Giochi violenti, ci pensano editori e genitori

Andato a monte, per ora, il tentativo della California di regolare il commercio dei videogiochi, almeno di quelli più violenti. La vendita continuerà ad essere libera, regolata solo dai consiglil degli editori e dal controllo dei genitori.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Una sentenza federale ha dichiarato incostituzionale una legge californiana, che ha lo scopo di regolare la vendita di videogiochi con contenuti violenti.

La legge proibisce la vendita di alcuni titoli ai minori, e obbliga gli editori a informare gli acquirenti sui contenuti, con un etichetta. Secondo la Corte d'Appello federale, queste norme violano il diritto d'espressione, e obbligano l'editore a riportare sulla scatola la "controversa opinione dello Stato" su quali siano i titoli violenti.

L'impatto di questa decisione potrebbe essere molto pesante, visto che sono molti gli stati al lavoro su norme simili, ed è dovuta al fatto che i legislatori californiani non sono riusciti a dimostrare che i videogiochi violenti causano danni psicologici o neurologici ai minori.

La legge era stata contestata da editori, distributori e rivenditori.

Restano, quindi, le misure alternative: etichettature volontarie da parte degli editori, campagne educative e controllo dei genitori.  Misure che rappresentano la "risposta giusta", per Bo Andersen, presidente dell'Associazione Operatori dell'Intrattenimento.

Per Michael Gallagher, "si tratta di un chiaro segnale che i tentativi di controllare i videogiochi da parte degli stati è uno spreco di tempo e denaro pubblici".

La Entertainment Software Association vede tra suoi membri Disney Interactive Studios, Electronic Arts, Microsoft Corp, THQ Inc, Sony Computer Entertainment America, e Take-Two Interactive Software.