Hunedoara: Romania, Lovecraft e passione italiana, gli ingredienti di un nuovo horror

Alla Milan Games Week 2019 abbiamo avuto l'occasione di scoprire in anteprima Hunedoara, un nuovo horror italiano. Ecco cosa ne pensiamo.

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a cura di Nicola Armondi

La Milan Games Week 2019 è stata un’ottima occasione per dare uno sguardo al futuro dell’industria videoludica. Quando si parla di futuro non si può non pensare agli sviluppatori di domani, ovvero ai giovani di oggi che studiano. Per quanto l’Italia non sia stata all’avanguardia sotto questo punto di vista per lungo tempo, ormai anche il Bel Paese è ben attivo e noi di Game Division abbiamo avuto l’occasione di vedere in prima persona Hunedoara, il frutto degli sforzi di un gruppo di studenti dell’AIV, l’Accademia Italiana dei Videogiochi.

Hunedoara è un’avventura horror psicologica, nello stile di Outlast e Alien Isolation, che ci porta all’interno dei miti e delle leggende del folklore della Romania. L’ambientazione principale del gioco saranno le foreste della transilvania e il Castello dei Corvino, un vero castello che è stato riprodotto in scala 1:1 (esatto, 1:1, non crediate sia cosa da poco) e che sarà completamente esplorabile. L’immaginario sul quale si fonda il gioco vuole ricollegarsi esplicitamente ai miti lovecraftiani, in particolar modo Cthulhu. Ad esempio, ci saranno richiami alla Miskatonic University, il college immaginario creato da Lovecraft per i propri racconti.

In Hunedoara ci ritroveremo nei panni di un uomo che vuole risolvere il mistero dietro il Castello dei Corvino e che nel farlo si ritroverà inseguito da una creatura mistica estremamente pericolosa. La demo che abbiamo avuto modo di vedere si concentrava su una sezione antecedente al ingresso nel Castello: il protagonista, nel cuore della notte, raggiungeva un villaggio in rovina. La suddetta creatura si aggirava tra le case e ci rendeva più complesso esplorare. Secondo quanto ci è stato raccontato, l’IA del mostro è programmata per notare sopratutto i movimenti nelle vicinanze, quindi è importante spostarsi con cautela. Combattere, come tipico nel genere, non è un’opzione e potremo solo nasconderci: un incontro ravvicinato significa game over. Lo scopo del mostro ovviamente è quello di generane regolare tensione, impedendoci di sentirci al sicuro.

Proprio riguardo a questo, vogliamo condividervi una specifica sezione della nostra prova. Dopo aver trovato una chiave in una delle case del villaggio, siamo riusciti a entrare in un edificio chiuso. Una volta all’interno, ci siamo sentiti subito più tranquilli, sapendo che il mostro non avrebbe potuto raggiungerci. Saliti al primo piano dell’edificio, abbiamo trovato un diario di una donna che viveva nella casa e che era ritenuta colpevole degli strani eventi che stavano avendo luogo nel villaggio. La donna era stata rinchiusa nella casa dai propri concittadini, infine, era stata incatenata al letto e torturata. Trovato il letto in questione, però, non c’era alcun corpo. Il personaggio, a quel punto, ha iniziato a vedere sul pavimento una scia di sangue, prima non presente.

La scia ci ha ricondotto verso il punto di partenza, facendo anche ben intuire che la donna non era stata trascinata, ma aveva camminato, pur avendo perso più litri e litri di sangue: era ancora umana in quel momento? Era divenuta altro? Seguendo quelle inquietanti briciole di pane, siamo tornati al pian terreno, trovando questa volta una porta sul retro spalancata: nuovamente, non eravamo al sicuro. La parola chiave di Hunedoara è “immersione” e, aggiungiamo noi, “tensione”. In pochi attimi un momento di pace era divenuto un momento di paura, tutto grazie a pochi elementi ambientali.

La narrazione silenziosa potrebbe veramente essere un punto di forza di Hunedoara che non si accontenta di raccontarci la storia tramite i documenti scritti e i monologhi del protagonista (doppiato nientemeno che da Oreste Baldini), ma sfrutta anche le ambientazioni. Ad esempio, nel giardino della casa possiamo vedere un’altalena, simbolo inequivocabile della presenza di bambini e, quindi, di una famiglia. In pochi istanti, la nostra mente è stato bombardata da immagini che hanno acceso la nostra curiosità. La demo si concludeva prima di poter vedere il castello, purtroppo.

Hunedoara è in sviluppo da circa dieci mesi. L’editore, Ignition Publishing, ha programmato l’uscita del gioco per la fine del 2020. Visivamente il titolo si è dimostrato già abbastanza solido: la sezione mostrata non era molto grande, ma considerando il poco tempo dedicato allo sviluppo, Huneodara ci sembra già a buon punto. Per ora è impossibile dare un reale giudizio tecnico, ma possiamo dire di essere molto interessati alla resa del Castello. Hunedoara è previsto per PC, console (Xbox One, PS4 e Switch) ed è in programma anche una versione VR, perfetta per il genere.

Possiamo solo dire di essere molto curiosi di vedere come si evolverà il progetto: speriamo di avere occasione di vederlo in azione, con una build più avanzata, quanto prima. Nel frattempo, auguriamo buon lavoro agli studenti dell’AIV.