Giocare a Tetris vi guarirà dai problemi alla vista

Una nuova ricerca sembra dimostrare che Tetris può aiutare gli adulti ad attenuare il problema dell'ambliopia, che ad oggi si ritiene curabile solo in bambini fino a otto anni.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Giocare a Tetris potrebbe curare la sindrome dell'occhio pigro, o ambliopia, anche negli adulti. Questo disturbo colpisce circa il 3% della popolazione, e le terapie esistenti si sono dimostrate efficaci solo sui bambini. Il famoso videogioco russo potrebbe dare speranza di guarigione – o almeno miglioramento – anche agli adulti.

Ne sono convinti alcuni ricercatori, secondo cui il gioco spinge il giocatore a usare entrambi gli occhi in egual misura, e a contrastare così il problema. L'ambliopia, infatti, è un disturbo che porta un occhio a vedere meglio nell'altro, e quest'ultimo è quello etichettato come "pigro".

Nei bambini (fino a otto anni circa) la cura consiste nel coprire l'occhio che funziona in modo da obbligare l'altro a lavorare per due, e questo semplice rimedio spesso risolve il problema. Negli adulti, invece, non sono note soluzioni efficaci. Almeno fino a oggi.

"La chiave per migliorare la vista negli adulti, per i quali al momento non ci sono trattamenti, era creare le condizioni per spingere i due occhi a cooperare in una determinata attività", spiega il Dt. Robert Hess, firmatario della ricerca.  Tetris si presta bene a realizzare questo obiettivo – più complesso di quanto si potrebbe pensare.

I test finora si sono limitati a 18 adulti: nove hanno giocato con l'occhio dominante coperto, e gli altri usando un visore speciale che mostrava a un occhio solo i blocchi già depositati, e all'altro quelli in arrivo. Quest'ultimo gruppo ha mostrato miglioramenti già in due settimane, sia nelle capacità dell'occhio pigro sia nella percezione delle immagini 3D.

Anche i pazienti del primo gruppo erano migliorati, ma marginalmente in confronto al primo. Rimuovendo la copertura dell'occhio i primi nove pazienti si sono rapidamente messi alla pari con quelli del secondo gruppo. La ricerca ora va avanti, e il prossimo passo sarà tentare con i bambini.

Lo studio, infine, fa seguito a una ricerca simile comparsa nel 2011. All'epoca si era lavorato con un FPS della serie Medal of Honor e con Sim City, e si erano ottenuti risultati altrettanto incoraggianti. A questo punto è lecito pensare che anche gli adulti affetti da ambliopia possano sperare di recuperare almeno in parte le proprie capacità visive, se possono trovare un po' di tempo per giocare.

Si aggiunge così un altro argomento a difesa del videogioco, o per meglio dire del gioco in generale. Certo, c'è ancora qualcuno convinto che siano una cosa pericolosa, che provochi isolamento, comportamenti violenti e chissà che altro. Questi pregiudizi prima o poi spariranno, è solo questione di tempo: è successo ai libri di avventura, alla musica jazz, al rock & roll e a tante altre cose.

Succederà anche ai videogiochi, perché giocare fa bene (non solo con uno schermo), è un'attività sana con tanti vantaggi e poche controindicazioni, se non si esagera: lo sanno i bambini, i ragazzi e alcuni adulti, lo sanno i pediatri, lo sanno alcuni docenti e molti genitori. Prima o poi tutti se ne faranno una ragione.