Le costellazioni tornano comunque: Perks

Recensione di The Elder Scrolls V: Skyrim, il nuovo gioco di ruolo di Bethesda.

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a cura di Roberto Buonanno

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Le costellazioni tornano comunque: Perks

Skyrim, come ho detto, abolisce il segno zodiacale del personaggio, ma le stelle tornano nella gestione dei Perk. Si tratta di speciali vantaggi che si assegnano con il passaggio del livello. Un concetto che ricorda molto quello di Gothic, o di certi GDR d'azione. Con l'aumento del punteggio d'abilità si sbloccano capacità speciali, nuovi tipi di colpi per il combattimento o, semplicemente, si aumenta l'efficacia delle proprie azioni.

Ci sono 250 perk ramificati. Si può imparare a forgiare corazze con scaglie di drago, per esempio, solo quando raggiungerete i 100 punti in abilità e dopo aver acquistato tutti i perk che portano a quello desiderato.

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Le scelte dei perk sono strategiche e creano una grande ri-giocabilità del titolo.

Il personaggio può infatti arrivare, teoricamente, al livello 86. In realtà la progressione fino al 50 è abbastanza spedita, dopodiché si attiva quello che Bethesda definisce un "tetto morbido": dopo il fatidico "cinquantello" si passa di livello molto più lentamente. Di conseguenza le scelte che si fanno nella prima quarantina d'ore di gioco sono molto importanti - Nota: è il tempo necessario per farsi cinquanta livelli  giocando senza forzature.

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Siccome il totale dei perk è ben superiore ai punti che ci si potrà assegnare, un personaggio può essere molto diverso da un altro nonostante abbia gli stessi punti abilità.

Consiglio di scegliere fin dal principio con decisione che strada intraprendere. Ci sono certi perk decisamente inutili e ce ne sono altri fondamentali. Non c'è una seconda scelta, non ci sono meccanismi per variare l'attribuzione dei punti, perlomeno non ne ho rilevati finora.