Kinect e Smart TV ascoltano le nostre conversazioni

Le Smart TV di Samsung non sono gli unici dispositivi che possono invadere la privacy degli utenti. A sollevare perplessità ci sono le Smart TV di LG e anche il Kinect di Microsoft.

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a cura di Roberto Caccia

Una decina di giorni fa vi abbiamo parlato delle Smart TV di Samsung, in grado di registrare e trasferire a terzi ogni parola pronunciata dagli utenti grazie alle funzioni di controllo vocale. Gli schermi dell'azienda coreana non sono tuttavia gli unici dispositivi a destare qualche perplessità in materia di privacy.

Smart TV LG

Le Smart TV di LG, per esempio, presentano gli stessi rischi e anche analizzando il documento della privacy pubblicato dall'azienda non si notano particolari differenze rispetto alla politica adottata da Samsung.

"Per favore, sappiate che se pronunciate parole che includono dati personali o sensibili, queste informazioni faranno parte dei dati ottenuti attraverso l'uso delle funzioni di comando vocale". Come dire: cliente avvisato, mezzo salvato.

Il Kinect di Xbox One si spinge persino oltre rispetto alle Smart TV, grazie a un sensore in grado di riprendere ciò che fanno i giocatori.

Un recente articolo uscito sul New Yorker sottolinea quanto questo dispositivo possa essere intrusivo, grazie alla capacità di percepire minimi cambiamenti del colore della pelle, misurando così l'afflusso sanguigno e il battito cardiaco. Dati che successivamente sono elaborati tramite software per capire gli stati emotivi di chi si posiziona davanti al sensore.

Kinect Xbox One

I piani iniziali di Microsoft erano di tenere sempre attivo il Kinect come impostazione predefinita, ma la reazione degli utenti a convinto l'azienda a fare dietrofront, lasciando più possibilità di controllo e stilando politiche sulla privacy molto precise.

"Siete voi a controllare cosa succede alle fotografie scattate durante le sessioni di gioco e se inviare i comandi vocali per farli analizzare", spiega Microsoft. E i dati delle espressioni facciali? Rimangono sulla console e sono cancellati dopo la fine di ogni sessione.

Con il progresso tecnologico sempre più dispositivi ascolteranno la nostra voce per interagire con noi, con tutti i rischi del caso,  e a quel punto dovremo farci una domanda: meglio qualche comodità in più o far sì che le chiacchiere da salotto rimangano all'interno delle mura domestiche?

La nostra speranza è che con il passare del tempo nascano soluzioni in grado di elaborare i dati senza farli passare a server esterni, eliminando così i timori legati a invasioni della privacy. Come si dice in questi casi: due piccioni con una fava.