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Fire Emblem Warriors Three Hopes | Recensione

Fire Emblem Warriors Three Hopes prosegue la direzione intrapresa da Omega Force per rinnovare il genere dei Musou.

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a cura di Andrea Maiellano

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Dopo Hyrule Warriors: L'era della calamità, e Persona 5 Strikers, è diventato chiaro a tutti che Omega Force abbia trovato una nuova dimensione per il genere da lei stessa creato. Una dimensione che prende l'impianto ludico di quei Musou, che dal 1997 hanno sancito un nuovo tipo di sottogenere per gli action game, e lo sfrutta per costruirci attorno produzioni ricche di elementi presi in prestito da altri generi, realizzando degli action/GDR, longevi e accessibili a tutti.

Fire Emblem Warriors Three Hopes è l'ultimo degli esponenti di questa nuova direzione intrapresa da Omega Force; il quarto titolo realizzato in stretta collaborazione con Nintendo e il secondo dedicato alla celebre saga di Fire Emblem. Come per il precedente Hyrule Warriors: L'era della calamità, anche Three Hopes ripudia il numero sequenziale nel titolo, mostrando chiaramente le intenzioni degli sviluppatori di perpetrare la direzione intrapresa con il precedente Musou dedicato a Link e compagni, realizzando dei titoli che si colleghino maggiormente ai capitoli principali della serie di riferimento, piuttosto che alla precedente iterazione della serie.

Three Houses... Three Hopes

Se non avete intenzione di avere alcuna anticipazione in merito al comparto narrativo di Fire Emblem Warriors Three Hopes, vi consigliamo di saltare direttamente al prossimo macro paragrafo, poiché risulta impossibile analizzare quanto realizzato da Omega Force senza spiegare, perlomeno, quali siano i collegamenti fra Three Hopes e Three Houses.

Fire Emblem Warriors Three Hopes, probabilmente in virtù delle reazioni dei fan agli enormi colpi di scena proposti dal precedente Hyrule Warriors: L'era della calamità, si pone da subito come una rivisitazione degli avvenimenti narrati da Three Houses. Fire Emblem Warriors Three Hopes racconta la storia di Shez, un mercenario scampato alla morte e in cerca di vendetta. In lui vive Arval, una misteriosa entità capace di comunicare con il protagonista telepaticamente e di infondergli una forza sovraumana.

Nel suo peregrinare in cerca delle persone che hanno annientato il suo gruppo di mercenari, Shez incrocerà il suo cammino con i tre leader delle tre casate di Three Houses e, dopo averli aiutati a scampare da un attentato a opera di un gruppo di banditi, si unirà a loro entrando in contatto con tutti quei personaggi che abbiamo imparato ad amare in Three Houses.

Una volta preso confidenza con il terzetto di co-protagonisti, Shez verrà chiamato a scegliere a quale delle tre casate vorrà unirsi. Questa scelta influirà, come nell'originale, sulla narrazione dei primi capitoli di gioco, oltre che andare a mutare ineluttabilmente il cast di personaggi con i quali il protagonista interagirà nella prima metà della sua avventura.

Più di questo non ci sentiamo di anticiparvi, per non rovinarci la sorpresa della scoperta, perché per quanto Fire Emblem Warriors Three Hopes si ponga fin da subito come una rivisitazione di Three Houses, non solo il livello di scrittura non ha nulla da invidiare al precedente Hyrule Warriors: L'era della calamità, ma, soprattutto, riesce a risultare coerente, ricco di colpi di scena e in grado di offrire una trama ben più corposa di una semplice "rivisitazione in salsa action".

Fire Emblem Warriors?

Fire Emblem Warriors Three Hopes, in maniera anche più accentuata che nelle produzioni precedenti di Omega Force, si mantiene coerente ai canoni della serie di riferimento, offrendo tutta una serie di attività collaterali, completamente opzionali, nei momenti di pausa fra una battaglia e l'altra. In questo frangente, dove potremo muovere il nostro protagonista all'interno di aree popolate da un notevole numero di personaggi, potremmo perderci in conversazioni di ogni natura, delineare i nostri tratti caratteriali attraverso un sistema a risposte multiple e concederci dei brevi momenti di svago in compagnia. Il sistema di reputazione di Shez si rivela analogo a quanto visto in Three Houses, anche se la realizzazione da parte di Omega Force risulta, chiaramente, più rustica e in linea con l'esperienza dinamica offerta dal titolo, ma in linea di massima Fire Emblem Warriors Three Hopes riesce pienamente nel restituire le stesse atmosfere di un capitolo principale della serie.

Bye Bye Musou

È importante chiarire fin da subito che Fire Emblem Warriors Three Hopes non è un Musou… è "anche" un Musou. La nuova direzione intrapresa da Omega Force con queste produzioni su licenza, difatti, ha permesso agli sviluppatori di intraprendere strade diverse dai canoni che loro stessi hanno definito, permettendogli di sperimentare con differenti generi per mantenere una sorta di coerenza con le opere originali. Nel caso di Fire Emblem Three Houses, difatti, oltre allo scheletro tipico del genere troviamo una pletora di elementi che strizzano l'occhio agli action GDR, ai titoli strategici e, ovviamente, alla saga di Fire Emblem.

Non fraintendeteci, in Fire Emblem Warriors Three Hopes si passerà la maggior parte del tempo nei panni di "colui che non ha rivali" (traduzione letteraria del termine Musou), falciando centinaia di nemici con la semplice pressione di un tasto mentre si corre a perdifiato in aree più o meno ampie nel tentativo di portare a termine i numerosi obbiettivi che, a volte con tediosa frequenza, compariranno a schermo.

La formula del genere però si limita a questo scheletro che, seppur importante, viene rivestito di una moltitudine di elementi accessori la cui abbondanza, in alcuni contesti, risulta persino fine a se stessa e poco impattante ai fini ultimi dell'esperienza. Fin dai primi momenti di gioco, difatti, Fire Emblem Warriors Three Hopes elargisce una copiosa serie di tutorial a schermo per illustrare al giocatore la mole di elementi che potrà, o dovrà, tenere in considerazione mentre compie i propri incarichi sul campo di battaglia.

Laddove gli obbiettivi principali non si discostano molto dal genere di appartenenza, impegnando il giocatore nella difesa dei forti, nell'abbattimento di capitani, nella difesa dei generali e via dicendo, la messa in scena proposta da Fire Emblem Warriors Three Hopes si rivela molto più incline agli stilemi della serie di Nintendo che alla tradizione di Omega Force. Innanzitutto si potrà, fin dalle fasi iniziali dell'avventura, optare per suddividere il proprio party in gruppi da due personaggi, potendo prendere rapidamente il controllo del team preferito in ogni momento della battaglia.

Questa meccanica si rivela importantissima da padroneggiare in quanto permette di mescolare differenti classi, stili di combattimento, abilità e magie per rendere il proprio team maggiormente efficiente quando dovrà confrontarsi con nemici caratterizzati da debolezze diverse. Fire Emblem Warriors Three Hopes, difatti, riprende i tipici rapporti di vantaggio e svantaggio già noti agli amanti della serie, qui proposti in una variante più leggera e di facile assimilazione.

Sempre per rimanere connesso alla serie principale, Fire Emblem Warriors Three Hopes permette al giocatore di impartire ordini ai propri compagni d'arme, decidendo in qualsiasi momento le azioni che gli altri guerrieri dovranno eseguire autonomamente. Che si tratti di presidiare una zona, compiere un'azione offensiva, correre in soccorso di un alleato o raggrupparsi in una determinata area per sferrare un attacco di gruppo, questa implementazione offre una componente strategica intrigante e ben implementata nelle dinamiche, oramai note, dei Musou di Omega Force.

Venendo ai vari personaggi che compongono il corposo roster di Fire Emblem Warriors Three Hopes, potremmo cambiare la loro classe di appartenenza, sperimentando in una moltitudine di sottoclassi e abilità di diversa tipologia, tutte caratterizzate in maniera sensata. Inoltre, ognuno dei combattenti presenti nel gioco avrà a disposizione una mossa unica legata a doppio filo alla sua classe di appartenenza, la quale si rivelerà indispensabile negli scontri più complessi.

Per quanto riguarda il combat system di Fire Emblem Warriors Three Hopes, anche in questo caso troviamo una commistione con l'universo dei GDR. Ognuno dei combattenti avrà a disposizione il moveset tipico dei Musou: attacco leggero, pesante, schivata e corsa. Un ventaglio di mosse molto basilare, per quanto più che efficace per spazzare via centinaia di soldati ogni minuto, al quale si aggiungono delle abilità magiche vincolate a un cooldown e l'usura delle armi che i nostri eroi utilizzeranno durante le battaglie.

Tutte caratteristiche che si riveleranno utili in battaglia, specialmente contro i midboss e i nemici più agguerriti, i quali baseranno la loro difesa non solamente sui rapporti di vantaggio e svantaggio, ma anche sull'indicatore di collasso. Colpire nella giusta maniera i nemici più coriacei, difatti, permetterà di indebolirne le difese fino a farli collassare per qualche secondo permettendo ai nostri combattenti di infliggergli un quantitativo ingente di danni.

Come se non fosse già abbastanza, tutti i personaggi del roster dispongono di un indicatore del risveglio, il quale permette ai vari combattenti, una volta colmo, di diventare temporaneamente invincibili, oltre che essere in grado di far collassare i nemici più ostici con un solo colpo. A tutte queste meccaniche si aggiunge, inoltre, un sistema di esperienza basato sulle valutazioni che verranno conferite ai nostri combattenti a fine battaglia, permettendogli di diventare più performanti e sbloccare nuove abilità.

Vien da sé che la quantità di elementi da microgestire prima di lanciarsi sul campo di battaglia diventa considerevole. Fin troppo se si decide di relazionare tutti questi aspetti al livello di difficoltà proposto da Fire Emblem Warriors Three Hopes, il quale, solo in sporadiche occasioni, richiede realmente al giocatore di considerare questi elementi, mostrando il fianco alla sua stessa natura da action game disimpegnato.

Essere tradizionalisti

Che amiate i Musou o che siate maggiormente legati alle dinamiche della serie Fire Emblem, Omega Force ha pensato a voi. All'avvio di una partita di Fire Emblem Warriors Three Hopes, difatti, potrete decidere se vivere l'intera esperienza privandovi della permadeath (ovvero l'impossibilità di rianimare i compagni morti in battaglia) e dei momenti social fra una missione e l'altra (nei quali perdervi in lunghe chiacchierate con i vari personaggi e in tutte quelle attività collaterali atte a migliorare i rapporti sociali con i vostri compagni di battaglia), potendo quindi godervi il titolo, come se fosse un Musou maggiormente tradizionale.

Fire Emblem Warriors Three Hopes su Nintendo Switch

Dispiace dover riscontrare che i difetti più grossi di Fire Emblem Warriors Three Hopes risiedano tutti nel suo comparto tecnico. Per quanto gli sviluppatori abbiano optato per un "alleggerimento" complessivo dei dettagli dei fondali e dell'effettistica, in virtù dell'ottenere performance più stabili rispetto al precedente Hyrule Warriors: L'era della calamità, il frame rate ancora fatica a restare ancorato ai 30 FPS. Con la Nintendo Switch connessa a un monitor esterno, i cali di frame sono frequenti, seppur mai tali da rendere ingiocabile il titolo, mentre usando la console in mobilità la situazione migliora indubbiamente, anche grazie a una risoluzione dell'immagine fissa a 780p, offrendo un'esperienza complessivamente più godibile.

Al netto di un comparto tecnico che inizia a far palesare i limiti hardware dell'ammiraglia Nintendo, Fire Emblem Warriors Three Hopes offre un comparto artistico eccellente, anche migliore di quello proposto nei precedenti Musou di Omega Force. La cura dei dettagli è, ancora una volta, maniacale, così come l'attenzione in fase di localizzazione nel preservare i giochi di parole, le differenze di accenti e le competenze linguistiche di ognuno dei personaggi che incontreremo nel corso dell'avventura.

Il comparto audio è, inoltre, di primissimo ordine, ed è composto da una scaletta di brani che alterna riarrangiamenti di temi celebri di Three Houses a composizioni inedite. Fire Emblem Warriors Three Hopes, infine, è doppiato in inglese e giapponese, mentre tutti i testi a schermo sono stati localizzati in italiano.

Voto Recensione di Fire Emblem Warriors Three Hopes - Nintendo Switch


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - È a tutti gli effetti un capitolo "apocrifo" di Fire Emblem

  • - Longevo e altamente rigiocabile grazie ai numerosi finali e alle diramazioni del comparto narrativo.

  • - Gameplay vario e ricco di dinamiche di gioco in grado di ridurre la "ridondanza" tipica dei Musou.

  • - La narrazione risulta ben scritta, ricca di situazioni interessanti e capace di andare oltre alla semplice "rivisitazione".

Contro

  • - Comparto tecnico eccessivamente altalenante per un titolo così frenetico.

  • - Alcune componenti prese in prestito dai GDR si rivelano un po' troppo fini a se stesse.

Commento

Fire Emblem Warriors Three Hopes si muove su terreni inediti, e più sofisticati, rispetto alle precedenti produzioni targate Omega Force. Al netto di un comparto tecnico altalenante, e di una serie di elementi di gioco che avrebbero necessitato un maggior bilanciamento, la nuova opera degli sviluppatori giapponesi rappresenta la perfetta evoluzione per il genere dei Musou, oltre a rivelarsi un capitolo di Fire Emblem capace di farsi apprezzare dai fan della serie. Il pregio più alto della nuova opera di Omega Force, però, risiede nella sua capacità di mostrare come i Musou possano andare oltre al genere di nicchia, proponendo un action game solido, longevo, accessibile, ricco di contenuti e in grado di proporsi come una valida alternativa per tutti quei giocatori che, magari, sono interessati a Fire Emblem ma non digeriscono i titoli strategici a turni.

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Fire Emblem Warriors Three Hopes - Nintendo Switch