Elex II | Recensione

Dopo un primo capitolo promettente ma non entusiasmante, gli sviluppatori di Piranha Bytes ritornano sulle console e i PC degli appassionati con Elex II, GDR in salsa apocalittico-futuristica che continua a seguire le vicende dello storico protagonista Jax. 

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a cura di Lorenzo Quadrini

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Dopo un primo capitolo promettente ma non entusiasmante, gli sviluppatori di Piranha Bytes ritornano sulle console e i PC degli appassionati con Elex II, GDR in salsa apocalittico-futuristica che continua a seguire le vicende dello storico protagonista Jax.

Per chi non lo sapesse, o non ricordasse, Piranha Bytes è la software house tedesca a cui si deve il merito di aver creato la saga di Gothic (nonché la meno celebrata saga di Risen). Purtroppo la casa di sviluppo sembra soffrire della sua stessa fama, complice l’impatto gigantesco che ebbero Gothic 1 e 2 nel mercato dei GDR, con risultati - sia in termini di critica che di pubblico - mai più raggiunti. La cosa davvero stravagante è che i primi due Gothic soffrivano già all’epoca di alcuni difetti innegabili, oltreché di una mancanza di intuitività al limite del crudele; tutti problemi ampiamente superati da alcune idee di indubbia genialità. Con il passare del tempo, e con l’aumento esponenziale di esigenze connesse a determinati tipi di videogames, l’approccio originale ma grezzo di Piranha Bytes ha iniziato a deludere il grande pubblico, mantenendo però una presa salda soprattutto sui fan di lungo corso.

Un racconto di ampio respiro

La serie di Elex rappresenta in pieno questa peculiare parabola: il primo capitolo proponeva un’ambientazione interessante, un protagonista al contrario scialbo, una pletora di attività e di relazioni incredibilmente dettagliate e sempre per contraltare un sistema di gameplay davvero ostico. Elex II dovrebbe quindi migliorare, nelle promesse e nelle intenzioni degli sviluppatori, tutti i difetti sottolineati nel prequel. La realtà non è però così rosea. Si parte innanzitutto con una trama che sceglie di continuare a seguire Jax, eroe e salvatore del pianeta dalla minaccia delle Albe e del loro ibrido uomo/macchina. Il cui atto finale fu però una strana segnalazione spaziale, che a distanza di qualche tempo ha portato ad un’invasione aliena. Nel frattempo le grandi fazioni del primo capitolo, peccando di sbadataggine, hanno ricominciato una faida senza fine, pur cambiando notevolmente alcuni approcci “filosofici” (le Albe per esempio, sono ora molto meno vincolate all’Elex e molto più umane del primo capitolo). Jax, disilluso e amareggiato, si è ritirato a vita privata, per poi trovarsi costretto ad affrontare, di nuovo, una minaccia apocalittica, con l’obiettivo di creare una nuova fazione capace di fronteggiare la sfida aliena.

Presupposti indubbiamente interessanti, resi però triviali da una scrittura iniziale davvero troppo raffazzonata. Jax, che si suppone non avere più di 50 anni, è stato dimenticato praticamente da tutte le fazioni (proprio lui, il salvatore del mondo!). Peggio ancora, per colpa del morso di un alieno si ritrova infetto, perdendo tutta la sua forza (anche questo, strano pretesto per giustificare al giocatore di dover ricominciare dal livello 1, visto che l’infezione ha inibito le sue capacità ma non inibisce il loro nuovo apprendimento). In generale poi, quasi tutti i tanti rimandi al primo videogame, comprese le linee di dialogo con vecchi compagni di avventure, sono tagliati con l’accetta, a tratti poco approfonditi, a tratti semplicemente implausibili.

Nella gestione della nuova evoluzione narrativa, invece, Elex II prende maggiore abbrivio, grazie forse ad un’impalcatura già robusta, sulla quale il fruitore si riesce a muovere con molto divertimento. Quest principali e sub quest risultano interessanti, con un grado di profondità elevato e la possibilità di prendere strade molto spesso differenti, sia in termini di attività che di conseguenze. Certo, si nota una certa fretta nel chiudere alcuni intrecci o nel tenere in sospeso alcune faccende di trama che riemergono dopo tempistiche quasi casuali (e poco inclini al pathos), ma in generale Elex II riesce a difendersi, forse anche meglio del predecessore. Come sempre in questa saga, però, manca l’emozione, manca la tensione. Certo districarsi tra le fazioni è complicato e certo, gli alieni stanno distruggendo l’intero globo. Eppure manca un vero antagonista, manca la sensazione di essere sul ciglio del burrone e di dover fare carte false per poterne uscire interi. Una sensazione che emerge come necessaria all’interno di una produzione che ha come punto di forza proprio il lato narrativo.

Tecnicamente poco ispirato

Il gameplay infatti, proseguendo la lunga tradizione dei Piranha Bytes, è davvero problematico. Innanzitutto le numerose schermate del menu, pieno di oggetti (l’inventario è pessimo), di registri attività, di informazioni e di numeretti, manca grossolanamente di un recap delle diverse relazioni con le fazioni. Un problema, visto che il gioco si basa proprio sulla capacità di Jax di relazionarsi con i diversi gruppi sociali (Albe, Berserker, Morkon i principali, poi Chierici e Fuorilegge), i quali hanno tutti diversi gradi di importanza da cui dipendono sia l’assegnazione delle quest sia la possibilità di accedere ad alcune linee di dialogo (e di intimità) con determinati PNG. Probabilmente la volontà era quella di tenere all’oscuro il giocatore del mero valore numerale, ma anche così facendo non si capisce la necessità di eliminare del tutto qualsiasi riferimento testuale.

Al netto di questo, però, il vero tallone d’Achille risulta essere, ancora una volta, il combattimento. Si basa tutto sul combattimento in tempo reale, sia all’arma bianca che a distanza, e su poche (eventuali) magie. Il sistema è semplice: attacco leggero, attacco pesante, blocco, schivata e possibilità di “parry”, il tutto gestendo accuratamente la stamina. Il risultato è un’accozzaglia legnosa, con input lenti, animazioni poco accurate e scontri farraginosi. Non aiuta il lock del nemico, ballerino e poco utile in generale. Quello che stupisce, pur sapendo che gestire un combat system non è facile, è la mancanza di reattività nel colpo e nella parata, i quali risultano impossibili da padroneggiare. A questo si somma un sistema di incontri randomici davvero poco ispirato: sin dalle primissime quest sarà facile incontrare nemici ben superiori alle nostre forze. Chiaro, da un lato si vuole incentivare la costruzione di un mondo ostico, difficile e non caratterizzato da implausibili “zone” a difficoltà variabile. Pur se encomiabile, questa scelta penalizza di molto la giocata, non permettendo al giocatore di capire quale quest sia abbordabile e quale no (in tal senso una soluzione sarebbe potuta essere quella proposta da The Witcher 3, che indica il range di livello entro il quale poter affrontare la missione senza troppe difficoltà, lasciandone comunque libero l’accesso)

Il resto del gameplay si concentra su quelle attività che da sempre riescono meglio ai Piranha Bytes: il crafting, un po’ macchinoso ma soddisfacente, la raccolta di equipaggiamento (numerosissimo e ben ispirato), la scelta di build che possano soddisfare i requisiti degli oggetti andando ad influenzare anche i dialoghi o le possibilità di azione del personaggio. Un coacervo forse confuso, ma stimolante di sovrastrutture ludiche che permette al videogiocatore di approcciare le attività con varietà di mezzi e di risultati, impattando notevolmente sul mondo di Elex. Si tratta di un punto di pregio, che però emerge a fatica, complice una frustrazione generale figlia del combat sopra criticato, il quale permea praticamente ogni minuto dell’esperienza. Elex II è infatti un gioco “violento”, essendo pieno di mostri ed encounter obbligatoriamente aggressivi. Non aiutano i compagni, che non possono essere influenzati nell’approccio bellico (neanche le solite preferenze di scontro a distanza, di supporto o di mischia) e che sovente rimangono fermi a contemplare l’esemplare alieno di turno che tenta di massacrare il protagonista.

Dal lato tecnico si segnala un lavoro anch’esso non troppo audace, con un motore grafico non in linea con le aspettative, soprattutto alla luce del fatto che Elex II non ha budget elevatissimo, ma si offre come prodotto di ampio respiro. La natura ambivalente del videogame, da un lato “piccola” e di nicchia, dall’altro piena di velleità da tripla A, mette in confusione. Ci si ritrova all’interno di una mappa enorme, piena di oggetti, armature, personaggi, dialoghi infiniti, quest ramificate, per poi fronteggiare textures slavate e PNG clonati - tanto che si è riscontrata la presenza di umani senza nome, classici filler all’interno degli insediamenti, uguali ad uno dei companion principali. Elex II non è neanche esente da bug, questi certo risolvibili nel tempo con delle patch, ma pur sempre presenti e ricorrenti. Sulle musiche nulla da segnalare: fanno il loro lavoro, anche se i livelli di default sono sballati (ma nulla che non si risolva aggiustando i valori dal menu).