Il mondo dei videogiochi open world si trova spesso ad affrontare una sfida cruciale: come evitare che l'esplorazione si trasformi in una sequenza di azioni ripetitive che svuotano l'esperienza di ogni magia. Sucker Punch Productions ha deciso di raccogliere questa sfida con Ghost of Yotei, il seguito spirituale di Ghost of Tsushima, partendo da un'analisi spietata dei difetti del proprio precedente successo. I co-direttori Nate Fox e Jason Connell hanno ammesso senza mezzi termini che alcune meccaniche del primo capitolo erano diventate "un lavoro" piuttosto che un divertimento, spingendo il team a ripensare completamente l'approccio al design del mondo aperto.
L'eredità pesante di Ghost of Tsushima
Nonostante il successo commerciale e critico ottenuto, Ghost of Tsushima ha raccolto nel tempo feedback sempre più specifici da parte della community. I giocatori hanno evidenziato come alcuni elementi, pensati inizialmente per arricchire l'esplorazione, finissero per appesantirla in modo significativo. Fox ha spiegato ad Automaton come il team abbia dovuto fare i conti con questa realtà: "Tsushima presenta vari minigiochi, ma purtroppo alcuni di essi – specialmente quello in cui segui una volpe verso un santuario nascosto – non hanno molta varietà e finiscono per sembrare un lavoro".
La critica più ricorrente riguardava proprio la sensazione di déjà-vu che caratterizzava molte attività secondarie. Quello che doveva essere un viaggio di scoperta attraverso il Giappone feudale si trasformava spesso in una serie di compiti da spuntare su una lista, privando l'esperienza della sua componente più preziosa: la sorpresa.
Il concetto rivoluzionario dell'esplorazione dinamica
La risposta di Sucker Punch a queste problematiche si concretizza in quello che il team definisce esplorazione dinamica. Questo nuovo approccio promette di eliminare la prevedibilità che affliggeva il predecessore, sostituendola con un sistema dove ogni scoperta può portare a risultati diversificati e inaspettati. L'obiettivo dichiarato è premiare la curiosità del giocatore con esperienze sempre fresche, che vadano oltre le sue aspettative iniziali.
Una delle innovazioni più interessanti rivelate durante l'ultimo State of Play è il sistema delle "Clue Card". Sebbene i dettagli completi rimangano ancora sotto embargo, questa meccanica sembra progettata per tracciare avventure ramificate e guidare il giocatore attraverso percorsi narrativi personalizzati, adattandosi al suo stile di gioco preferito.
Tradizione giapponese e innovazione ludica
L'attenzione verso l'autenticità culturale rappresenta un altro pilastro del nuovo progetto. Ghost of Yotei integrerà attività come la pittura Sumi-e in prima persona e un gioco di lancio di monete ispirato all'Ohajiki, un tradizionale passatempo per bambini giapponese. Questa scelta dimostra come il team voglia attingere direttamente dalla cultura nipponica per creare meccaniche di gioco che siano al tempo stesso autentiche e coinvolgenti.
Gli sviluppatori hanno inoltre ammesso di essersi ispirati ad altri capolavori del genere open world per ridefinire la propria visione. Fox e Connell hanno sottolineato come l'intenzione non sia quella di stravolgere completamente la formula consolidata, ma piuttosto di raffinarla e diversificarla per renderla meno prevedibile possibile.
Un futuro più dinamico per i mondi aperti
L'approccio di Sucker Punch per Ghost of Yotei, previsto per il 2 ottobre 2025 come esclusiva PS5, rappresenta un tentativo ambizioso di evoluzione del genere open world. Il team si è impegnato a preservare gli elementi che hanno reso memorabile il primo capitolo, eliminando al contempo quegli aspetti che hanno generato frustrazione nei giocatori. La longevità complessiva dovrebbe rimanere simile a quella del predecessore, ma con un'esperienza notevolmente più varia e coinvolgente.
Se questo nuovo approccio all'esplorazione dinamica riuscirà a mantenere le promesse, Ghost of Yotei potrebbe diventare un punto di riferimento per i futuri titoli del genere, dimostrando che è possibile imparare dai propri errori e trasformarli in opportunità di crescita creativa.