Il governo cinese blocca le richieste di pubblicazione di giochi, ancora una volta

La Cina entra ancora una volta in blocco: la situazione dell'industria videoludica cinese non pare essere sul punto di migliorare.

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a cura di Nicola Armondi

Dopo soli due mesi
, il SAPP cinese (State Administration of Press and Publications) ha nuovamente bloccato l'approvazione di nuovi giochi. Questo è quanto si evince dalle dichiarazioni rilasciate da una fonte anonima e pubblicate sul South China Morning Post.

Questa informazione deve ancora essere confermata e divulgata ufficialmente, ma l'analista Daniel Ahman di Niko Partners afferma che era quasi inevitabile: nel corso dei nove mesi di blocco dello scorso anno si sono accumulate un gran numero di richieste e un ulteriore stop era necessario. I giochi devono essere approvati o rifiutati nell'ordine nel quale sono stati sottoposti, a partire dal marzo 2018. L'inizio dei lavori del SAPP è avvenuto lo scorso dicembre e ad oggi erano stati approvati tre gruppi di titoli.

Una sospensione prolungata non può che danneggiare i guadagni dei publisher: già lo scorso anno il volume di affari del settore videoludico in Cina ha subito una grave riduzione. Grandi nomi del settore, come Tencent e NetEase, hanno perso miliardi di dollari. Tencent ha perso il 33.7% del proprio valore, mentre NetEase ha visto un calo del 31.6%.

Tecent è già riuscita a pubblicare alcuni titoli, come PUBG Mobile, ma ancora non ha ricevuto il via libera per monetizzarli: parliamo di un ricavo annuale di un miliardo di dollari, secondo le stime interne. La Cina sta inoltre rallentando il processo: nel 2017 erano stati approvati 9651 titoli, mentre prima del blocco dello scorso anno, quindi tra gennaio e marzo 2018, erano stati approvati 1982 giochi. Da dicembre a oggi, sono solo 538 i titoli approvati. Secondo le stime dell'analista Karen Chan, nel 2019 non vedremo più di 2000-3000 opere approvate. La situazione non è affatto positiva e il mercato cinese pare essere un rischio più che un'occasione.