Grafica e suono: 10 e lode

Recensione di Metal Gear Solid 5: Phantom Pain, l'ultima avventura stealth partorita dalla geniale mente di Hideo Kojima.

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a cura di Tom's Hardware

Grafica e suono: 10 e lode

L'ultima parte della nostra recensione, come di consueto, si concentra sul comparto tecnico del gioco, e sotto questo aspetto non abbiamo quasi nessuna recriminazione. Il Fox Engine, già apprezzato in Ground Zeroes, gestisce tutto in Full HD e 60 FPS, con qualche leggero calo nei momenti più caotici.

La risoluzione cambia a seconda della piattaforma: su PC si può spingere il gioco fino a 4K, mentre su Xbox One bisogna accontentarsi di una risoluzione 900p. La versione per console old gen (PS3 e Xbox 360) abbassa ulteriormente la risoluzione (720p) e anche il framerate (30 FPS), ma a conti fatti è già un mezzo miracolo che si possa giocare a un titolo del genere su hardware di dieci anni fa.

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La profondità di campo è accettabile, la resa visiva eccellente, le immagini sono pulite e la quantità di poligoni sullo schermo è decisamente elevata. A tutto questo bisogna aggiungere un ciclo giorno e notte (che si può velocizzare fumando il sigaro) fra i migliori mai visti in un gioco, e una direzione artistica a dir poco ispirata e dal taglio molto cinematografico, come da tradizione per Hideo Kojima.

Il comparto audio si attesta su livelli simili d'eccellenza, con un doppiaggio in inglese di stampo hollywoodiano ed effetti sonori convincenti. Buona anche la scelta di mantenere in lingua originale alcuni nomi, meno buoni invece alcuni errori di traduzione su plurale/singolare o maschile/femminile.

La proverbiale ciliegina sulla torta è la colonna sonora, che oltre alla già citata Cavalcata delle Valchirie racchiude brani inediti e canzoni anni '70 e '80, che vi lasciamo il piacere di scoprire da soli.