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JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R | Recensione

JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R non riesce a brillare come il titolo originale del 2014… però c’è Brando.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Pubblicato originariamente ben 8 anni fa su PlayStation 3, JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle è stato un titolo amatissimo, tanto dai fan del genere picchiaduro, quanto dai più accaniti conoscitori dell'epopea ideata da Hiroiko Araki. Un titolo che ha rappresentato anche un giro di boa importante per CyberConnect2, team di sviluppo che aveva dato i natali alla fortunata serie Hack, che con i videogame basati sul franchise di Naruto aveva dato nuova linfa al mondo dei videogame su licenza, compiendo un'opera mirabile, specie se si pensa alla serie Ninja Storm, forse la più apprezzata e amata dai fan.

I titoli di Naruto mantenevano un gameplay “morbido”, ma soprattutto un approccio leggero ai combattimenti, a uso e consumo anche di giocatori particolarmente giovani, proponendosi come dei puri fan service per i fan del ninja di Masashi Kishimoto. JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle invece si proponeva quasi come un titolo della maturazione, tracciando una strada più precisa, pulita e squisitamente rivolta agli amanti del picchiaduro, un po' come è successo, in modo ancor più mirabile, qualche tempo dopo con Dragon Ball, e con lo splendido FighterZ.

JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle, infatti, abbandonava completamente qualsiasi velleità esplorativa o ruolistica (lì dove invece ci si era spinti con Naruto), optando per un titolo più asciutto anzitutto caratterizzato da un sistema di combattimento bidimensionale, in cui la profondità di campo era tutta a servizio delle schivate (ma con stile), seguendo quindi quella filosofia la cui strada era stata spianata, già anni prima, dalla rivoluzione 3D della serie Tekken.

Ora, a distanza di poco più di 8 anni da quello snodo, il team di sviluppo ritorna sui propri passi, proponendosi a sorpresa con una rimasterizzazione proprio di All Star Battle, per l'occasione chiamata - con poca fantasia - “JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R” e che, con un salto di due generazioni, forse mira ad arginare i problemi che impedirono all'opera originale di fare la storia dei titoli su licenza… o no?

Gold Experience

Prima di andare avanti occorre fare un passo indietro, e giacché sono passati ben 8 anni, cerchiamo di tirare le somme di quello che era stato JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle, ovvero un titolo che, se si esclude un vecchio picchiaduro sviluppato da Capcom (e che per altro fu rieditato quasi in concomitanza del titolo CyberConnect2), rappresenta comunque il miglior titolo mai sviluppato per la serie di JoJo, la qual cosa, se ci pensate, è quanto mai strana per un battle shonen che vanta all'attivo 8 serie, e ben 35 anni di pubblicazioni.

In tal senso, JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle fu accolto con il giusto clamore dai fan del manga, complice ovviamente anche l'ottima nomea del team di sviluppo che, come abbiamo detto, già con Naruto aveva davvero dato il meglio di sé, creando quella che è forse la serie di titoli su licenza, tratta da un'opera manga, più longeva e profittevole di sempre. E va detto: CyberConnect2 non ci lasciò poi molto delusi, e grazie al suo sistema di combattimento piacevolmente chiassoso ma, soprattutto, a una direzione artistica impareggiabile, che faceva – finalmente – del cell shading una qualità irrinunciabile, All-Star Battle fece incetta di votoni, pur nascondendo, in realtà, due o tre pecche davvero importanti, che gli impedirono di ascendere all'Olimpo dei picchiaduro professionali.

Anzitutto il titolo aveva un enorme problema di bilanciamento, che rendeva certi personaggi pesantemente avvantaggiati a causa dei poteri dei loro Stand. Ora, se non conoscete la serie JoJo, sarebbe prolisso e complicato spiegarvi le sue innumerevoli evoluzioni; vi basti sapere che in essa i combattenti sono divisi in diverse tipologie, tra animali, gente a cavallo, possessori di poteri “energetici” e, per l'appunto, portatori di “Stand”, ovvero guerrieri in grado di combattere affiancati da creature, generalmente, ma non sempre, antropomorfe, e generate dalla loro energia interiore e da una buona dose di forza di volontà.

Ovviamente, radunando circa 40 personaggi sotto un unico tetto, il gioco soffriva dello scompenso tra i molti volti estrapolati dalle diverse serie, a maggior ragione che la maggior parte di essi proveniva dalle serie centrali, in cui gli Stand furono introdotti in gran quantità, diventando poi una delle caratteristiche principali dell'opera intera.

Questo sbilanciamento, mai arginato dal team di sviluppo, unito a un framerate insensatamente pigro (30 FPS, raggiunti solo quando il gioco era nelle grazie di Dio… Brando) e a un netcode ante-guerra, impedì l'ascesa vera e propria di JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle, relegandolo a mero divertissement per i fan e nulla più.

Dirty Deeds Done Dirt Cheap

Chiarita la premessa, capirete bene che la domanda, oggi, è solo una: visto che si parla di rimasterizzazione, CyberConnect2 avrà sistemato i problemi che, quasi 10 anni fa, afflissero il gioco? Ebbene la risposta è un deludente “no”, tant'è che se ieri All-Star Battle era un titolo squisitamente pensato per i fan, oggi le cose non si sono poi scostate molto da lì.

JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R, infatti, ha sostanzialmente migliorato solo la stabilità del framerate, ora saldamente ancorato a 60 FPS che, specie se si pensa alla scena picchiaduro, sarebbe una regola da dover rispettare sempre. Eppure, al di là di questo, è quasi avvilente constatare che il team abbia fatto molto poco, rendendo JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R quasi una delusione per chi, magari, si aspettava qualcosa di più, se non proprio qualcosa di nuovo (“qualcuno” tipo chi vi scrive). Ma andiamo per gradi.

JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R è fondamentalmente un picchiaduro in tre dimensioni, ma dall'animo decisamente bidimensionale, il cui roster è davvero mostruoso, e include buona parte dei volti noti (e non) di 7 delle serie che compongono l'opera. E badate, diciamo 7 perché, come nel gioco originale, il roster dell'ottava serie, Jojolion, si limita al solo protagonista Josuke Higashikata, tanto che il capitolo di storia a lui dedicato non include alcuno scontro della narrativa originale, ma solo degli insensati “What If”, l'ultimo dei quali è contro Baoh, personaggio estrapolato dall'omonimo manga, scritto e disegnato in gioventù dallo stesso Araki. Il perché probabilmente lo sa solo Araki stesso, o magari nemmeno lui.

Ora, se la scelta era comprensibile allora, quando Jojolion era ancora in cantiere e poco o nulla si sapeva dei suoi risvolti di trama, oggi come oggi, a un anno di distanza dalla conclusione della serie, è inspiegabile come non ci si sia spesi per integrare, quantomeno, qualche personaggio preso dall'ottava serie di Jojo, a maggior ragione se questa è largamente considerata una delle migliori per trama e profondità dei personaggi.

Il tutto sa tremendamente di occasione sprecata e, visto il resto, questo è forse l'unico spunto che avrebbe potuto dare un senso più concreto alla rimasterizzazione del gioco, giacché non c'è poi molto altro da dire.

Ball Breaker

Deludente anche constatare come la stessa modalità storia sia stata pesantemente tagliuzzata, togliendo anche quel poco di narrazione che includeva il gioco originale. Lo JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle per PS3, infatti, aveva la modalità narrata più brutta che si fosse mai vista nella storia dei titoli su licenza. Il gioco, volendosi concentrare solo sui combattimenti, aveva infatti relegato l'intera trama dell'epopea manga in pochi pannelli scritti, leggibili durante i caricamenti tra i combattimenti, lasciando poi alle battute di inizio scontro, dette dagli stessi combattenti in campo, il compito (arduo e impossibile) di offrire un ulteriore contesto.

Una roba così brutta che si fatica a capire se non sia un bene che in JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle R il tutto sia stato completamente rimosso. Al giocatore, dunque, è concesso l'unico vezzo “narrativo” di muoversi in una serie di “pannelli” sbloccabili, nulla più che immagini statiche che preannunciano lo scontro e che, una volta selezionati, danno il via ad alcuni dei combattimenti più memorabili della serie, più altri che, ancora una volta, funzionano da “What If”. Il punto è che manca del tutto un contesto narrativo, e non è chiaro – a meno che non ricordiate il manga – quale sia l'ordine in cui dovreste affrontare le sfide.

A rendere il tutto più paradossale ci sono poi alcune parti della storia, come ad esempio “Stardust Crusader” (terza serie, quella con protagonista Jotaro Kujo), che sono addirittura divise in più capitoli, come se per un giocatore ignaro, o smemorato, avesse senso dividere gli “scontri storia” in più parti quando alla base di essi non c'è neanche un vago filo conduttore. Una roba imbarazzante, che non rende giustizia all'opera immensa e immaginifica di Araki e che, anzi, genera un senso di repulsione verso una scelta che, in occasione di una rimasterizzazione, non sembra solo insensata, ma anche sciatta.

Neanche le altre modalità (poche, e sostanzialmente ereditate dal gioco originale) offrono conforto dal piattume della modalità narrativa, e si limitano a quanto di più tradizionale ci possa essere su di un picchiaduro: una modalità arcade, un paio di modalità sopravvivenza e una modalità torneo, oltre alle possibilità di potersi prendere a schiaffi con un amico in locale. Poca roba.

E la modalità online? Vorremmo rincuorarvi dicendovi che, almeno quella, è finalmente tutta rose e fiori e che – ALLELUJA - la dinastia dei vari JoJo è libera non solo dalla malvagità di Dio Brando, ma anche da un netcode ballerino e insoddisfacente, ma la realtà dei fatti è che i nostri tentativi di connessione non ci hanno portato a realizzare neanche una partita online! Nulla, zero, nisba, nada de nada! Anche tentando a orari diversi, e in giorni diversi, i ring digitali ci risultavano perennemente vuoti, e non siamo incappati neanche in qualche timorato collega che, come noi, era alla ricerca della verità digitale. Un problema che i vecchi giocatori PS3 conosceranno bene, giacché anche all'epoca non solo la sezione online del gioco era spesso vacante, ma molte volte si incappava in errori, attese infinite e in diversi minuti di “nulla di fatto”.

Vento Aureo

Ma allora che c'è di buono in questo All-Star Battle R? Anzitutto c'è il numero di personaggi, circa 50, ovvero tutto il roster originale, più i vari personaggi aggiunti nel tempo come DLC, tra cui anche alcune aggiunte sfiziose, come Lisa Lisa, Prosciutto e Pesci o l'arrabbiatissimo Pet Shop. A ciò si aggiungono anche alcune novità minori al sistema di combattimento, ovvero le combo breaker, gli scatti aerei e la possibilità di scegliere un personaggio di supporto che, evocabile tramite R2, può darci una mano con un colpo, una trappola o una counter per un numero limitato di volte.

Tutto il resto è il classico All-Star Battle, ovvero un picchiaduro a 3 tasti, più un quarto demandato alla schivata, in cui combinazioni dei tasti tendono ad assomigliarsi un po' tutte, e in cui la tecnica si vede davvero solo per certi personaggi, anche se tutti hanno comunque un minimo di potenziale per risultare divertenti da giocare, complici anche gli Stand, tutti estremamente diversi, proprio come la tradizione Arakiana vuole.

Detto questo, le aggiunte sono gradevoli, e aiutano a svecchiare un po' le sensazioni del gioco del 2014 che, come ricorderanno i fan, nella sua volontà di proporsi come una scelta tecnica rispetto al passato di CyberConnect2, era spesso minato dalla scarsa mobilità di certi suoi personaggi, pur esplodendo in combo mostruose e vari effetti soprannaturali (una roba difficile da spiegare, ma chiarissima pad alla mano). In ogni caso, si tratta di piccolezze che non annullano lo scompenso originale del roster, ancora oggi pesantemente sbilanciato in favore dei portatori di Stand, e in cui pure ci sono almeno due o tre elementi che sovrastano pesantemente i restanti personaggi (Jotaro, Josuke, Giorno e Dio, per dire i casi più celebri, erano sgravi ieri, e lo sono anche oggi).

Di buono c'è anche una generale pulizia tecnica, con uno svecchiamento delle texture e un gradevole ritocco alle voci, e con tante nuove aggiunte vocali anche nei menu, originariamente assenti dal gioco del 2014. All-Star Battle, inoltre, pur non brillando in termini poligonali, né offrendo chissà quale effettistica “next gen”, era ed è ancora un gioco davvero bello da vedere, più che altro per merito degli splendidi modelli dei suoi personaggi, in quella che è un'esperienza visiva che favorisce in modo piacevole lo stile dinamico e fluido dell'opera originale di Araki, oltre che il suo gusto strampalato per i colori, l'abbigliamento, e l'aspetto generale dei vari volti introdotti nell'opera.

Per il resto, se si escludono una valanga di costumi, illustrazioni e modelli da sbloccare, quasi tutti demandati al negozio (e relativa valuta ingame ottenibile dagli scontri), All-Star Battle R non ha grossi pregi, se non quello già citato relativo al framerate e alla generale rimasterizzazione delle texture. Il resto è tutta farina del lavoro originariamente compiuto dal team di CyberConnect2 che, già all'epoca, si distinse per un comparto animazioni ottimo, il quale includeva non solo le mematissime “pose”, ma anche e soprattutto le animazioni facciali, capaci di regalare un grande impatto non solo allo scontro, ma soprattutto allo scambio continuo di colpi caricati e non, accentuati da quella “Easy Mode” che, ideata per i giocatori meno avvezzi alle botte digitali, permetteva di scaricare la furia dei vari guerrieri inanellando combo con la pressione di un solo tasto (il quadrato). Una goduria che fece parte della fortuna del gioco originale, e che oggi c'è ancora.

Voto Recensione di JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle R - PS4


6

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Graficamente è ancora appagante

  • - Ottimo lavoro di rimasterizzazione audio

  • - Finalmente un framerate degno di un picchiaduro

  • - 50 personaggi, o giù di lì

  • - Grande varietà nei moveset

  • - Costa relativamente poco

Contro

  • - La modalità narrativa è peggio di quella originale (che era già imbarazzante)

  • - Ok i 50 personaggi, ma nessuno di essi è davvero “nuovo”

  • - Le aggiunte al gameplay sono un vago specchietto per le allodole

  • - Non c'è poi molto da fare

  • - Gioco online, questo sconosciuto

Commento

All-Star Battle non è quello che ci si aspettava. Si tratta di un titolo che risolve sì un problema spinoso, quello del frame rate (che, considerato il genere, era certamente un grosso problema), ma che poi si limita a svolgere un mero compitino, ripulendo la veste grafica e sonora e senza prodigarsi di fare altro. Anzi, semmai considerando il profilo narrativo, questo gioco risulta persino più povero di quanto non fosse il gioco del 2014 (che era già penoso, il che è tutto dire). Dunque chi lo dovrebbe acquistare? Sostanzialmente gli appassionati dell'opera di Araki, giustamente orfani da tempo di un gioco basato sulle peripezie della discendenza Joestar e affini, anche se tra questi potrebbero però esserci giocatori ancora saturi del gioco del 2014 a cui, francamente, è difficile consigliare un acquisto che non offre poi molto, se non un framerate finalmente in linea con gli standard del genere. Per i newcomer assoluti, invece, il discorso è diverso e la cifra, tutto sommato esigua, richiesta dal team di sviluppo potrebbe giustificare la spesa.

Informazioni sul prodotto

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JoJo's Bizarre Adventure: All Star Battle R - PS4