ad oggi ancora carente e approssimativo sotto diversi punti. Quello che è chiaro è che Midgar Studio vuole con Edge of Eternity puntare decisamente in alto; quello che si spera è che abbia le spalle abbastanza larghe per reggere il peso di un’opera che ambisce a essere un kolossal.