Immagine di Famicom Detective Club | Recensione, la rinascita di due misteri
Videogioco

Famicom Detective Club | Recensione, la rinascita di due misteri

Famicom Detective Club: The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind sono due visual novel che sfidano il tempo per innovare ancora una volta.

Avatar di Alessandro Palladino

a cura di Alessandro Palladino

-

Le prime impressioni che ci hanno dato i nuovi Famicom Detective Club sono state più che positive, ed è bello quando un prodotto già promettente di suo si rivela essere una perla ancora più lucente. Non vogliamo neanche lesinare sui termini: se amate il mistero, le visual novel o le investigazioni alla Phoenix Wright, Famicom Detective Club nella sua interezza vi piacerà a prescindere da quello che potremo dirvi per convincervi di questa affermazione. Non a caso, i titoli originali per Super Famicon sono i genitori di un filone molto amato, e avevamo ben sottolineato come le loro impostazioni fossero proprio il calco più classico di tante storie del paranormale di stampo giapponese.

Famicom Detective Club è quella puntata di Detective Conan ambientata tra folklore e cruda realtà, è quella gita in una città rurale che si tramuta in una serie di omicidi nascosti nella superstizione, la compagnia di persone con segreti, amori e passati burrascosi. Famicom Detective Club è un po' Higurashi, un po' occidentale e tanto coinvolgente. Il mix di tutti questi elementi è tanto bello quanto particolare, non possiamo negare di essere stati cullati da toni familiari provenienti da tanti show del nostro cuore e che allo stesso tempo sembravano estranei, inquietanti e unici nella loro esposizione.

La genesi di un Detective

Prima di partire, il nostro consiglio è quello di giocare The Girl Who Stands Behind prima di The Missing Heir, essendo quest'ultimo un prequel del capitolo originale. Non cambia poi molto tra una o l'altra, ma noi abbiamo trovato questa soluzione più congeniale al flusso narrativo per i giocatori di nuova generazione. Non vogliamo addentrarci troppo nelle storie per via del fatto che si tratta di titoli che della storia fanno il loro unico e solo vanto, ed essendo un mistero anche solo svelarvi alcuni dettagli importanti potrebbe compromettere quella sensazione di essere voi i deduttori del caso.

Famicom Detective Club, come suggerisce il nome, è infatti una coppia di giochi che vi cala nei panni di un detective in erba dalle fattezze tipiche del protagonista standard di un anime. Un cambiamento abbastanza evidente rispetto alla versione originale, comunque conservando la prima persona nonostante il voler trovare un'identità spiccata al giovane detective dal volto nuovo. Però, anche con questa considerazione, sarete voi a scendere nell'indagine e muovere i passi nei due casi a disposizione, interagendo con le persone, cercando gli sfondi come un punta e clicca e ragionando di volta in volta. Il gioco vi chiederà spesso di tirare le fila del caso, produrre ipotesi e accuse. Un bel passo per quella che è a tutti gli effetti una visual novel e che tutto sommato riesce a reggere il ritmo incalzante di un'indagine seria come quella per un omicidio: crimine protagonista di entrambe le storie.

Ma è forse qui che Famicom Detective Club mostra un po' il fianco e gli anni: interagendo con le diverse opzioni come Parla, Pensa e Osserva, spesso e volentieri vi ritroverete a inciampare in dialoghi apparentemente senza uscita. Per quanto l'ingegno sia una caratteristica ideale per un qualsiasi detective, non c'è misura che tenga per un sistema di avanzamento nelle battute della storia che si inceppa come una ruota di bicicletta con un ramo al suo interno. Alle volte, anzi, il gioco vi obbliga a insistere a ripetere una scelta di Parla per poter andare avanti anche se la frase si ripete con la stessa linea di dialogo, oppure non vi fornisce abbastanza indizi per riuscire a capire quale opzione vi possa tirar fuori da un interrogatorio fatto di soli silenzi.

Non risultando statico per tutta una serie di ragioni, e abbandonando quindi l'aria da visual novel promettendo un'interazione costante con chiunque incontriate, Famicom Detective Club si dà un po' la mazza sui piedi cercando per forza di condurvi dove volete solo attraverso le vostre decisioni. Avrebbe beneficiato di un binario forse più guidato, o quantomeno con opzioni chiare per procedere come succede in alcuni frangenti, ma a parte questo unico difetto Famicom Detective Club è colmo di misteri adatti sia ai veterani di mille casi risolti che ai neofiti che cercano una storia tra i liceali e la serietà di uno scenario dell'orrore mite. Tutto si bilancia sulla atmosfera costantemente tesa sul filo del rasoio, con voci e misteri che partono come leggende e finiscono per essere la perfetta copertura per atti efferati di una brutalità evidente.

Insomma, se i suoi protagonisti sono giovani dall'aria fanciullesca, le vicende a loro affidate sono tutt'altro che roba da ragazzi che giocano a fare i detective tra i banchi di scuola: ci sono momenti di alta tensione e serio pericolo, in cui Famicom Detective Club cala tutti i suoi assi per far sì che voi come giocatori siate estremamente coinvolti nel loro svolgimento. Ed è in quelle occasioni che il crescendo costruito indizio dopo indizio finisce per tirarvi dentro per il bavero e farvi capire che sì, Famicom Detective Club vi ha catturato davvero tanto.

Modernità nella narrazione

Più di tutto però, le storie di Yoshio Sakamoto hanno preso una nuova e gloriosa vita grazie al lavoro mastodontico fatto da Mages nel far sì che Famicom Detective Club non solo fosse una coppia di giochi fedeli al feeling originale, ma anche un concentrato di nuove idee nei termini con cui vengono create e sviluppate le visual novel. Fin dal principio Famicom Detective Club, ognuno dei due capitoli, appare come se fosse un anime di cui avete il totale controllo delle scene. Le inquadrature cambiano spesso, non c'è confine tra dialogo e scena principale in alcuni momenti e gli sfondi si animano di continuo. Le sensazioni che avevamo avuto nella nostra anteprima hanno trovato conferma nella lunga durata dei due casi di omicidio, sorprendendoci più di una volta.

Oltre a essere bello da leggere e da giocare, per via dei casi di cui faremo parte, il duo Famicom Detective Club è ad oggi una delle migliori dimostrazioni di come sia possibile rivitalizzare il genere delle VN e renderlo appetibile anche per un pubblico mai avvicinato a esso, mantenendo pregi come una scrittura eccellente (qui addirittura con una narrazione parziale che vi permette di ricapitolare i casi tra una sessione e l'altra) e un doppiaggio giapponese di tutto rispetto (con la possibilità di tagliare la voce del protagonista o ripristinare le musiche originali) e al contempo utilizzando tecniche moderne per far sì che quegli elementi spicchino.

Parte dello charme di Famicom Detective Club è la sua bellezza dettagliata in un sistema di gioco tutto sommato semplice, lineare e amichevole nei confronti di chi vuole provare nuove esperienze senza giostrarsi tre percorsi narrativi, romance varie e tutti i gingilli da visual novel/eroge più classici. D'altro canto questa semplicità, dovuta anche al materiale originale, può farsi sentire fin troppo specie in The Missing Heir: il primo vero capitolo in ordine di uscita e meno ricco di interazioni da scandagliare. Tuttavia, è la commistione di tutti questi fattori, influenti nel loro campo, a rendere Famicom Detective Club un'esperienza così appagante a prescindere da ogni suo – comunque piccolo – difetto.

Peccato per l'assenza di localizzazione italiana, comprensibile considerato la nicchia a cui si appella il prodotto ma che proprio per la sua natura super accessibile avrebbe beneficiato molto di una traduzione per coinvolgere ancora più utenti in un genere in costante evoluzione.

Voto Recensione di Famicom Detective Club: The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind - Nintendo Switch


8.7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storie avvincenti e variegati, con due grandi classici del giallo

  • - Interazione accattivante e significativa

  • - Tecnicamente un gioiello

  • - Doppiaggio d'eccellenza, assente nella versione originaria

Contro

  • - Alle volte le opzioni nei dialoghi possono ripetersi fin troppo

  • - Si poteva fare di più per arricchire le interazioni

Commento

Famicom Detective Club The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind sono, senza ombra di dubbio, una delle migliori operazioni di restauro che Nintendo abbia mai fatto in vita sua. Due storie del mistero dallo stampo classicissimo, almeno per gli standard orientali, che hanno fatto da genitori a opere come Phoenix Wright e la serie Higurashi, rivitalizzate con un motore da visual novel strabiliante in ogni suo aspetto. Non sembra neanche di guardare un gioco in alcuni punti e l'interazione, seppur alcune volte bizzarra, è sapientemente gestita nel contesto poliziesco. Se amate il mistero, gli anime crime o semplicemente le storie ben scritte da giocare sulla vostra Nintendo Switch, Famicom Detective Club non può mancare nella vostra libreria.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Famicom Detective Club: The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind - Nintendo Switch

Famicom Detective Club: The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind - Nintendo Switch