Fairy Tail | Recensione

Dopo tanta attesa abbiamo finalmente messo le mani su Fairy Tail, il videogioco sviluppato da Gust e distribuito da Koch Media.

Avatar di Francesco Caputo

a cura di Francesco Caputo

Il videogioco di Fairy Tail, dopo un opportuno rinvio dovuto alle vicende legate al coronavirus, ha compiuto il suo debutto ufficiale sul mercato occidentale. Annunciato in un modo del tutto inaspettato durante al Tokyo Game Show, questo titolo è stato sviluppato dal duo Gust Studios/Koei Tecmo e vanta la supervisione del maestro Hiro Mashima, nonché l’autore della serie originale.

Fairy Tail, essendo un prodotto sviluppato da Gust Studios, prende molte delle più caratteristiche meccaniche di Atelier e, grazie all'uso di qualche incantesimo dei Dragon Slayer, riesce a mescolarle per donare a tutti gli appassionati un sistema di combattimento funzionale e soprattutto divertente. Senza troppi giri di parole, questo videogioco riesce fin da subito a mostrare i suoi muscoli, ma incespica in alcuni elementi basilari per un J-RPG, qual è. Naturalmente, in questo articolo vi spieghiamo quali sono i pregi e i difetti di questo videogioco, analizzandoli punto per punto.

Fairy Tail, la gilda più sottovalutata di Fiore

La storia di Fairy Tail racconta le vicende di Lucy Heartphilia (una giovane ragazza fuggita da casa e dai suoi genitori per diventare una maga) e di Natsu Dragonil (un ragazzo che ha come obiettivo quello di ritrovare il suo padre adottivo, il più potente drago del fuoco Igneel). Dopo il loro rocambolesco primo incontro, i ragazzi diventano due membri di Fairy Tail e iniziano il loro cammino prendendo parte a numerose missioni, insieme ad altri due compagni, Gray Fullbuster ed Elsa Scarlet - rispettivamente il mago della creazione del ghiaccio e l’utilizzatrice della magia Cambio-Stock. Ben presto la squadra di Natsu e Co. diviene la più potente dell’intera gilda, grazie all'esperienza maturata durante le battaglie e le varie disavventure.

Dopo qualche tempo, i ragazzi decidono di intraprendere un nuovo ed importantissimo incarico: la promozione alla classe S dei maghi. Per raggiungere questo obiettivo, il team e altri membri della gilda si dirige verso la misteriosa isola di Tenrou, dove si imbatte con Grimoire Heart e con il drago Acnologia. La salvezza di Fairy Tail arriva per mano di Mavis Vermillon che, grazie al suo incantesimo protettivo, riesce a salvare tutti i membri della gilda, ma non può nulla contro gli effetti collaterali dei suoi poteri, che isolano il gruppo di eroi in una dimensione parallela per sette lunghi anni.

La modalità storia del videogioco di Fairy Tail inizia proprio da questo momento, eccezion fatta per la battaglia con Hades - capo della gilda oscura Grimoire Heart - che funge da prologo e mini-tutorial del sistema di combattimento. Trascorsi sette anni, dunque, Fairy Tail è definitivamente caduta in disgrazia e non solo perde il blasone di un tempo ma anche il proprio quartier generale, situato nel centro città di Magnolia. Per questo motivo, l’intera gilda si pone l’obiettivo di tornare al vertice della classifica delle gilde e decide di iscriversi al Gran Palio della Magia, un torneo organizzato tutti gli anni che permette di stabilire - attraverso un numero di prove - la migliore gilda del continente.

La modalità storia prosegue seguendo passo dopo passo le vicende legate alle sventure di Fairy Tail, proponendo la stessa ironia e, soprattutto, le medesime tematiche che hanno contraddistinto la serie principale. Bisognerebbe solo specificare che, nonostante questo prodotto fosse stato supervisionato da Mashima-sensei in persona, alcune scene non sono fedeli alla controparte manga, come ad esempio la battaglia tra Elsa e le 100 bestie nell'arena del Gran Palio della Magia, dove il boss finale (quel mostriciattolo che diventa praticamente un titano inarrestabile ndR) non è esattamente quello visto prima nel manga e successivamente nell’anime. Ci teniamo a ribadire che la narrazione, seppur non sia completamente fedele nella sua realizzazione, riesce comunque a trasmettere quelle stesse emozioni della sua controparte, almeno nella scrittura della storia, nelle varie scene d’intermezzo e nelle missioni intraprese dagli eroi.

Un’altra nota negativa della modalità storia è rappresentata dai dialoghi. La direzione artistica, in tal senso, non è praticamente la migliore vista nel panorama videoludico, infatti durante le scene d’intermezzo si alternano dialoghi computerizzati attraverso il motore di gioco e altri creati da grafiche in stile fumetto (con i classici baloon, per intenderci ndR), il ché rende le stesse scene confusionarie in alcuni frangenti. Inoltre, bisogna anche segnalare l'assenza di alcuni personaggi secondari di vitale importanza per la caratterizzazione dei maghi di Fairy Tail, e questo potrebbe sicuramente far storcere il naso ad alcuni appassionati più accaniti della saga.

Una bacheca sempre stracolma di compiti

Proseguendo con la storia principale, il nostro gruppo di maghi avrà l’occasione di visitare tutti i principali luoghi del continente di Fiore, dall'affascinante (quanto misteriosa ndR) Isola di Tenrou alla megalopoli medievale Crocus, nonché capitale del Paese. La fase esplorativa viene enfatizzata prendendo parte alle innumerevoli missioni disponibili nella bacheca della gilda che, oltre ad aumentare il rank della gilda nella classifica e ad ripagare gli sforzi compiuti con la moneta, donano gettoni che permettono di far salire il grado di ciascun personaggio (più specificatamente, con l’aumentare del grado, ciascun mago ottiene abilità passive e tanto altro). Si ottengono maggiori punti nel rank delle gilde migliorando tutte le strutture del quartier generale di Fairy Tail, come il laboratorio, il bar e la bacheca delle missioni, che consentono di ottenere sempre più benefici.

Aumentando il grado dei personaggi giocabili, permetterà loro di equipaggiare più “lacrima”, abilità passive e outfit differenti. Le lacrima, se ve lo state chiedendo, sono tutti quegli oggetti che migliorano le statistiche dei maghi (come vita, attacco e difesa). Invece, la progressione di ciascun personaggio giocabile è piuttosto lineare, infatti acquisendo esperienza dopo i combattimenti, gli eroi saranno in grado di lanciare nuovi incantesimi e aumenteranno sempre di più le loro statistiche, in modo del tutto fisiologico.

L’esplorazione consente di raccogliere una serie di oggetti secondari, che possono essere successivamente utilizzati per compiere due scopi. In primo luogo, accumulando risorse riciclate per terra si possono completare le quest proposte dagli abitanti del continente, e di conseguenza ottenere nuove lacrima per migliorare le statistiche della squadra di maghi. In secondo luogo, invece, i materiali in questione sono pienamente riciclabili, entrando di fatto nella particolare sezione del crafting.

Quest’ultimo aspetto del videogioco non è particolarmente sviluppato a dovere, infatti, durante la nostra prova abbiamo notato che la presenza delle lacrima non stravolge il sistema di combattimento a nostro favore (né tanto meno a nostro sfavore ndR), eccezion fatta nelle battaglie più impegnative contro i boss, nella fase finale del videogioco oppure impostando la difficoltà massima. Oltre a questo piccolo neo, dobbiamo anche specificare che le missioni secondarie tendono ad essere ripetitive dopo l’inizio del gioco. Infatti, proseguendo con la storia, le richieste delle singole quest saranno praticamente le stesse e non proporranno quella tanto sperata varietà.

Un sistema di combattimento immediato e divertente

Fairy Tail integra un sistema di combattimento molto differente da quello desiderato dall'immaginario collettivo. In molti speravano di trovare un prodotto finito con un combattimento libero come quello di Jump Force, Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 4 e compagnia bella. Gli sviluppatori - forti del lavoro svolto con Atelier - hanno sorpreso tutti con un sistema a turni, nonché una delle caratteristiche principali degli J-RPG. In questo videogioco, infatti, le battaglie si svolgono su una griglia 3x3, dove ciascun personaggio è collocato in una delle caselle poste sul terreno e l’obiettivo dei giocatori è proprio quello di portare a 0 i punti salute degli avversari. Ci sono attacchi di ogni genere, da quello fisico a quello magico, con annesse alterazioni di stato.

Le regole sono piuttosto semplici: i giocatori possono mettere in campo fino a cinque personaggi dei sedici presenti in questo videogioco. Per portare a zero i punti vita dell'avversario è necessario saper utilizzare sapientemente le mosse dei propri maghi. I punti magia, com'è facilmente intuibile, tendono a scendere utilizzando i poteri magici - maggiore è il potere dell’incantesimo lanciato, maggiore sarà il dispendio di MP. Inoltre, bisogna anche considerare il sistema di debolezze/resistenza, infatti colpendo un nemico con la mossa giusta li espone a maggiori danni, oppure a minori danni se si sbaglia la scelta.

Essendo un J-RPG in tutte le sue sfaccettature, per vincere le battaglie bisogna usare il proprio intelletto, scegliendo di volta in volta la mossa in base agli effetti secondari e al raggio d'azione (che può interessare una o più caselle). Le soluzioni proposte dal team sviluppo consentono anche di sfruttare alcuni attacchi speciali, che in questo videogioco prendono il nome di “Magic Chain”, una catena di attacchi magici, ciascuna eseguita da ogni singolo personaggio della propria squadra (il danno è direttamente proporzionale al numero di attacchi eseguiti e dalla “finisher”).

Realizzando un’ottima catena è possibile anche compiere le cosiddette “Extreme Magic” e le “Unison Raid”, la prima permette di far scendere in campo un personaggio secondario (come Makarov Dreyar o Kana Alberona) per concludere la catena con un attacco estremamente potente oppure con una mossa curativa; mentre la seconda consente di mettere in mostra un attacco combinato da due personaggi della squadra, in modalità Risveglio (tra i tanti esempi di Unison Raid possiamo citare l’Holy Shadow Dragon's Flash Fang di Sting e Rogue, rispettivamente il “Drago Bianco” e il “Drago dell’ombra”). Il tutto avviene attraverso un sistema bilanciato di quick-time-event, sia per le Magic Chain che per le abilità intrinseche dei personaggi (come il Risveglio).

Il Risveglio, come abbiamo precedentemente anticipato, permette a ciascun mago di assumere una nuova forma di combattimento. Natsu, per esempio, riesce ad assumere due forme nella fase iniziale di gioco, vale a dire la cosiddetta “Modalità drago del fuoco di fulmini” e la “Dragon Force”. Una volta attivato, il risveglio dona innanzitutto nuovi punti HP ed MP, e consente di ottenere nuovi attacchi magici per un lasso di tempo limitato. Al contempo, questa meccanica permette di schivare un attacco, e questa soluzione potrebbe rivelarsi molto utile durante i combattimenti, specie quando i punti salute sono ridotti quasi a zero.

Da non sottovalutare, inoltre, la possibilità di compiere degli assist - mediante il sistema di quick time event - e anche quello di ricambiare il danno ricevuto dall'avversario con un contrattacco.

Il sistema di combattimento di Fairy Tail rappresenta una delle componenti più riuscite di questo videogioco perché propone funzioni varie e divertenti, e al tempo stesso mette in mostra uno scenario che fa della spettacolarizzazione degli attacchi speciali e - in generale - dei personaggi principali della saga di Mashima-sensei il suo punto di forza. Combattere dunque è sempre un piacere, e l’esperienza diventa un tantino più complicata all'aumentare della difficoltà, e consigliamo agli appassionati del manga o agli amanti degli J-RPG di passare al massimo livello per rendere il tutto un po’ più strategico.

Fiore, un continente dalla bellezza unica e ricercata

Dopo aver esaminato nel dettaglio la modalità storia, le caratteristiche secondarie e il sistema di combattimento, è doveroso passare all'aspetto tecnico di questo videogioco, nella fattispecie nella sua realizzazione sia artistica che tecnica. Innanzitutto, questo titolo riesce fin dalle prima battute a catapultare il giocatore nelle più caratteristiche ambientazioni di Fiore, mettendo in maggior risalto i principali luoghi del manga come la sede di Fairy Tail, l’Arena del Gran Palio della Magia e il quartier generale di Tartaros. Sotto il punto di vista puramente artistico, quindi, tutti le principali ambientazioni sono state realizzate nel modo giusto. Invece, il lavoro di conversione dei personaggi - in meri termini tecnici, da tavolozze bidimensionali a modelli poligonali - è altalenante poiché alcuni presentano troppi spigoli, motivo per cui crediamo che il filtro anti-aliasing non svolge efficacemente il proprio lavoro di pulizia.

Se, da una parte, possiamo lodare il lavoro svolto dagli sviluppatori per portare nelle mani dei videogiocatori le stesse ambientazioni del capolavoro di Mashima-sensei, dall'altra parte dobbiamo sicuramente menzionare la poca varietà delle “ambientazioni secondarie”. Questo gioco, infatti, mette a disposizione un numero già ristretto di mappe e a questo piccolo neo si aggiunge anche un scarso level design. A tal proposito, esplorando le varie ambientazioni di Fiore - escludendo quelle principali, come specificato in precedenza - si nota che tendono ad essere scialbe e dunque molto lontane da quelle viste nel manga e nell’anime. Lo stesso discorso vale per tutti i nemici posti sulle mappe del continente.

Dal punto di vista tecnico, questo videogioco riesce ad esprimere il meglio di sé durante le sessioni di gioco. Tuttavia, è doveroso sottolineare qualche piccolo calo di frame-rate, in particolare nel corso di battaglie contro nemici multipli oppure quando vengono riprodotti tantissimi effetti particellari, difficili da gestire da una semplice PlayStation 4 Slim.

Aggiornamento: Gli sviluppatori hanno distribuito una patch che migliora l'aspetto tecnico del videogioco.