GTA 6 sarà politically correct? Avete appena scoperto la satira

Secondo un report, GTA 6 sarà attento ad alcune tematiche, ma sarà un problema che distruggerà il gioco oppure nessuno ha capito la satira?

Avatar di Alessandro Adinolfi

a cura di Alessandro Adinolfi

Nella giornata di ieri, un report di Bloomberg a cura di Jason Schreier avrebbe svelato come in Rockstar Games la cultura del lavoro sarebbe cambiata e di come l'intero team di sviluppo sia migliorato su alcuni temi sensibili. Questo processo, sempre stando al report, si dovrebbe riflettere anche su GTA 6, la prossima produzione del colosso dell'intrattenimento. In un mondo ideale, una notizia simile sarebbe stata accolta con un applauso e ovviamente con curiosità. Viviamo però in un mondo imperfetto, che nelle ultime 24 ore è riuscito a "vomitare" sentenze su una produzione di cui non conosciamo nulla, affermando che il politicamente corretto aveva mietuto un'altra vittima. Ma è davvero così?

Partiamo dai fatti: il mondo dei videogiochi è ancora un mondo fortemente maschilista. Oltre ad Activision Blizzard, anche in Rockstar Games vigeva (almeno stando ad alcune testimonianze) una "bro culture", un cameratismo maschile che rendeva inadatto il lavoro alle figure femminili, potenzialmente vittime di molestie e rallentamenti di carriera. Non giudicheremo: non siamo chiamati a fare i giudici, né siamo un tribunale. Se le accuse sono vere e l'ambiente di lavoro è cambiato, ben venga e ne siamo tutti più felici. Quello che non capiamo però è come si può pensare che i valori produttivi di un prossimo capitolo di Grand Theft Auto siano stati uccisi dal politicamente corretto. O meglio, lo capiamo ed è un po' una sconfitta dei tempi, perché significa che quella parte di pubblico non ha mai compreso cosa fosse davvero GTA, cosa rappresentasse il brand e la storia di quel franchise.

Le opere di Rockstar Games sono un'offesa all'America cattiva, a quella dei politici, allo stile di vita del capitalismo, esattamente come dovrà essere GTA 6. Una satira, che colpisce con le sue lame taglienti e spesso anche fin troppo esplicita rispetto a quella che possiamo trovare sui quotidiani oppure nei fumetti di humor nero. La satira non è vero che non guarda in faccia nessuno: la satira prende di mira i potenti, coloro che con le decisioni che prendono in palazzi sontuosi e con stipendi d'oro influenzano la vita del popolo comune, dei cittadini che tirano a campare a fine mese. La satira vera non prende mai di mira le persone gay, trans o queer, non ironizza sull'identità di genere. Ironizza, invece, su chi ostacola il cambiamento, su chi emana leggi ingiuste, sulle lobby che controllano e influenzano la vita di tutti i giorni.

C'è un motivo se Rockstar Games ha scelto questa strada. E ne abbiamo già avuto una conferma: in GTA 5 sono stati rimossi degli elementi che offendevano determinate persone. La rimozione non ha tolto nulla al gioco, l'ha semplicemente reso più inclusivo, eliminando una possibile discriminazione. Trevor è ancora un pazzo, Michael continua a sparare e Franklin è rimasto il ragazzo con la voglia di soldi e di condurre una vita decente. E attenzione, non è necessariamente una scelta che si riflette nella scrittura dei personaggi: un protagonista omofobo o un NPC chiaramente razzista saranno sempre presenti all'interno del gioco, un po' come Cartman con South Park. Eric è il classico personaggio da cui non prendere esempio, ed è proprio l'obiettivo dei produttori della serie TV, esattamente come Trevor è inserito per far capire come non ci si comporta e come si rischia di diventare dopo anni di abusi e rabbia non controllata. Se questo non vi era chiaro fin dall'inizio, ci dispiace: avete probabilmente perso delle chiavi di lettura per strada, ma ora le avete trovate.

GTA 6 sarà ancora un prodotto targato PEGI 18+, lo sappiamo, ne siamo certi. "Nel gioco si impersona un criminale, non può essere politicamente corretto!", hanno detto alcuni. Può e deve esserlo: nel prossimo Grand Theft Auto saremo ancora dei criminali e si prenderà ancora in giro l'America, si sfotteranno i politici, le loro leggi e ovviamente tutti coloro che ostacolano un benessere per tutti in favore di pochi. Il lavoro di Rockstar Games non sarà quello di porre fine all'umorismo tagliente o censurare scene violente, ma semplicemente quello di creare un gioco divertente per tutti, senza essere discriminati in merito al proprio stile di vita. C'è una sottile differenza tra il cartello di un senzatetto che recita "Cerco soldi per cibo e droga" a una frase invece offensiva per una persona che non si rispecchia nella sua identità di genere. Se non riuscite a coglierla, però, non è un problema di Rockstar Games: è un problema di come siete stati educati a leggere la satira e soprattutto a capirla. Per recuperare, però, c'è sempre tempo.