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a cura di Lorenzo Quadrini

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Pur se libero dalle allucinazione delle oramai morte Furie, Kratos è ancora tormentato dal suo terribile passato. I suoi due unici scopi sono vendicarsi di Ares e cancellare i propri ricordi. Per farlo però, lo Spartano cade ancora di più nelle trame oscure degli dei, finendo per ricoprire ancora una volta il ruolo della pedina (come in Ascension, nel quale volente o nolente sventò il "golpe" ordito dalle Furie). Come prima cosa Kratos partecipa alla battaglia di Attica, respingendo il Basilisco e gli invasori persiani.

La Lega delio-attica

Più che di "Battaglia dell'Attica" si deve parlare delle numerose battaglie combattute dalla Lega delio-attica. L'Attica è infatti una zona peninsulare della Grecia (ospitante sia Atene che altre poleis del tempo), mentre il termine "delio" deriva dalla presenza nella lega della città di Delo (già nota anche in GoW). La Lega nacque nel 477 a.C. per contrastare l'invasione achemenide, ossia il primo impero persiano e riunì a più riprese quasi tutte le città più importanti del mondo ellenico, principalmente sempre per fronteggiare la minaccia persiana.

Dopo lo scontro però si accorge che il sole è precipitato: Elio, dio dell'astro luminoso, è perito e con lui sta scemando la forza di tutti gli dei ad esclusione di Morfeo. Per farlo tornare Kratos è determinato a usare i Destrieri del defunto dio, andare nell'ade e ripristinare la luce del sole. Ad ostacolarlo in un primo momento è il traghettatore delle anime, Caronte, che lo ritiene indegno di attraversare quei luoghi.

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Dopo un doppio scontro (durante il quale lo spartano si rende conto che Atlante non è più nel Tartaro a sorreggere la Terra) Caronte viene ucciso e la strada per gli inferi è finalmente aperta. Guidato dalle visioni della defunta figlia Calliope, il Fantasma di Sparta si incontra con Persefone, che lo fa purificare accogliendolo nei campi Elisi. Qui la regina dell'oltretomba svela le proprie macchinazioni contro gli dei: costretta a vivere negli inferi e desiderosa di vendetta nei confronti di Ade e tutte gli altri olimpici, Persefone vuole usare i poteri di Elio per spodestarli tutti.

Per farlo però il piano prevede la distruzione dei pilastri che sostengono la Terra. Kratos è posto di fronte alla scelta: rimanere nei campi Elisi con la figlia, finalmente in pace, o riappropriarsi dei suoi rimorsi cercando però di salvare l'umanità (e, ancora una volta a malincuore, l'Olimpo). La scelta è chiaramente scontata, ed il Nostro uccide Persefone, saluta i campi Elisi e incatena Atlante costringendolo a reggere il mondo per l'eternità. Il capitolo si chiude con Kratos che, dopo aver salvato Elio, si butta dal carro del Sole deciso a suicidarsi.