I giochi

Sony ci ha invitato a una lunga sessione di prova di PlayStation VR, il visore per la realtà virtuale di PS4. Ecco com'è andata.

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a cura di Tom's Hardware

Ocean Descent è un'esperienza passiva che fa parte del pacchetto PlayStation VR Worlds e vi permette di calarvi nelle profondità marine all'interno di una gabbia protettiva. Il primo impatto è sicuramente positivo: la qualità delle immagini è convincente ed è bello guardarsi intorno per scoprire i dettagli delle creature acquatiche, fra cui spicca uno squalo desideroso di rovinarvi il viaggio e la giornata. L'esperienza non è interattiva, visto che potete limitarvi a guardarvi intorno e non ho avvertito giramenti di testa o nausea, anche se la sensazione della gabbia che scende sempre più giù può dare fastidio ai giocatori più soggetti a questo tipo di disturbi.

Il secondo gioco che ho provato è Until Dawn: Rush of Blood. Per questo titolo gli sviluppatori hanno avuto un colpo di genio, vale a dire l'unione di due elementi che si sposano alla perfezione con la realtà virtuale: i brividi delle montagne russe e quelli provocati dai giochi horror. Impugnando i due controller Move potrete sparare agli elementi che compaiono sullo schermo, in una sorta di folle attrazione di un parco a tema che sfida le leggi della fisica. Questo gioco è una delle esperienze più divertenti che ho provato, anche se non è adatta ai deboli di cuore e di stomaco. Le vertiginose montagne russe potrebbero infatti provocare un leggero malessere e senso di disorientamento. Il comparto grafico non fa gridare al miracolo ma svolge il suo discreto lavoro. Un'esperienza sicuramente promossa.

La versione VR di DriveClub mi ha permesso di toccare il punto più basso della mia sessione di test. Colpa dell'ammasso confuso di pixel con cui sono rappresentati gli oggetti e le auto più lontane. Il problema era talmente evidente che mi sono chiesto più e più volte se il visore fosse a fuoco, ma è chiaro che si trattava di un difetto del gioco, visto che gli interni della macchina erano ben rappresentati. Un vero peccato, visto che il modello poligonale della vettura è convincente e anche la pista su cui ho gareggiato offriva alcuni scorci da cartolina (consiglio: non cercate di ammirare poetici tramonti mentre sfrecciate a 200 kmh).

DriveClub è stato anche uno dei giochi in cui ho sofferto maggiormente il "mal di mare virtuale", soprattutto durante i ripidi saliscendi della pista, la stessa provata nel video qui sopra pubblicato da PlayStation Access. Fortunatamente i giramenti di testa si sono attenuati dopo circa un giro di pista, quando il cervello si è adattato al ritmo frenetico della gara.

Con questa demo sono emersi i limiti più grossi di PlayStation VR, vale a dire la risoluzione del visore e la potenza grafica di PS4. Quando gli sviluppatori cercano il realismo, indispensabile per un gioco di guida come DriveClub VR, la sensazione è che il sistema non ce la faccia a gestire il tutto e quindi per mantenere un framerate stabile ed elevato si deve scendere a compromessi sulla qualità della grafica, in questo caso riducendo la definizione degli elementi più lontani e migliorandola man mano che si avvicinano. Un difetto evidente anche in Resident Evil 7, come avrete occasione di scoprire leggendo il paragrafo dedicato al nuovo survival horror di Capcom.

Eve Valkyrie dimostra come lo spazio sia il "terreno" ideale per i giochi VR. In questa demo della durata di pochi minuti ho preso confidenza con i comandi dell'astronave e sono riuscito a sfrecciare nello spazio, prima di prendere parte a una frenetica battaglia contro alcune navicelle nemiche. Pensavo che le rotazioni a 360 gradi, necessarie per tenere nel mirino i nemici e schivare i loro colpi, mi avrebbero scombussolato lo stomaco invece ho reagito molto meglio del previsto, senza particolari fastidi o "mal di spazio virtuale". Il comparto grafico è convincente, soprattutto verso la parte conclusiva della demo, che finisce in un turbinio di missili e di esplosioni.

The London Heist è la seconda demo che ho provato del Pacchetto VR Worlds e si concentra in una fuga in autostrada con sparatorie cinematografiche a una banda di cattivoni sulle nostre tracce. È possibile interagire con l'abitacolo con i grilletti dei due controller Move, per esempio cambiando stazione radiofonica dell'autoradio, aprendo il cassetto del cruscotto e la portiera per osservare la strada alle nostre spalle. Quando comincia l'azione si deve impugnare una pistola con una mano e usare l'altra per prendere i caricatori sparsi in giro per il furgone. La demo è adrenalinica, anche se il gameplay si limita a una sparatoria con qualche pausa per ricaricare l'arma. Il comparto grafico si difende bene, senza far gridare al miracolo, e non ho avvertito malesseri di alcun tipo nonostante la guida spericolata dell'autista.

La serie di demo di VR Worlds prosegue con VR Luge, un "simulatore" di slittino a rotelle in cui bisogna sfrecciare ad alta velocità lungo una trafficata strada in discesa. Per controllare lo slittino basta inclinare la testa a destra e sinistra; non nego che ho avuto la forte tentazione di tenere salda la sedia con le mani per "aiutarmi" nella discesa. La demo non fa del realismo il suo punto di forza, visto che anche se non si riesce a schivare le macchine non succede nulla, se non una penalità sul tempo finale. Anche in questo caso, come per Eve Valkyrie, pensavo di soffrire maggiormente il ripido viaggio verso il traguardo, ma non ho avuto giramenti di testa nell'affrontare la discesa.

L'ultimo gioco che ho provato di VR Worlds è Danger Ball, visto che per motivi di tempo non sono riuscito a testare Scavengers Odyssey. Danger Ball è una sorta di Pong futuristico in tre dimensioni, con le partite che si svolgono in un corridoio hi-tech. Lo scopo del gioco è di respingere la palla cercando di non farla prendere al proprio avversario. I comandi si limitano al controllo del "cursore", che avviene inclinando il volto in varie direzioni. Una volta presa dimestichezza è stato facile cominciare a fare tiri a effetto e a sconfiggere l'IA avversaria, anche se negli ultimi livelli la situazione si è complicata con l'aggiunta di super mosse e poteri speciali. Un passatempo divertente per qualche minuto, anche se difficilmente si può catalogare come una vera e propria Killer Application.

Here They Lie è un gioco horror che ha fatto fatica a impressionarmi nella demo proposta da Sony. Il gameplay si concentrava infatti in una lenta e noiosa passeggiata in tunnel ferroviari che man mano diventano sempre più distorti, strizzando l'occhiolino all'Otheworld di Silent Hill. Nulla di spaventoso, nonostante l'ambientazione lugubre, escludendo un singolo jump scare ben riuscito. Il problema principale del gioco, tuttavia, è il sistema di controllo: con lo sguardo si direzionano anche i passi del protagonista, che seguirà la "rotta" tracciata curvando molto lentamente. Per girarsi in fretta bisogna usare la levetta destra del joypad, con rotazioni fisse a 45 gradi inframezzate da una rapida schermata nera per evitare giramenti di testa e "mal di mare". Il sistema funziona, nel senso che non ho avvertito fastidi durante la demo, se non durante una discesa ripida in un corridoio "psichedelico", ma il risultato finale non è proprio comodo.

La demo di Resident Evil 7 mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Da un lato abbiamo un'atmosfera ben riuscita, un senso di angosciante claustrofobia provocato dalla lugubre casa in cui ci si ritrova imprigionati e diversi momenti spaventosi. Dall'altro lato abbiamo invece un comparto tecnico che fatica a convincere.

Come ho scritto nel paragrafo di DriveClub VR, ho avuto la sensazione di osservare tutti i limiti di PlayStation VR quando gli sviluppatori cercano di puntare sul realismo della grafica. In questo caso il momento critico è capitato quando ho vissuto il ricordo dei visitatori precedenti della casa. Il volto di uno dei colleghi dello sfortunato operatore era infatti talmente confuso che mi sono chiesto se il visore fosse a fuoco o meno. L'effetto è stato molto simile alla macchia di pixel di DriveClub VR, ma in questo caso è stato ancora più stupefacente a causa della vicinanza del personaggio e della relativa staticità delle immagini. Il difetto è scomparso quando sono ritornato a esplorare la casa per i fatti miei, ma è rimasto impresso nella memoria a lungo.

Qualche dubbio anche sul sistema di controllo, che ricorda quello di Here They Lie ma senza transizioni con schermate nere nelle rotazioni di 45 gradi. L'ho trovato più immediato, ma anche più fastidioso e difficile da digerire per il cervello. Durante la demo ho infatti accusato qualche lieve giramento di testa, in modo particolare quando si passa dal rimanere fermi per esaminare un oggetto a quando si deve ricominciare a muoversi per tornare a esplorare la casa. Sommando i pro e i contro dell'esperienza sono convinto a metà della buona riuscita di questo progetto e in ogni caso non abbastanza da ritenermi impressionato.

Rigs è uno gioco a metà fra sparatutto e sport futuristico. Sapevo di aspettarmi un titolo veloce e frenetico, che avrebbe messo a dura prova il mio stomaco. Inoltre l'ho testato verso la fine della sessione di prova, quando ho cominciato a manifestare un po' di stanchezza e di disorientamento generale, sopraggiunto dopo circa due ore di prova con la realtà virtuale di Sony con brevissime pause fra un'esperienza e l'altra. Questo scenario sembrerebbe suggerire l'avvento del cosiddetto colpo di grazia, ma non è andata così.

Il gioco è a tutti gli effetti veloce e frenetico, ma il sistema di controllo è convincente, seppur complesso, e non si avvertono particolari giramenti di testa, tranne in alcuni salti particolarmente acrobatici. Mi aspettavo molto peggio, considerando inoltre la natura preliminare della demo provata. Rigs mi ha colpito per la fluidità dell'azione e per il comparto grafico ben curato, che lo mette ai primi posti di questa sessione di prova. Un ulteriore segnale indicatore che se non si cerca la via del realismo è possibile godersi esperienze belle e divertenti su PlayStation VR.