Ian Livingstone a Lucca Comics, la sua vita come un videogioco!

Ian Livingston ha partecipato a Lucca Comics and Games; abbiamo passato un po' di tempo con lui.

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a cura di Francesco Caputo

Siamo un po' tutti come Ian Livingstone dopotutto. Si tratta di un personaggio che è riuscito a farsi amare da tutti gli appassionati grazie a molti titoli sempre più convincenti.

La sua presenza al Lucca Comics and Games non era scontata, tuttavia gli organizzatori sono riusciti a portarlo qui in Italia per assaporare non solo le bellezze della nostra terra, ma anche tutto il pubblico italiano, sempre pronto a incontrare i beniamini dell'infanzia.

Un passato fantasy...

Ian Livingstone è certamente un personaggio di spessore per l'industria videoludica perché - banalmente - entrano in gioco moltissimi aspetti da trattare: dalla sua passione per i fantasy ai suoi capolavori usciti dopo la metà del 1980.

Durante la kermesse lucchese, il buon Ian si è lasciato intervistare da una folla di suoi appassionati, tutti incuriositi dalla sua immensa personalità e gentilezza nel rispondere egregiamente ai quesiti posti.

Livingstone, innanzitutto, si è definito un "games geek" perché è coinvolto maggiormente nel processo creativo di un videogioco. "Le persone spesso mi chiedono quali siano gli aspetti più importanti di un gioco e la mia risposta è sempre: gameplay, gameplay, gameplay. Grafica e tecnologia sono molto importanti nel loro ruolo di supporto al gameplay, perciò le meccaniche di gioco – l’aspetto che spinge qualcuno a tornare sul tuo lavoro ancora e ancora – mi stanno molto a cuore. Per quanto dunque apprezzi un videogioco nel suo complesso, la motivazione più stimolante per me è il gameplay".

Il presidente onorario di Square Enix ha, inoltre, discusso su alcuni temi che riguardano Tomb Raider, affermando che le caratteristiche principali di questo gioco sono l’esplorazione, il combattimento e la risoluzione di enigmi. "Adesso è stata introdotta molta più interazione nelle cinematiche stesse, ma non ha niente a che vedere con me. Questo non vuol dire che non abbia più fatto altro, mi sono anche occupato di Hitman, Just Cause e lavorato con i creatori di Thief, esperienza fantastica".

A proposito di Tomb Raider, alcuni appassionati hanno chiesto al maestro sull'importanza di un personaggio femminile all'interno di un videogioco e, naturalmente, le motivazioni che hanno spinto la casa sviluppatrice di inserire Lara Croft quando la maggioranza dei titoli offriva soltanto un protagonista maschile.

Il buon Ian ha risposto senza alcuni problemi, affermando che la scelta era di natura "estetica", infatti "all’epoca fu non soltanto il primo gioco con un personaggio femminile di spessore apertamente dichiarato ma anche uno dei primi a mostrare un personaggio 3D all’interno di un’ambientazione 3D. Dunque anziché muoversi lungo lo schermo in un gioco a scorrimento laterale 2D, si muoveva dentro di esso in 3D: abbiamo pensato che il pubblico preferisse vedere Lara Croft in quel modo".

Tra le varie discussioni, non poteva mancare l'argomento dei successi e dei fallimenti. A tal proposito, Ian ha mostrato la sua forte personalità. Per lui "il fallimento fa parte della vita".

"Il successo si costruisce proprio sul fallimento, potrei definire il fallimento come un successo ancora in costruzione. Se non fallisci, o se lo fai molto poco, non riuscirai mai ad avere successo perché è imparando dai propri errori che si cresce e noi commettiamo moltissimi errori lungo il nostro percorso, ma quando segui il tuo cuore e ti lasci guidare dalla passione allora vai avanti. Impari da quegli errori. Il consiglio che posso dare è che se devi fallire, fallo molto in fretta", afferma il protagonista della discussione.

"Comprendi ciò che hai imparato da quell’errore e muovi il passo successivo, specialmente quando realizzi videogiochi. Tanti si fermano dopo il loro primo lavoro perché è troppo difficile. Conoscete Angry Birds, giusto? Bene, quello è stato il 51esimo gioco di Rovio Mobile. Non il primo, ripeto, il 51esimo. Perciò imparate e andate avanti. La mia lista di errori sarebbe troppo lunga ma del resto tutti sbagliamo, fa parte della vita".

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