Jailbreak PS3, primo raid e arresto in Sudafrica

La polizia sudafricana ha arrestato un sospettato, accusato di essere coinvolto nel jailbreak di Playstation 3. Durante l'operazione sono stati sequestrati hardware e software per un valore di quasi 10.000 euro. La data del processo è fissata al 29 settembre.

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a cura di Roberto Caccia

Le autorità sudafricane hanno arrestato un uomo accusato di aver partecipato alle operazioni di jailbreak della Playstation 3. Durante il raid sono stati sequestrati dischi rigidi, hardware e software PS2 e PS3 oltre a vari dispositivi USB usati per il jailbreak per un valore totale di 14.000 dollari, poco meno di 10.000 euro.

L'operazione è stata condotta dalla South African Police Service's Commercial Crime Unit dopo aver ricevuto segnalazioni da parte della South African Federation Against Copyright Theft (SAFACT), l'ente dello stato africano predisposto al controllo sulla violazione dei diritti d'autore.

Secondo il rapporto la polizia avrebbe trovato anche diversi software usati per eludere le difese del sistema operativo di PS3 insieme a giochi originali per la console e a titoli piratati per PS2. Il sospetto rimarrà in custodia fino alla data di comparizione in tribunale, fissata al 29 settembre.

La polizia sudafricana ha dichiarato che si tratta del primo raid e del primo arresto per questo genere di vicende legate a Playstation 3. Ovviamente la dichiarazione è relativa alla loro nazione.

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Non possiamo fare a meno di ricordare il caso dell'hacker GeoHot, conclusosi con un patteggiamento e una promessa di non violare più i dispositivi di Sony (Sony lega le mani a GeoHot, denuncia archiviata). Inoltre, anche Alexander Egorenkov, in arte graf_chokolo, è stato coinvolto in  diverse perquisizioni e sequestri di materiale per aver difeso la possibilità d'installare Linux sulla console dell'azienda giapponese (Voleva Linux sulla PS3, è a un passo dalla galera).

Questa volta il caso sembrerebbe tuttavia differente, poiché dietro all'attività di hacking ci sarebbe uno scopo di ricavo di profitti illeciti, a giudicare dalla quantità e dalla tipologia di materiale sequestrato.