FIFA 20 | Recensione, il calcio secondo Electronic Arts

Anche quest'anno è finalmente arrivata l'ora di FIFA 20: sarà riuscita EA Sports a replicare quanto di buono visto negli ultimi anni?

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a cura di Michele Pintaudi

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Come ogni anno da più di due decenni a questa parte, anche in questo 2019 è finalmente arrivato il momento di uno dei titoli sportivi per eccellenza: FIFA 20. In leggero ritardo rispetto all’acerrimo “rivale” targato Konami – che noi di Game Division abbiamo già recensito sulle nostre pagine – il simulatore calcistico di Electronic Arts torna con un’edizione migliorata e ricca di novità, pronta a (ri)confermarsi come una delle migliori esperienze possibili nel suo genere.

L’appuntamento come sempre è uno di quelli da non perdere: FIFA 20 è infatti soltanto l’ultimo capitolo di una serie iniziata nell’ormai lontano 1993, oggi annoverata tra i franchise di maggior successo nell’intera storia dei videogiochi. Un successo planetario insomma, che EA Sports ha costruito anno dopo anno andando a cercare di affinare sempre di più il gioco, fino a renderlo un prodotto capace di entrare a pieno regime nella cultura popolare contemporanea.

Non perdiamoci però in chiacchiere e andiamo subito al sodo: sarà riuscito FIFA 20 a confermare quanto di buono visto nelle ultime edizioni? Scopriamolo insieme, iniziando la nostra recensione approcciando il titolo da un punto di vista maggiormente tecnico.

FIFA 20: questione di… fisica.

Come di consueto, il primissimo approccio ad un titolo come FIFA 20 va effettuato avviando una partita amichevole: il modo più efficace per analizzare tutti gli aspetti centrali che andranno a caratterizzare la nostra esperienza di gioco di base. Sin dai primi passaggi è possibile notare come, nonostante il Frostbite 3 introdotto in FIFA 17 faccia sempre e comunque la sua ottima figura, sono poche le reali differenze a livello di gameplay rispetto a quanto visto lo scorso anno.

I pochi cambiamenti meritano in ogni caso di essere approfonditi in quanto alla lunga si riveleranno delle aggiunte più che valide ad un titolo che, a conti fatti, si trova con ben poco da rinnovare. Quel che notiamo quasi immediatamente è la nuova e migliore fisica del pallone, che si traduce in movimenti molto più precisi e realistici ai quali servirà qualche partita prima di abituarsi a dovere.

In tal senso va assolutamente lodato il grande lavoro svolto da EA nel rincorrere, ancora una volta, un sempre più marcato realismo di fondo: durante ogni singolo minuto di gioco, sarà dunque necessario prestare la massima attenzione ad ogni passaggio, ad ogni spazio e ad ogni movimento per esprimere al meglio il nostro stile di gioco, qualunque esso sia. Se prediligiamo una tattica orientata al contropiede con un continuo movimento sulle fasce potremo a tempo debito adottarla alla perfezione, ma in maniera altrettanto perfetta dovremo coordinare ogni nostro movimento per riuscire ad arrivare in porta.

Molto importanti saranno, ovviamente, le abilità dei singoli: controllando un campione come Messi o Ronaldo sarà più semplice offrire un buon gioco, partendo avvantaggiati nel nuovo sistema di uno contro uno curato nei minimi particolari per risultare, una volta padroneggiato a dovere, gratificante e al contempo realistico. Realistica in FIFA 20 è anche l’IA che pur non essendo sempre perfetta ci restituirà una serie di movimenti più naturali sia da parte degli avversari che, nel momento in cui questi ultimi prendano possesso della sfera, da parte della nostra difesa.

Molto classico il sistema di dribbling, che non va a differire particolarmente da quello già più che consolidato ammirato negli ultimi anni, mentre è evidente la possibilità di gestire con maggior precisione le conclusioni a rete. La parola d’ordine è dunque realismo, e giocando a FIFA 20 ci sentiamo di affermare, con poche riserve, quanto EA abbia compiuto un ulteriore passo avanti nella direzione giusta.

Fatte le precedenti considerazioni su quello che è il gameplay di FIFA 20, un altro aspetto che colpisce sin da subito è il comparto grafico. Anche qui non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente rivoluzionario, ma rispetto allo scorso anno è evidente una maggior cura dei lineamenti di molti giocatori, con volti e animazioni più rifinite, oltre che a un miglior colpo d’occhio generale per quanto riguarda gli stadi – anche se purtroppo saranno soltanto due quellli italiani, ovvero l’Olimpico di Roma e San Siro – e a una più elevata fluidità di fondo.

L’esperienza di gioco complessiva risulterà poi arricchita da licenze di prestigio come quelle legate alle competizioni UEFA, e in primis alla Champions League: disponibile sia come scenario per le partite amichevoli che come torneo vero e proprio. Pur potendo contare su un numero davvero elevato di squadre e campionati da tutto il mondo, la mancanza di alcune licenze si fa sentire eccome: è il caso, molto chiacchierato in questi ultimi mesi, della presenza del Piemonte Calcio a sostituire i campioni d’Italia della Juventus. Discorso simile per molte altre compagini a partire dalla Serie B italiana, dove molti team non dispongono dei kit e degli stemmi originali. Nulla di compromettente, a onor del vero, considerando quella che è nel complesso la ricca esperienza offerta da FIFA 20.

Infine confermata la coppia di telecronisti che tanto ci ha fatto divertire negli ultimi anni: Pierluigi Pardo e l’ex difensore del Milan Stefano Nava, che ci accompagneranno anche quest’anno nel nostro viaggio tra vittorie, sconfitte e match spettacolari.

C’era una Volta… E altre storie!

Ad arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco di FIFA 20 troviamo tutta una serie di modalità accessibili sin dal menù principale. Oltre alle già citate amichevoli e alla presenza esclusiva della UEFA Champions League, troviamo come di consueto la possibilità di creare il nostro torneo personalizzato o di testare le nostre abilità nell’Arena Allenamento.

La vera novità di FIFA 20 è però costituita dalla modalità Volta, che sin dal momento del suo annuncio ha attirato molto interesse da parte del pubblico, affascinato all’idea di un ritorno del genere all’interno della serie targata EA Sports. Ricordate FIFA Street? Ecco, Volta riprende la tanto amata formula del calcio da strada riproponendola in una modalità tutta nuova che va a sostituire il Viaggio di Alex Hunter.

Oltre alle semplici amichevoli – disponibili con i regolamenti ufficiali futsal, 3v3, 4v4 o 5v5 – troveremo una ricca modalità Storia da vivere una partita alla volta. Inizieremo creando il nostro alter ego virtuale, con tutta una serie di personalizzazioni che vanno dallo stile di gioco ad aggiunte prettamente estetiche: avanzando nel nostro cammino andremo a ottenere crediti e punti esperienza che potremo spendere per migliorare le nostre skill, attraverso un preciso e ben realizzato albero di abilità, o per acquistare l’outfit più adatto alle nostre esigenze.

Dopo aver dato vita al nostro protagonista, verremo catapultati ad una partita-provino per accedere alla J10: la prestigiosa Football Academy fondata dalla leggenda del freestyle Jayzinho. Una volta entrati nel team scopriremo quello che sarà il nostro obiettivo, ovvero qualificarci per i campionati mondiali di Buenos Aires per mostrare a tutti le nostre incredibili capacità.

Le primissime battute della modalità Volta serviranno perlopiù a comprendere i fondamentali di questo “nuovo” stile di gioco, e attraverso le Prove Volta potremo affinare al meglio tutte le skill da mostrare in partita. All’inizio di ogni match potremo inoltre scegliere se controllare l’intero team o, se preferiamo, soltanto il nostro protagonista: non dimenticate però che un ottimo gioco di squadra è la base per raggiungere molti degli obiettivi presentati, e soprattutto per riuscire a collezionare vittorie su vittorie.

Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando un inaspettato colpo di scena va a compromettere il cammino verso i campionati del mondo: toccherà dunque al nostro aspirante campione prendere in mano la squadra, con l’obiettivo di portarla una volta per tutte sul tetto del mondo. Possiamo dunque affermare che la modalità Volta è un ritorno più che gradito, che si traduce in una novità di ottima fattura per quel che riguarda l’esperienza proposta da FIFA 20: speriamo, con tutto il cuore, che diventi una componente stabile all’interno della serie targata EA.

Presente come ogni anno è anche FIFA Ultimate Team, che si presenta con poche novità a fronte di una struttura base consolidata nel corso delle ultime edizioni del gioco. Dopo aver creato la nostra squadra affinando al meglio l’intesa tra i giocatori, sarà importante potenziarla con tutti i mezzi a nostra disposizione: dal condurre un mercato all’altezza fino al raggiungimento di Obiettivi Stagionali – in una formula pressoché analoga a quella vista fin qui con le Squad Building Challenges – ogni singolo momento della vostra carriera dovrà essere pensato in ottica di migliorare, ancora e ancora, il team con cui affronterete questo viaggio.

Una piccola novità in FUT è costituita da maggiori possibilità di personalizzazione: potremo modificare kit, stadi, tifoseria e tutto ciò che riguarda la nostra compagine in maniera ancora più marcata. Sono poi state introdotte nuove Icone, che vanno ad affiancare quelle già presenti, tra cui spiccano Kakà, Drogba, Pirlo e Zidane… Non farebbe forse comodo avere uno di loro in squadra? Pur non innovando particolarmente, FUT risulta anche in FIFA 20 una componente fondamentale per l’esperienza di gioco complessiva, andando a creare una competizione su scala mondiale dove vi potrete confrontare con avversari da ogni parte del mondo online e offline.

Ultima modalità da analizzare è la Carriera, che si presenta quest’anno con qualche aggiunta di spessore rispetto a quanto visto nelle ultime edizioni a partire dall’editor dell’allenatore (o del giocatore, a seconda del tipo di carriera che vorremo intraprendere), che per la prima volta potrà essere creato anche di sesso femminile. In seguito, noteremo come svolgerà  un ruolo sempre più centrale l’aspetto legato al morale della squadra, che dovremo gestire nella maniera migliore possibile per ottimizzare i risultati che andremo a ottenere.

In tal senso, una novità importante è rappresentata dalle conferenze pre e post partita inserite per la prima volta in questa edizione di FIFA, nelle quali dovremo rispondere alle domande dei giornalisti andando ad influenzare – nel bene o nel male – la nostra squadra: sarà dunque di fondamentale importanza prestare la massima attenzione alle nostre risposte, per mantenere lo spogliatoio un luogo sereno e pronto ad affrontare al meglio tutte le partite.

Importante sarà anche la gestione dei nostri giocatori sul campo, al fine di farli crescere e migliorare anche in vista del futuro apporto che potranno dare alla nostra causa. Puntare molto sui giovani, ad esempio, sarà una strategia in grado di ripagare in ampia misura anche a lungo termine.

FIFA 20 insomma non porta con sé molte novità, preferendo gestire le nuove aggiunte con la base consolidata che tanto si è rivelata un successo negli ultimi anni. Volta, dal canto suo, è un’aggiunta di spessore che speriamo diventi canonica all’interno della serie, mentre è lecito aspettarsi qualcosa in più, sempre in ottica futura, da Ultimate Team e in termini di licenze. Quello che possiamo dire è che FIFA è finalmente tornato, con un’esperienza di gioco solida e divertente che promette di coinvolgere e intrattenere per tante, tantissime ore. E questo, a conti fatti, è tutto ciò che conta.