Ho ripreso Sea of Thieves e mi sono innamorato

Ho riscoperto Sea of Thieves dopo diversi mesi che non lo giocavo e mi sono completamente innamorato. Che esperienza meravigliosa.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Capita a tutti di giocare a un gioco per un bel po' per poi lasciarlo in disparte per favorire nuovi titoli in arrivo. In questo specifico caso il gioco è Sea of Thieves, un titolo che ho giocato per diversi mesi e che, per un motivo o per l'altro, ho abbandonato per concentrarmi su quelle ineluttabili Spade di Damocle che pendono sulla testa di molteplici videogiocatori: il backlog e le nuove uscite... e, lasciatemelo dire, ho fatto un errore madornale.

Un paio di giorni fa, triste per aver concluso Scarlet Nexus e immerso in una giornata piovosa, decisi di accendere la mia Xbox Series X alla ricerca di amici online con cui intrattenermi per qualche ora, sfortunatamente senza fortuna. In quel momento mi chiesi "perché non vado su Sea of Thieves e verifico i nuovi contenuti?" Detto fatto, avviai il gioco e mi ritrovai in un mondo che sinceramente non ricordavo minimamente, un po' come Gandalf quando si ritrovò nelle miniere di Moria con la Compagnia dell'Anello, confuso e piuttosto stranito da quel luogo così diverso.

Impressionante la mole di cose nuove introdotte, alcune delle quali non mi aspettavo minimamente di trovare. Per farvi un esempio, la mappa di gioco era piena di punti d'interesse, di nuove isole e soprattutto di tantissime storie inedite. Insomma, un titolo pieno zeppo di contenuti che fino a qualche anno fa era davvero impossibile definire tale. Bisogna anche ammettere che non era scontato che Rare riuscisse a mantenere intatta la filosofia iniziale del progetto, ovvero: l'avventura è il gioco, non la progressione. Inutile specificare quanto questa ideologia mi abbia permesso di ritornare nel vasto mondo piratesco di Sea of Thieves con più entusiasmo, senza quel classico mood di frustrazione di chi ritorna su un gioco dopo tanto tempo (qualcuno ha detto MMO?), dovendo necessariamente rimettersi in pari con gli altri utenti per recuperare ore di gioco e oggetti.

Dopo un paio di ore in solitaria con il mio sloop (la nave più piccola messa a disposizionedei lupi solitari), riuscii finalmente a fare squadra con tre miei vecchi amici che, da bravi giocatori di lunga data, mi raccontarono nei minimi dettagli tutte le novità introdotte, tra cui la nuova storia con Jack Sparrow che già mi incuriosì parecchio durante l'annuncio all'E3 2021. Da li a poco passammo tutta la giornata insieme, ritrovandoci a depredare navi nemiche, combattere contro migliaia di scheletri "assetati" di sangue e, soprattutto, inseguire maialini da vendere ai mercanti.

Tra le mille peripezie affrontammo tempeste, attacchi da mostri marini e incursioni da parte di altri giocatori. Ma nelle avversità, ci ritrovammo anche a stringere alleanze, assaltando fortini nemici insieme e festeggiando scambiandoci le ricchezze ottenute. La meraviglia è stata ritrovarmi con un giocatore sconosciuto a pescare insieme su una baia vicina, venendo invitato successivamente a cercare con lui un tesoro li vicino.

Sea of Thieves è un'esperienza unica, difficile da definire, ma proprio per questo inevitabilmente speciale. Non tutte le sessioni regalano gioie: capita di connettersi, racimolare milioni in dobloni d'oro per poi vederseli rubare da un gruppo di maledetti bucanieri, oppure affondare in maniera goffa una volta colpito un enorme scoglio (o come me, dopo essersi dimenticato un forziere piangente nella stiva). Il gioco vero è proprio, risiede tutto nel viaggio e in quello che propone, alcune volte può regalare soddisfazioni, altre volte può farci male. Quel giorno con gli amici e con alcuni sconosciuti è stato proprio così, un susseguirsi di emozioni: rabbia, gioia, felicità.

Ci sono momenti in cui semplicemente non si vuole giocare, magari si rimane immobili dinanzi al tramonto, oppure si veleggia in maniera casuale lasciandosi trasportare dal vento e dal suono delle onde. Rare non ha solo dato vita a un videogioco, ha dato vita a un'esperienza d'intrattenimento che esula dal classico "gioco", immergendo il giocatore in un contesto di puro svago sandbox, dove siamo noi che scegliamo come giocare, con chi farlo e quale meta raggiungere.

Se con un gruppo di amici il tutto diventa un meraviglioso viaggio in compagnia, con giocatori sconosciuti diventa un vero e proprio insegnamento contro la tossicità online. Ricordo che i primi tempi non si faceva altro che combattere, ma con il passare degli anni i giocatori hanno capito il vero scopo di Sea of Thieves: siamo tutti pirati e il rispetto è comunque fondamentale.

Dopo mille battaglie, amicizie e spasmodiche ricerche di tesori improbabili, il nostro folto gruppo composto da amici e giocatori sconosciuti ora divenuti nuovi compagni, si separò. La cena era pronta e la lunga giornata uggiosa stava per concludersi. Ci ritirammo vicino al falò, sotto un cielo stellato meraviglioso in cui si poteva benissimo scrutare la stella polare e sentire il rilassante suono del mare che si adagiava sulla sabbia. Suonammo e bevemmo Grog fino all'ora in cui decidemmo di staccare, ma una cosa fu certa: le mille avventure passate insieme quel giorno, nessuno ce le avrebbe portate via e io sentii di essermi innamorato... di nuovo.