La risposta dell'industria al fenomeno

Medal of Honor Warfighter a 24 euro e Skyrim a 13 euro. Il segreto è negli Steam e Origin key che si trovano sugli shop online stranieri. Abbiamo intervistato uno specialista del settore, che ha svelato ogni dettaglio su questo mercato grigio.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

La risposta dell'industria al fenomeno

Sempre più spesso i giochi richiedono l'autenticazione online; non è che questo mercato parallelo della "key digitali" può trasformarsi in un rischio?

È il contrario, il fatto che i giochi sempre più spesso richiedano l’autenticazione online è sicuramente un bene per il mercato delle key. Non dimentichiamo che se non fosse stato per Steam e Origin probabilmente questo mercato non sarebbe neppure nato, e che se non ci fossero questi sistemi antipirateria probabilmente molti preferirebbero scaricarsi giochi pirata piuttosto che acquistare delle licenze originali come sono le cd-key. Il vero rischio per il mercato delle key digitali è uno solo, il digital delivering. Se scompariranno le copie retail, automaticamente scomparirà anche il mercato digitale delle key.

Qual è esattamente la filiera delle key digitali? Da dove le acquistano i vari rivenditori?

Come ho spiegato prima le key provengono di solito da paesi esteri dove il costo della vita e dunque anche quello dei videogame è decisamente più basso che qui in Italia. In genere i vari shop online acquistano da piccoli rivenditori di questi paesi, ma personalmente ho avuto contatti anche con grandi fornitori.

Gli editori come stanno reagendo al fenomeno? Da quando esattamente lo considerano un problema?

Da un anno a questa parte evidentemente il fenomeno è diventato di una tale portata che Steam in primis (ma anche Origin e la stessa Blizzard) sono corse ai ripari e hanno adottato dei cosiddetti "blocchi territoriali",  blocchi che limitano l’attivazione o l’utilizzo di alcuni videogame a seconda del paese in cui si ci trova. Questa misure sono a discrezione dei vari publisher, per cui al momento la situazione è piuttosto frastagliata.

Ci sono ad esempio titoli che sono attivabili e fruibili da qualsiasi luogo si ci connetta, ma solo nella lingua del paese a cui il product key era destinato. Altri titoli vanno attivati necessariamente nel paese di origine ma sono poi disponibili in qualsiasi lingua e giocabili ovunque, altri ancora invece addirittura non partono se Steam rileva un IP diverso da quello del paese di origine. E poi per fortuna ci sono giochi region free, ovvero titoli giocabili ovunque e in qualsiasi lingua a prescindere dalla provenienza del product key.

Il punto

Abbiamo chiesto ad alcuni operatori del settore cosa ne pensano in merito. In particolare, la nostra domanda è stata: perché in un mercato sempre più globale gli utenti di certi paesi devono pagare i giochi fino al triplo del prezzo che si trova altrove? Sono fortunati i russi, o idioti gli europei e gli statunitensi?

Alcuni degli intervistati cadono letteralmente dal pero: ignorano la questione o fanno finta di non conoscerla. Altri si dicono più informati, ma sostengono che il mercato è vasto, variegato e quindi è necessaria una politica di prezzi che cambia a seconda della zona geografica, del tenore della vita e del prodotto interno lordo. A noi il messaggio dei consumatori però sembra chiaro. Piuttosto che pagare un gioco 20 euro in più rispetto a cittadini di altri stati, fanno i salti mortali.

Aggiungiamo che, dopo aver raccolto le esperienze personali di alcuni utenti che hanno usufruito di questi servizi di vendita key, abbiamo saputo che effettivamente possono esserci dei controlli da parte delle varie piattaforme per individuare acquisti non effettuati tramite i loro shop. Per esempio può capitare che Steam, senza spiegarne il motivo, limiti il vostro account bloccando shop, attivazione key e altre funzionalità (non quella di gioco). 

Contattandoli vi verrà probabilmente richiesta la scansione del codice prodotto di uno dei giochi che avete attivato, in modo da controllare che effettivamente abbiate acquistato "regolarmente" il gioco in questione. Non abbiamo ricevuto invece segnalazioni su controlli da parte di Origin, ma non escludiamo che ci siano.

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