Facebook e Oculus: minacce di morte dopo l'acquisizione

L'acquisizione di Oculus Rift da parte di Facebook non è stata digerita dai fan del progetto, tanto che i fondatori di Oculus VR e i loro familiari hanno ricevuto minacce di morte. Nel frattempo John Carmack ritorna sull'argomento, spiegando che l'azienda non ha abbandonato i finanziatori di Kickstarter con l'obbiettivo di svendersi alla prima occasione.

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a cura di Roberto Caccia

I responsabili di Oculus Rift hanno ricevuto minacce di morte dopo l'acquisizione dell'azienda da parte di Facebook. A svelare questo retroscena ci ha pensato Palmer Luckey, fondatore di Oculus VR.

Palmer Luckey con il primo prototipo dell'Oculus Rift

"Ci aspettavamo una reazione negativa da parte degli utenti, ma non di ricevere così tante minacce di morte e molestie telefoniche che si sono estese alle nostre famiglie", ha scritto Luckey su Reddit. "Ci difenderemo con i fatti, non con le parole, ma questo genere di cose sono ingiustificate, in modo particolare perché influenzano persone che non hanno nulla a che fare con Oculus", continua il fondatore dell'azienda.

Anche John Carmack, il padre del leggendario Doom e chief technology officer di Oculus VR, è ritornato sull'argomento difendendo l'acquisizione da parte di Facebook. Carmack sostiene che la realtà virtuale diventerà la prossima "zona di guerra" fra i titani del mondo hi-tech, una previsione che sembrerebbe trovare conferma nel recente annuncio di Project Morpheus da parte di Sony.

John Carmack impegnato in una sessione di test dell'Oculus Rift - Clicca per ingrandire

"Il punto del discorso è a che livello stringere una partnership e con chi. Potrei pensare ad altre aziende che hanno sinergie più ovvie. Tuttavia ho motivo di credere che Facebook ha il quadro generale della situazione come lo vedo io e che ci sarà una grossa spinta per far sì che l'Oculus diventi realtà", spiega lo sviluppatore.

La maggior parte delle preoccupazioni degli utenti nasce dal modello di business di Facebook, basato sulla raccolta dei dati personali e sulle pubblicità, ma a quanto pare questo elemento non preoccupa Carmack, convinto che le aziende prestino molta attenzione a questi argomenti delicati. Anche voi siete della stessa idea?